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Analisi

F1: chi sarà la terza forza nel gruppo di centro?

Sei squadre di Formula 1 animano il "midfield" e ambiscono al ruolo di diventare la terza forza dietro a Mercedes e Red Bull. Analizziamo come Ferrari, McLaren, Aston Martin, Alpine, AlphaTauri e Alfa Romeo animeranno una lotta che si combatterà sul filo dei centesimi di secondo.

Daniel Ricciardo, McLaren MCL35M

Foto di: Steven Tee / Motorsport Images

Lo schieramento di partenza del mondiale 2021 di F1 sarà determinato da tre blocchi. In testa la Red Bull spera di rompere l’egemonia della Mercedes e conta di sfidare le frecce nere dopo aver svettato nei test collettivi con Max Verstappen.

In coda c’è la Williams che ambisce a lasciare il ruolo di Cenerentola che ha recitato nelle ultime due stagioni, con l’idea di abbandonare l’ultima fila alla Haas. La squadra americana ha fatto una scelta radicale: non ha investito nella VF-21 che altro non è se non l’aggiustamento della vettura dello scorso anno alle nuove regole aerodinamiche e si affida a due piloti debuttanti (Mick Schumacher e Nikita Mazepin) che hanno l’obiettivo di fare esperienza senza troppa pressione in vista del 2022.

Quindi, tolte quattro squadre che saranno per diversi motivi fuori portata, ce ne saranno sei ad alimentare quel “midfield”, vale a dire il centro gruppo, che promette una battaglia senza esclusione di colpi per diventare la terza forza della F1: la lista è composta da Ferrari, McLaren, Aston Martin, Alpine, AlphaTauri e Alfa Romeo.

La novità principale è che il pacchetto di mischia si è allargato anche alla squadra di Hinwil, per quanto il “Biscione” non abbia la forza e le risorse per puntare a una zona podio, ma ha la storia per prendere un “ascensore” e risalire verso posizioni di classifica che non siano da bassofondo, dopo l’ottavo posto nel mondiale Costruttori del 2020.

Kimi Raikkonen e Antonio Giovinazzi hanno chiuso i test collettivi con il sorriso, consapevoli di aver per le mani una macchina facile da guidare che beneficia dei cavalli in più della power unit Ferrari.

La C41 è una vettura affidabile (in tre giorni a Sakhir ha percorso 2.284 km come l’AlphaTauri) che sembra eccellente dal punto di vista meccanico e che, forse, non ha investito abbastanza nella cura aerodinamica. Insomma, ci saranno piste come in Bahrain dove dovrebbe ben figurare e altre, come a Imola o Barcellona, dove potrebbe soffrire di più, vivendo una stagione in altalena.

E qualcosa di analogo potrebbe accadere all’AlphaTauri: a Faenza hanno capitalizzato affidabilità e prestazioni. Yuki Tsunoda, deb del Circus, si è presentato al mondo arrampicandosi al secondo posto nella tabella dei tempi ad appena 93 millesimi da Max Verstappen.

Certo il giapponesino (è in formato “bonsai”) ha fatto ricorso alle gomme C5, vale a dire la mescola più morbida che non si userà nel weekend, e ha aperto il DRS ben prima di quanto sarà concesso nel GP, mostrando comunque idee chiare e una buona dose di coraggio.

Pierre Gasly, capitano di lungo corso dell’AlphaTauri, sogna di tornare a vincere un GP come a Monza, ma indica nel giovane compagno di squadra un avversario molto temibile da subito. Il team diretto da Franz Tost può contare su un motore Honda che, a detta dai nipponici, ha chiuso il gap di potenza dalla power unit Mercedes dello scorso anno.

Il dt, Jody Eggington, ha badato al sodo aggiornando l’AT02 nell’anteriore con un muso un po’ più stretto, seguendo la stessa linea di sviluppo dell’Alfa Romeo e si è preso la scatola dello sterzo Red Bull, rinunciando alle migliorie che l’adozione del retrotreno RB16 (senza l’uso di gettoni) avrebbe forse concesso a fronte di una complicazione del progetto esorbitante.

Sarà una macchina che andrà molte bene subito, poi non è detto che regga il passo dello sviluppo degli altri. L’ambizione è puntare al quinto posto nel Costruttori, saltando dal settimo dello scorso anno.

È indubbio che la squadra più accreditata per puntare al terzo posto sia la McLaren, che sul podio c’è salita lo scorso anno. A Woking beneficiano di un trapianto di motore: sono passati dal Renault al più potente Mercedes. Un’operazione chirurgica non facile quando si agisce su una macchina che deve restare il più fedele possibile a quella dell’anno prima.

James Key ha potuto beneficiare di qualche deroga normativa FIA e ha proposto una MCL35M significativamente diversa, con pance corte e un retrotreno piuttosto estremo.

La McLaren si è assicurata un top driver come Daniel Ricciardo, segno che punta a tornare alla vittoria, visto che è a bocca asciutta dal GP del Brasile 2012 con Jenson Button: gli uomini di Andreas Seidl hanno superato in modo brillante una profonda crisi aziendale (è stata messa in vendita anche la stratosferica sede del Technology Centre), ma resta da vedere se la monoposto ha perso qualcosa nel passo gara, visto che era fra quelle che meglio sfruttavano le gomme Pirelli. L’aspettativa è di togliersi di dosso la nomea di “nobile decaduta” per tornare a essere un vero top team.

A Woking dovranno guardarsi da una concorrenza molto agguerrita con Ferrari, Renault e Aston Martin desiderose di usurpare il ruolo McLaren. La Scuderia non ha fatto mistero di voler ricollocarsi dietro a Mercedes e Red Bull dopo la “caduta negli inferi” del 2020.

Lo schiaffone che ha portato la Rossa a scivolare fino al sesto posto nel mondiale Costruttori (mai così male negli ultimi 40 anni di storia!) fa ancora male, ma la SF21 sembra un deciso passo avanti rispetto alla sbagliatissima SF1000.

Enrico Cardile ha corretto il tiro con una monoposto dotata di un motore 065/6 che non sembra asfittico. La Rossa, con un nuovo cambio e diverse sospensioni posteriori, dispone di un retrotreno alla moda, mentre l’anteriore è troppo “classico”.

La Scuderia ha varato una vettura con una minore resistenza all’avanzamento (rivisti anche i radiatori e gli scarichi per migliorare la fluidodinamica delle pance) per cui le velocità massime torneranno a essere in linea con la concorrenza, senza che Charles Leclerc e Carlos Sainz rischino di essere sverniciati in rettilineo durante la gara.

La SF21, però, è accreditata per essere migliore in qualifica che nel passo gara. Perché qualche dubbio lo si nutre sulla durata delle gomme: i long run (tranne l’ultimo di Sainz) non sono stati esaltanti e può essere che la Ferrari paghi qualcosa nella comprensione delle nuove gomme Pirelli.

L’accoppiata di piloti giovani sembra ben assortita per riportare il Cavallino verso quella posizione da podio che dovrebbe rappresentare il minimo sindacale per la Scuderia, anche se è da mettere nel conto che l’avvio di stagione potrebbe essere più difficile del previsto.

È indubbio che a Maranello debbano dare un segnale che inverta la tendenza: il sistema non reggerebbe un altro anno di crisi profonda e scatenerebbe forti deflagrazioni nella Gestione Sportiva.

Nella partita per il terzo posto c’è molta attesa per l’Aston Martin che riporta il verde britannico in F1. La squadra di Silverstone, ex Racing Point quarta nel 2020, dispone di una copia Mercedes nei concetti fondamentali, mentre esprime soluzioni proprie in alcune scelte aerodinamiche. L’hardware è quello delle frecce nere (power unit 2021 e cambio 2020) a garanzia di alta qualità.

La AMR21 ha accusato dei problemi di affidabilità alla trasmissione e al turbo pare per guai di surriscaldamento. Le pance strette dovranno essere aperte per smaltire un po’ di calore. Il dubbio è che si siano nascosti per evitare il montare di polemiche sulla somiglianza della verdona con la Mercedes.

L’arrivo di Sebastian Vettel al fianco di Lance Stroll dovrebbe apportare l’esperienza di un quattro volte campione del mondo: il tedesco non è parso a suo agio nei test, lamentando anche un difficile adattamento alla monoposto di Andy Green, specie al servosterzo non di suo gusto. Un brutto segno per un pilota che deve far dimenticare una pessima ultima annata con la Ferrari. È stato un avvio difficile o prosegue quella parabola discendente iniziata a Maranello?

L’Aston Martin ha bisogno di due piloti regolarmente a punti se vuole sperare nel bronzo. La battaglia sarà apertissima e si giocherà sul filo dei centesimi di secondo. Sarà appassionante scoprire chi saprà ergersi sugli altri cinque, in una lotta che potrebbe essere la meno prevedibile del mondiale. E voi su chi puntereste?

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