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SBK: Rea trionfa, Redding capitola. Mondiale già scritto?

Jonathan Rea conquista due gare su tre nel weekend dell’Estoril e allunga in classifica, approfittando di un passo falso di Scott Redding, scivolato in Gara 2 e ora inseguitore con un distacco già piuttosto importante.

Jonathan Rea, Kawasaki Racing Team WorldSBK

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

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Il secondo round della stagione si è da poco concluso, ancora undici appuntamenti attendono il Mondiale Superbike prima del termine del 2021. Certo, il motorsport ci ha insegnato a non dare mai nulla per scontato, eppure l’idea che ha lasciato Estoril è che ci troviamo di fronte ad un mondiale già scritto, in cui la netta superiorità di Jonathan Rea ha annichilito sin da subito gli avversari.

Proprio la pista lusitana è stata teatro del secondo round dell’anno e qui Gara 2 è stata forse determinante in ottica iridata. Affermare che il mondiale sia chiuso è forse affrettato e può succedere davvero di tutto, ma Scott Redding arriva a Misano, pista di casa del suo team e terzo appuntamento del 2021, con ben 38 punti di distacco dal leader della classifica, nemmeno a dirlo, Jonathan Rea.

Jonathan Rea, Kawasaki Racing Team WorldSBK

Jonathan Rea, Kawasaki Racing Team WorldSBK

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Rea, costanza, astuzia...e un pizzico di fortuna

Il confronto con Jonathan Rea è davvero impietoso per chiunque, il campione del mondo in carica sta facendo una differenza incredibile e alza l’asticella ad ogni gara, portando il livello della Superbike a picchi mai visti. Per gli avversari è difficile avvicinare il pilota Kawasaki, che vince titoli e batte record da ormai sei anni. Ma qual è il segreto di Rea?

L’arma vincente del pilota Kawasaki è indubbiamente...proprio la Kawasaki! In sella alla ZX-10RR ha conquistato i suoi titoli iridati e vola verso il settimo. Ma a funzionare è il binomio che si è creato, Rea e la sua moto sembrano una cosa sola, diventando inarrivabili per qualunque avversario. Ma anche nei momenti di difficoltà, il britannico è riuscito a capitalizzare sfruttando l’esperienza, il talento e l’astuzia.

Nel 2019, quando Bautista inanellava vittorie consecutive, Rea sembrava remissivo e costretto ad accontentarsi, ma in realtà stava solo raccogliendo punti che si sono poi rivelati preziosi per ribaltare la situazione e conquistare quello che allora era il quinto titolo mondiale. Anche nel 2020 ha saputo valutare quando era il momento di attaccare e quando invece bisognava restare sulla difensiva, strategia che ha sfruttato anche in questo avvio di stagione.

C’è da dire che se la fortuna aiuta gli audaci, questo è proprio il caso di Jonathan Rea. Il ‘Cannibale’ infatti è stato a volte aiutato dalla sorte, l’ultima occasione è in Gara 2 ad Aragon, quando dopo un contatto con Garrett Gerloff è riuscito a rimanere in piedi. In Portogallo però, pista dove storicamente ha faticato, ha vinto due gare sulle tre disputate, salendo comunque sul podio in tutte e tre le occasioni. Un risultato negativo di Rea non va oltre il quarto posto, se si escludono le cadute. Pertanto la costanza è uno dei suoi tanti punti di forza, che l’ormai leggenda della Superbike esercita meglio di tutti gli altri.

Scott Redding, Aruba.It Racing - Ducati, Jonathan Rea, Kawasaki Racing Team WorldSBK

Scott Redding, Aruba.It Racing - Ducati, Jonathan Rea, Kawasaki Racing Team WorldSBK

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Redding si è piegato ad Aragon. Sarà un rimpianto a fine stagione?

Ciò che invece manca a Scott Redding nel mondiale Superbike è quell’esperienza che aiuta a leggere le gare e sapere quando si può andare oltre il limite. Nella stagione di debutto nelle derivate di serie, il britannico ha comunque chiuso in seconda posizione nella classifica generale, affermando di voler essere il primo al termine del 2021.

Quest’anno è stato autore di grandi prove di forza, soprattutto in Gara 2 ad Aragon. Un guizzo lo ha portato a vincere in condizioni insidiose, ripartendo proprio da un successo in Portogallo in Gara 1: una vittoria che lo stesso pilota ha definito ‘vera e propria’, perché conquistata in condizioni ottimali e battendo Rea senza variabili importanti. Ma quanto contano le vittorie di fronte a un Jonathan Rea così in forma che sale sul podio quando le cose gli vanno male? È impossibile commettere errori quando si vuole battere un avversario del genere, eppure Redding l’errore più clamoroso lo ha commesso proprio in Gara 2 domenica scorsa.

Era in testa e si involava verso il terzo successo dell’anno, ma Rea ha dato la zampata andando a prendere il comando. Nella foga di inseguirlo e riprendersi la vetta, Redding ha perso l’anteriore, scivolando e ritornando in pista per tagliare il traguardo in 14esima posizione. Il pilota Ducati si è rialzato con la forza di un leone, andando avanti e cercando di rimediare all’errore commesso, ma l’idea che a fine stagione possa pagare cara la caduta di Estoril è stata chiara sin da subito. Rea si è involato verso il quarto successo della stagione, mentre Redding non ha raccolto nemmeno un punto. Il danno oltre la beffa, potremmo dire: già, perché una penalità arrivata a fine gara gli ha tolto gli unici due punti che aveva guadagnato con la 14esima piazza. La Direzione Gara ha infatti notato una falsa partenza in Gara 2, decidendo così di togliere 6 secondi al suo tempo al traguardo. Redding è arretrato così in 16esima posizione, raccogliendo di fatto il primo zero della stagione, che si è già rivelato pesantissimo.

Scott Redding, Aruba.It Racing - Ducati

Scott Redding, Aruba.It Racing - Ducati

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Razgatlioglu, zero vittorie, ma è davanti. Paga la costanza?

Alla luce di una classifica generale che parla chiaro, sorge spontanea una domanda. È la costanza che paga in questo mondiale? Quanto conta davvero vincere? Scott Redding di successi ne vanta due quest’anno, ma in classifica è terzo, a ben 38 lunghezze da un Jonathan Rea che non solo inanella vittorie, ma non scende mai dal podio. A dimostrare quanto la costanza conti forse più di una vittoria, in questa fase di stagione ci pensa anche Toprak Razgatlioglu, che di successi stagionali non ne ha. Eppure il pilota Yamaha è secondo nella generale, pur pagando 35 punti dal leader.

Il turco si è dimostrato costantemente nelle posizioni di testa, con ben quattro podi su sei gare disputate, uno in più di Redding. Yamaha è considerata la terza forza in campo e Razgatlioglu deve iniziare a guardarsi le spalle da Garrett Gerloff, ‘pericolo intestino’ che in questo 2021 sta dimostrando di essere decisamente in forma e pronto a insidiare il primato di Toprak. La rivalità interna può rappresentare uno stimolo per la punta di diamante di Iwata? Indubbiamente, e i risultati si vedono anche nel confronto con gli altri.

L’esperienza maturata da Razgatlioglu sta diventando chiave in un mondiale che, fino all’anno scorso era una questione a due tra Rea e Redding. Il turco però attualmente è davanti al pilota Ducati e, nonostante l’ampio margine del portacolori Kawasaki, la lotta fra Toprak e Scott sembra essere davvero il culmine di un mondiale che sembra già scritto. Sarà la settima meraviglia di Rea? Siamo solo al secondo round, ci proiettiamo verso il terzo e nulla è ancora deciso. Ma l’attuale situazione in campionato porta a pensare che l’errore dell’Estoril sarà un grande rimpianto per Redding, che in questo momento deve vedersela più con Razgatlioglu che con Rea.

Toprak Razgatlioglu, PATA Yamaha WorldSBK Team, Alex Lowes, Kawasaki Racing Team WorldSBK

Toprak Razgatlioglu, PATA Yamaha WorldSBK Team, Alex Lowes, Kawasaki Racing Team WorldSBK

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

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