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Gomme: come non sentire la... pressione che cresce

La Pirelli nel Gp d'Australia ha aumentato la pressione di gonfiaggio degli pneumatici di 4 psi all'anteriore e 1 psi al posteriore. L'incremento del carico di oltre 400 kg rispetto al 2015 e l'aumento delle prestazioni hanno imposto i nuovi valori. Ma c'è chi fa il furbo?

Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 Team W07

Foto di: XPB Images

La Pirelli a Melbourne ha aumentato il valore minimo della pressione di gonfiaggio delle gomme rispetto al 2015. Una scelta votata alla sicurezza che ha fatto emergere diversi mal di pancia fra i team per l’elevato scostamento dai dati dello scorso anno.

La Casa milanese, infatti, ha portato a 21,5 psi la pressione degli pneumatici anteriori, mentre nel 2015 era di 17,5 psi, e al posteriore è stato deciso un limite minimo di 18,5 contro i 17,5 dell’anno prima, quando i valori erano ancora solo consigliati e non parte delle regole come è poi accaduto a partire dal Gp d’Italia.

Si tratta di un aumento piuttosto consistente, specie all’anteriore che secondo alcuni piloti avrebbe reso le monoposto più scivolose specie in inserimento di curva. E allora come mai la Pirelli ha deciso di modificare dei dati che hanno rischiato di modificare il comportamento delle vetture?

Ingegneri Pirelli
Mario Isola in riunione con alcuni Ingegneri Pirelli

Photo by: Pirelli

Oltre 400 kg di carico in più rispetto al 2015!

La risposta è piuttosto semplice: nei test invernali di Barcellona sarebbero emersi dei dati di carico aerodinamico delle nuove monoposto enormemente superiori a quelli che si erano registrati alla fine della stagione 2015. Si parla di circa 400 kg in più di carico verticale sulle monoposto top come Mercedes e Ferrari, arrivando a carichi che non si erano mai raggiunti in precedenza.

Si tratta di indicazioni che avevamo già segnalato dalla Spagna, mettendo in evidenza che, specie in Mercedes, temevano la fuga in avanti dei regolamenti 2017, intenzionati ad abbassare i tempi sul giro di 3/5 secondi rispetto alla stagione scorsa. Possiamo dire che circa metà del gap è già stato recuperato quest’anno, pur restando in vigore delle norme tecniche che non sono state cambiate.

La pole di Hamilton abbassata di 2"4 in un anno

La puntuale conferma l’abbiamo avuta in qualifica: Lewis Hamilton con la W07 Hybrid ha abbassato il tempo della pole position del 2015 di 2”480, mentre Nico Hulkenberg con la Force India VJM09 ha toccato i 330,3 km/h alla speed trap, risultando una decina di chilometri più veloce rispetto al campionato precedente.

Siccome la pressione di gonfiaggio cresce all’aumentare del carico in funzione della velocità, si può capire la ratio che ha spinto la Pirelli a rivedere i valori minimi. Le squadre, però, sanno che potendo girare con una pressione minore possono aumentare la superficie di contatto del pneumatico e migliorare le prestazioni.

E siccome i commissari della FIA effettuano i controlli a vettura ferma in griglia di partenza, non deve affatto sorprendere che i team abbiano cercato degli strumenti per aggirare il problema. La Mercedes, per esempio, porta anche sullo schieramento dei riscaldatori dei dischi dei freni, gli stessi che vengono usati nei box, mentre la Ferrari li usa nelle soste ai box. L'anno scorso, invece, si erano viste delle termocoperte per i cestelli dei freni, sotto.

Mercedes brake warmers
Mercedes W06 Hybrid con la termocoperta dei cestelli dei freni posteriori nel 2015

Photo by: Giorgio Piola

Si scaldano i dischi dei freni: perché?

A cosa servono? A incrementare la temperatura dei cerchi e, quindi, delle gomme quando queste vengono tolte dalle termocoperte e montate sulla monoposto. L’aumento della temperatura determina anche quello della pressione. Grazie a questo espediente si raggiungono i valori minimi imposti dalla Pirelli, ma poi nel giro di formazione della griglia si registra un calo della temperatura che fa abbassare anche la pressione sotto ai dati fissati dal fornitore di gomme, ritrovando quella soglia prestazionale che si cercava con questo stratagemma.

Cesare Maria Mannucci di Autosprint ritiene che altre squadre si siano specializzate nell’intervenire sulla valvola della gomma che al suo interno avrebbe una molla che si allenterebbe dopo alcuni giri, determinando la voluta perdita di pressione. I tecnici Pirelli stanno analizzando le ruote che tornano per lo smontaggio degli pneumatici e spesso notano la mancanza della molletta. Fatta la regola, trovato l’inganno?

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