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Dakar | Picco, 67 anni e non sentirli: "C'è sempre un motivo per tornare"

Il veterano italiano è arrivato alla sua 29esima partecipazione alla Dakar, ma la determinazione è ancora la stessa della prima. L'obiettivo è sviluppare e portare al traguardo la Fantic, dando un riferimento al nuovo compagno di squadra Alex Salvini.

Franco Picco e Alex Salvini

Dakar 2023 | Moto

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Non a caso lo chiamano “l’Africano”. Il vicentino Franco Picco, iscritto dal 2015 nel prestigioso albo d’oro FIM Cross-Country Rally Legend, è al via della 45° edizione della Dakar.

Numero 67 come i suoi anni, Picco è una garanzia tanto che lo scorso anno Fantic gli aveva affidato il compito di sviluppare la moto nel rally più massacrante al mondo. Missione compiuta. Il progetto ha preso forma e la leggenda italiana è pilota ufficiale insieme al campione del mondo enduro E2 2013 Alex Salvini, al debutto nella disciplina.

“Che consiglio ho dato a Alex? Di andare piano!”. In una corsa dove l’esperienza conta più della velocità, la presenza di Picco nel team è fondamentale per far crescere la moto, ma anche come riferimento per Salvini. “Chi lo sa”, scherza, “qualche volta potrei essere io ad aver bisogno di lui in una speciale”.

Sempre con i piedi per terra nonostante un palmares da paura, Picco si dirige dal fisioterapista. “Da quando sono ufficiale”, sorride, “ho anche il fisioterapista! La Dakar è iniziata con una tappa impegnativa: terreno veloce, rocce e infine dune. Non ho avuto problemi sulla sabbia, anzi, me la sono cavata bene sulle dune, mentre i miei polsi hanno sofferto nelle pietraie. La moto invece va molto bene. Sono contento perché dopo lo shakedown e il prologo abbiamo fatto le ultime modifiche come la posizione in sella e la strumentazione”.

Franco Picco e Alex Salvini

Franco Picco e Alex Salvini

Photo by: Maria Guidotti

Oggi la carovana si dirige a nord per la seconda tappa, Sea Camp - Al Ula. Il menu prevede ancora pistoni, attraversamenti di oued (letto del fiume), roccia e pochissima sabbia. Un 25% di sassi su 430 km di prova speciale che ha messo a dura prova professionisti e amatori.

A determinazione nessuno batte Picco. Alla fine la carta d’identità è solo un numero e Franco in moto è un ragazzino. Gli acciacchi dell’età svaniscono in sella alla moto. “Ogni anno c’è sempre un buon motivo per tornare. Così facendo siamo arrivati alla 29esima Dakar”.

Quanto all'obiettivo: "Finire resta sempre la priorità. Come lo scorso anno, per Fantic è importante fare più chilometri possibili per cui è veramente importante arrivare a Damman. Rispetto allo scorso anno che ero solo, siamo in tre con Alex Salvini e Tiziano Internò. La moto va bene e per me questo è un vero e proprio shakedown in gara perché non ho avuto modo di testarla prima”.

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