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Hamilton e Mercedes: tensione alle stelle a Monte Carlo

Il sette volte campione del mondo ha recitato il ruolo della comparsa a Monaco, ma a stupire, più che il risultato, sono stati i duri attacchi che Lewis ha lanciato pubblicamente nei confronti del team per tutto il weekend.

Lewis Hamilton, Mercedes W12

Foto di: Charles Coates / Motorsport Images

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“Questo è uno dei migliori filmati che ho visto in F1. Come potete vedere è un lavoro di squadra. Ci alleniamo in continuazione. Analizziamo e ci adattiamo anche quando vinciamo, spingiamo sempre per essere migliori. Il mio lavoro è quello di portare la macchina in una posizione che consenta a questi ragazzi di utilizzare le loro menti brillanti per fare la giusta mossa. Il mio obiettivo era quello di tenere Max entro un secondo prima della mia sosta. Qui ero circa mezzo secondo dietro. Il tempismo è tutto. E’ stata una esecuzione perfetta da parte della squadra, insieme ce l'abbiamo fatta. Questo è il motivo per cui abbiamo conquistato così tanti campionati. Perché lavoriamo come una squadra. Sono così orgoglioso di lavorare e rappresentare questi uomini e donne”.

 

Le parole scritte da Lewis Hamilton in un post pubblicato sul suo profilo Instagram venerdì 21 maggio suonano beffarde se paragonate a quelle di fuoco pronunciate nei due giorni successivi al termine di una trasferta di Monaco da dimenticare.

Settimo in qualifica, settimo al traguardo dopo una strategia discutibile, e sorpasso in classifica subìto da Max Verstappen. L’unica consolazione per Lewis è arrivata grazie al punto supplementare ottenuto con il giro più veloce in gara dopo aver montato nel finale le Pirelli soft. Briciole per una squadra ed un pilota abituati a sfamarsi con portate ben più abbondanti.

Nel corso degli anni siamo stati abituati ad un Hamilton sempre pronto a difendere il team, ad esaltarlo, ma mai a criticarlo pubblicamente. Lo scorso weekend, però, qualcosa è cambiato.

La rabbia dopo le qualifiche

In occasione delle qualifiche Lewis ha recitato il ruolo della comparsa. Mai in grado di lottare per la pole, a differenza del suo compagno di team, Hamilton ha chiuso con un anonimo settimo tempo ed un gap di ben 7 decimi dal riferimento firmato Leclerc.

“Siamo fuori dai giochi per la vittoria. Sono molto arrabbiato, giovedì ero più fiducioso, pensavo che sarei stato in grado di lottare per le prime tre posizioni. Non ho idea di come abbia fatto Valtteri a fare quel tempo”.

"È una questione di gomme, semplicemente non siamo riusciti a farle funzionare, e questo per tutta la durata delle qualifiche. Abbiamo molto lavoro da fare, ma non ho risposte da dare ora, ho provato a rimediare qualcosa lavorando sul setup ma senza successo. Abbiamo completamente perso la strada”.

Dopo queste dichiarazioni tutto sommato “di rito”, Hamilton ha poi lasciato tutti sbigottiti tuonando contro il team reo di non averlo assecondato nelle sue indicazioni.

“Stasera mi confronterò con gli ingegneri o, forse, ne parleremo dopo il weekend, perché ci sono alcune cose che avrebbero dovuto essere state fatte, ed invece non sono state fatte. Ma impareremo dagli errori, e ci presenteremo più forti alla prossima gara”.

Le parole di Hamilton hanno scosso l’intero paddock. Un nervosismo insolito, figlio molto probabilmente della consapevolezza della grande occasione nella mani di Max Verstappen di provare il colpaccio.

Lewis Hamilton, Mercedes W12

Lewis Hamilton, Mercedes W12

Photo by: Erik Junius

Quando Lewis si è reso conto di aver esagerato è tornato sui suoi passi, ma ormai l’eco delle sue parole aveva già fatto il giro del mondo.

“Non posso dire molto al riguardo, e non voglio essere critico nei confronti della squadra, ne parleremo a porte chiuse. Dal mio punto di vista è un po' frustrante, e dobbiamo lavorare di più”.

Un nuovo sfogo dopo la gara 

Il nervosismo di Lewis è emerso in modo ancora più palese domenica. Su un tracciato come Monaco, dove è estremamente complicato sorpassare, l’unico modo di guadagnare qualche posizione è quello di studiare una strategia perfetta.

In casa Mercedes, invece, è stato tutto un disastro. Hamilton, dopo aver guidato in modo conservativo fino al trentatreesimo passaggio, ha inaugurato il walzer di pit stop ma la chiamata ai box non ha avuto l’effetto sperato e Lewis si è trovato intrappolato non solo alle spalle di Gasly, ma anche di un Vettel fenomenale nel leggere le dinamiche della gara e beffare l’inglese.

“Ragazzi, non capisco” ha comunicato uno stizzito Hamilton via radio quando l’errore è stato palese. “Ho preservato a lungo le gomme e mi avete fatto fermare prima di tutti!”.

Da quel momento per il sette volte campione del mondo è stata una continua processione negli scarichi della AlphaTauri di un Gasly impeccabile.

"Non abbiamo sottovalutato l'AlphaTauri. Ne avevamo già parlato nel meeting e sapevano che poteva succedere, quindi dovevano trovare il modo di evitarlo, ma non ci sono riusciti. Non ci posso fare nulla, ma alla fine anche se avessimo superato l'AlphaTauri, sarei rimasto bloccato dietro ad un'altra vettura" ha dichiarato un Lewis furioso con la squadra a fine gara.

Ancora una volta, e ad un solo giorno di distanza, Hamilton ha criticato apertamente il team. La consapevolezza di aver perso il comando della classifica mondiale può aver contribuito ad accentuare il nervosismo, ma forse, stavolta, c’è qualcosa di più.

Lewis Hamilton, Mercedes

Lewis Hamilton, Mercedes

Photo by: Steve Etherington / Motorsport Images

Max Verstappen e la Red Bull, quest’anno, fanno davvero paura. L’olandese, quando è in giornata sì, è uno dei migliori piloti in circolazione, mentre il team di Milton Keynes, oltre che sul talento puro di Max, può contare su una power unit Honda potente ed affidabile e su una monoposto, la RB16B, che non sembra avere nulla da invidiare alla Mercedes W12.

Il team sette volte campione del mondo ha risolto quei problemi di instabilità al retrotreno che avevano afflitto la vettura in occasione dei test pre-stagionali,  ma pecca ancora nel riuscire a mandare subito nella corretta temperatura di esercizio gli pneumatici anteriori.

Rispetto al passato, quando il rivale nella corsa al titolo era un Ferrari incapace di sviluppare correttamente la monoposto da metà stagione in poi, quest’anno la Mercedes è consapevole di scontrarsi contro una Red Bull in grado di poter lottare ad armi pari fino alla fine dell’anno.

Sarà il fattore umano a determinare l’esito del campionato? Se così fosse è bene che Toto Wolff intervenga prontamente a placare gli animi. Se Verstappen dovesse avvertire l’odore della preda in difficoltà non si lascerà sfuggire l’occasione di azzannarla.

 

 

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