L'opinione: Leclerc esagerato perché non è ancora un pilota completo
Il monegasco è stato magistrale in due sorpassi (su Norris e Grosjean), ma ha esagerato su Hulkenberg, rovinando una gara che poteva avere un altro risultato. Il ferrarista mostra un grande talento, ma anche tanta inesperienza e per questo non è ancora un pilota completo.
Foto di: Glenn Dunbar / Motorsport Images
Charles Leclerc si è visto rovinato il Gp di casa, quello nella sua Monte Carlo, dal marchiano errore commesso dalla Ferrari nel Q1. Tutto ciò è indiscutibile. Capisco e comprendo, dunque, la sua incazzatura. E mi sta bene pure la reazione-sfogo: non rassegnarsi a una corsa da travet, ma provare a salvare il salvabile. Insomma il ragazzo ha talento, coraggio e ha le palle. Ed è pure simpatico.
Ma queste doti non possono aprirgli una linea di credito illimitata, in nome oltretutto di un qualcosa ancora da dimostrare con i fatti: ovvero che sia un vincitore seriale. Quindi, se Charles sbaglia è giusto che lo si dica. Per me ha sbagliato, e molto, nel secondo attacco alla Rascasse, quello su Hulkenberg che l'ha chiuso creando i presupposti della foratura che ha messo fine a ogni velleità di avere una domenica migliore del sabato.
Una volta la si fa pure alla mamma, due no. La prima volta gli è andata molto bene, oltretutto contro uno come Grosjean che non ci pensa due volte a farti finire sulle piante. Ma nella seconda circostanza avrebbe dovuto usare più freddezza e capacità di calcolo, frenando l'istinto.
Le ragioni?
A) non ci sono colleghi pivelli in pista e Hulk non è sua volta un tipo che si arrende senza combattere;
B) Leclerc era stato sgamato, nel senso che immagino che la Renault abbia avvisato il suo pilota di quello che avrebbe tentato il ferrarista in quel punto;
C) è realistico pensare che Nico sarebbe stato passato in altro luogo, magari sulla salita del Massenet oppure nella staccata dopo l'uscita dal tunnel: con un pizzico di pazienza in più non si sarebbe inguaiato e forse avremmo raccontato di una bella corsa in rimonta.
Il suo è stato un errore di esagerazione, un mix di furia, frustrazione e inesperienza. Non mi scandalizzo né lo condanno, fa parte del bagaglio di lezioni ancora da imparare. Invece mi schiero contro chi sostiene che ha fatto bene a riprovarci, che è stato d'esempio, che è come Verstappen (ndr: ma siete sicuri che Max sia sempre un modello?), che chi è in pista deve osare e via di questo passo.
No, un pilota completo in quella situazione usa prima di tutto la testa. Però Leclerc ancora non è pilota completo. Non può esserlo: gli mancano tanti chilometri e un bel po' di "vissuto", in sintesi lo stesso percorso che ha dovuto affrontare pure Lewis Hamilton per diventare il campione che è. Dimenticare tutto ciò, non guardare agli sbagli di Leclerc e beatificarlo prima del tempo, è un errore. E gli si fa solo del male.
Flavio Vanetti
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