Lowe: "Hamilton è veloce come Senna, ma Ayrton era più spietato"
Lewis Hamilton possiede le stessa velocità e lo stesso talento di Ayrton Senna, ma non è spietato come il brasiliano: è questo il pensiero di Paddw Lowe, uno dei pochi a poter dire di aver lavorato con entrambi.
Foto di: Charles Coates / Motorsport Images
Dopo il fine settimana del GP del Canada, nel quale Hamilton ha raggiunto Senna a quota 65 pole position, sui social media c'è stato un grosso dibattito legato al confronto di queste due grandi campioni.
Lowe, che ha brevemente lavorato con Senna in McLaren nel 1993 ed ha vissuto praticamente tutta l'era di Hamilton, dal suo arrivo in McLaren nel 2007 fino alla Mercedes, non ha dubbi sul fatto che siano tra i migliori piloti che abbiamo mai visto in Formula 1.
"Entrambi fanno parte del gruppo dei grandi che hanno fatto la storia di questo sport" ha detto Lowe, che ora il direttore tecnico della Williams.
Quando poi gli è stato chiesto se ritiene che Hamilton sia veloce come senna, ha aggiunto: "Si, senza dubbio".
"Parliamo di piloti in grado di tirare fuori un giro straordinario e penso che Lewis lo abbia dimostrato con la sua pole di sabato. Ha fatto qualcosa che non era nelle simulazione e che non sembrava essere a portata della Mercedes".
"Probabilmente dopo le Libere 3 pensavano che la pole l'avrebbe fatta la Ferrari, ma poi vedi Lewis andare in pista e fare qualcosa di incredibile".
"Ovviamente non possono farlo ogni sabato, ma quando serve qualcosa di veramente straordinario sono in grado di fare un giro che ti fa dire: 'e questo da dove l'hanno tirato fuori'".
Caratteri differenti
Pur riconoscendo doti velocistiche simili, Lowe ha sottolineato però che ci sono delle grandi differenze riguardo all'approccio dei due alla Formula 1, in particolare agli aspetti sportivi.
"Penso che a livello caratteriali siano piuttosto diversi" ha aggiunto Lowe. "La gente critica Lewis per alcuni suoi atteggiamenti, ma è un vero gentiluomo ed un pilota molto corretto. Duro, ma giusto".
"Con Ayrton le cose erano diverse. Principalmente perché lottavo contro di lui, quindi forse questo cambia anche la mia prospettiva, perché io ero alla Williams e facevamo fatica a batterlo".
"Alla fine ci siamo riusciti nel 1992, anche se negli anni precedenti pareva impossibile, perché lui era spietato. Aveva diverse tattiche per intimidire gli avversari, ma questo faceva un po' parte del gioco".
"Stavo parlando con Riccardo Patrese qualche giorno fa e, senza menzionare alcun caso particolare e tenendo presente che allora non esistevano le penalità per chi ostacolava in qualifica, lui era molto bravo ad intimidire gli altri per evitare che gli dessero fastidio".
"Ora è un mondo molto diverso e Ayrton comunque ha giocato come bisognava fare allore".
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