Vergne penalizzato dal "ridotto numero di test..."
Jean-Éric, pilota e... azionista del team cinese di F.E, chiede un’immediata reazione dello staff tecnico dopo le avarie di Hong Kong, probabilmente figlie delle sole sei giornate di prove effettuate.
Foto di: Andy Chan
Jean-Éric Vergne si è detto molto frustrato dal… pieno di problemi riscontrati nel giorno del debutto della nuova scuderia Techeetah, in occasione dell’altrettanto inedito ePrix di Hong Kong due fine settimana or sono.
Il francese, qualificatosi nono, ma poi ritirato in gara, afferma di pretendere cambiamenti decisivi, affinché sia possibile aggiungere anche una sufficiente dose di affidabilità al ritmo già raggiunto dalla monoposto dell’équipe cinese dotata del propulsore Renault Z.E. 15 per il resto della stagione.
"La radio non funzionava, così non ero sicuro di quello che stessimo facendo, soprattutto nel confronto con gli altri, dopo aver riscontrato un primo problema di alimentazione”, ha detto Vergne. "È stata una giornata difficile, ma cerco di guardare il bicchiere mezzo pieno: la macchina, guidandola, era molto veloce...”.
"Siamo abbastanza in forma in vista del prosieguo di stagione: è un bene che certe cose siano accadute in questo momento, perché potremo imparare dagli errori e modificare ciò che va aggiustato in tempo per la gara di Marrakech".
Jean-Éric, che ha una partecipazione societaria nel team cinese oltre ad esserne uno dei piloti titolari, è stato estremamente risoluto e duro, quando ha chiesto i vari cambiamenti operativi siano attuati dalla squadra prima della prossima tappa.
Parallelamente al problema della perdita di potenza, l'ex pilota della Toro Rosso in F.1 ha perduto anche il contatto radio con i suoi uomini ai box in diverse occasioni durante il fine settimana.
"Esse (le migliorie necessarie a diventare competitivi, ndr) dovranno essere attuate e... basta. Ci accingiamo ad avere un sacco di lavoro da fare prima della trasferta in Africa. Dovremo concentrarci al massimo per cercare di avere vetture dotate di un’affidabilità compatibile con la velocità che abbiamo già", ha aggiunto.
La squadra, che è di proprietà del gruppo China Media Capital (CMC) ed è rappresentata sulle piste attraverso la SECA, una sua società specializzata nel marketing sportivo, dovrebbe garantire un ulteriore apporto di risorse operative.
Queste ultime, delle quali nel paddock si è già chiacchierato, nella migliore delle ipotesi nonché al più presto dovrebbero arrivare in tempo per l’ePrix di Buenos Aires del febbraio 2017.
La mancanza di collaudi si è sentita
Il problema che a Hong Kong ha ridotto la durata della corsa di Jean-Éric Vergne è qualcosa di cui la squadra orientale ha sofferto in passato e il direttore della Techeetah, Mark Preston, ha imputato alla mancanza di giornate di test, non concesse alle formazioni che non realizzano in proprio l’unità motrice, parte dei problemi emersi nel confronto diretto con gli avversari...
"Pensavamo che si trattasse di un’avaria della batteria a 12 volt nascosta da qualche parte. Non siamo ancora sicuri che si sia trattato di questo, ma è qualcosa su cui siamo già incorsi in errore in passato”, ha detto il dirigente australiano a Motorsport.com.
"Dopo il problema, abbiamo chiesto a Jean-Éric di provare a ottenere il giro più veloce. Poi, quando la Safety-Car è uscita, non avevamo cognizione di quanto tempo sarebbe stata in azione. Alla fine, semplicemente, i nostri sforzi non sono stati sufficienti”.
"Vergne lo ha impostato tre volte, dopodiché Felix Rosenqvist gli ha strappato il primato proprio nel finale...”, ha concluso Mark Preston.
Il boss della Techeetah è certo circa i metodi da utilizzare per venire a capo dell’avaria: "Dobbiamo passare attraverso tutte le procedure operative di verifica per cercare di capire che cosa sia andato storto nel primo week end di gara. Però, si può veramente prendere atto del fatto che abbiamo avuto soltanto sei giorni di test. Il gap è evidente. Tutti gli altri avevano 21 giorni per provare...”.
In conclusione, secondo Mark Preston: "Siamo gli unici che hanno potuto gestire così poche giornate di test. Il risultato è che alcuni dei guai sono emersi soltanto per il fatto, estremamente semplice, che in pista abbiamo subito spinto molto...".
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