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Intervista

Susie Wolff: “Un Wolff in Formula 1 è già abbastanza!”

La protagonista di questo appuntamento di #ThinkingForward, la rubrica di interviste con figure leader del motorsport, è Susie Wolff, team manager della squadra Venturi Formula E. Al rientro dal weekend dell’e-Prix di Londra guarda alle grandi decisioni necessarie per il futuro della Formula E, al progresso delle donne nel motorsport e ai suoi piani per il futuro.

Norman Nato, Venturi Racing, Silver Arrow 02

Foto di: Simon Galloway / Motorsport Images

Susie Wolff sa cosa significa per un team principal vedere il proprio pilota al comando della classifica del mondiale Formula E per poi tracollare poco dopo. È stata proprio così la montagna russa della settima stagione per tutti i team con le nuove regole della qualifica che penalizzano i leader del campionato rendendo la costanza quasi impossibile.

 

Photo by: Sam Bagnall / Motorsport Images

“Questa è la mia prima gara di Londra, per cui non vedo l’ora – afferma Susie Wolff – Sì, ho un pilota in lotta, insieme ad altri 12 che sono ancora nella battaglia! È una sfida enorme per la Formula E. Ci sono delle variabili che rendono la costanza piuttosto difficile. Abbiamo avuto un weekend difficile a New York, quindi dobbiamo provare a risalire nelle ultime quattro gare e dare tutto”.

“Credo che una parte importante della Formula E sia il fattore dell’intrattenimento. È qualcosa di cui siamo molto consapevoli; vogliamo regalare gare entusiasmanti e penso che un grande esempio di ciò sia stato l’E-Prix di Monaco: ci siamo spostati su una pista di un gran premio dove abbiamo avuto molti sorpassi, la leadership è cambiata all’ultimo giro”.

"L’attack mode tende a rendere le gare più esaltanti in termini di strategia e ci sono sempre scambi di posizioni. Ci sono anche altri fattori come il fan boost, che credo che probabilmente perderemo. Ma è stata una stagione entusiasmante con molti vincitori diversi. Si può obiettare che forse sia stata troppo variabile e che non abbia guardato troppo all’equità, ma è qualcosa su cui stiamo lavorando”.  

Cambiare il format della qualifica, così come compiere altri passi, è qualcosa che deve essere fatto in maniera corretta: la Formula E non è più nel periodo della sua infanzia, ma è passata all’adolescenza, deve combattere con i dolori della crescita e con l’esigenza di prendere le giuste decisioni per il futuro, in particolare con i recenti addii di alcuni costruttori.

“Non siamo più quella giovane start-up con tutto quel ronzio che c’è intorno a noi, stiamo affrontando dei cambiamenti dove dobbiamo avere delle fondamenta solide per avere un programma a corto, medio e lungo termine su come crescere in quanto sport – afferma Wolff – ci sono delle persone ottime nel management che sanno che ci sono alcune aree che hanno bisogno di un cambiamento affinché si crei uno spettacolo migliore e che si assicurano che nel lungo termine saremo in una situazione migliore. Il cambiamento importante e scontato arriva con l’era Gen 3, che verrà introdotta dalla prossima stagione. Ovviamente ci sono molte discussioni su come assicurarsi che il format sia il migliore, con il supercharger e magari cambiando il format di qualifica per dare un maggiore equilibrio”.  

Per tutto ciò che ha ottenuto come team principal, Wolff è conosciuta come una delle voci più forti dell’ultimo decennio sull’impegno nel portare più donne nel motorsport. È pioniera del programma Dare to be Different, che ha poi fuso con il programma Girls on Track della FIA. Questo ha visto una crescita significativa quest’anno con il programma “Rising Stars”, in collaborazione con la Ferrari.

“Siamo stati molto aiutati dal fatto che la diversità è un argomento importante nel mondo, non solo nel motorsport – afferma – le persone si aspettano di vedere diversi ambienti ora e non è buono abbastanza se non è diverso. Il problema è che è bene parlarne, che ci sia uno slancio. Ma è passando ai fatti, all’azione che si fa la differenza. Stiamo vedendo molte opportunità ma non abbastanza donne di talento che riescono a coglierle. Quindi siamo molto concentrate sull’iniziativa Girls on Track per iniziare dalla base, per far sì che ci apriamo come sport. Poi prendiamo queste donne talentuose e brillanti che hanno successo nello sport e creiamo dei modelli da seguire”.

 

Photo by: Daimler AG

Wolff ha supervisionato lo sviluppo di una forza lavoro diversa nel team Venturi, che vanta il 33% di impiegate donne, molte madri lavoratrici, come lei. “Siamo le persone più efficienti e multitasking semplicemente perché dobbiamo esserlo”, afferma ridendo.

“Ma ho anche bisogno di dimostrare che ha successo, perché alla fine sono responsabile della performance del team. E spero che con le prestazioni di quest’anno in Formula E abbiamo dimostrato che funziona davvero”.

Per quanto riguarda le sue ambizioni future, Wolff esclude di voler diventare team principal in Formula 1. “Credo che un Wolff in Formula 1 sia abbastanza! Altrimenti sarebbe un gruppo!”, ride riferendosi a suo marito Toto, team principal del team Mercedes F1.

 

Photo by: Channel 4

“Quando sono arrivata in Venturi, ero in una situazione completamente diversa rispetto ad ora. Ci sono tante cose entusiasmanti per il team, abbiamo un nuovo proprietario americano, che è molto ambizioso per il futuro. Il mio viaggio personale, sono una persona a cui piace evolversi, mi piace spingere e sfidare me stessa per continuare a crescere. Quindi, una volta che la stagione sarà finita, spero che potrò fermarmi ed essere orgogliosa di ciò che abbiamo conquistato come team e poi guardare cosa arriverà in futuro”.

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