Dakar 2022 | La nuova sfida di Franco Picco si chiama Fantic
Il 66enne italiano è al via della sua 28° Dakar e per lui si tratta di una sfida completamente nuova, visto che è in sella ad una Fantic. L'obiettivo è arrivare al traguardo e sviluppare la moto: "Mi sento un pilota ufficiale per una Casa Italiana".
Foto di: Maria Guidotti
Dakar 2022 | Moto
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Tra i quindici italiani in gara nelle categoria moto oltre alla grande novità di Danilo Petrucci al debutto tra le file di KTM ufficiale, anche il mitico Franco Picco. A 66 anni il vicentino affronta la Dakar per la 28° volta alla guida di un progetto tutto italiano: una Fantic 450.
“Ho scelto il numero 66 per ricordarmi dell’età”, scherza Picco, forte di un fisico che fa invidia ai più giovani.
Lo scorso anno aveva sfidato la gara più dura al mondo nella categoria Malle Moto, quella senza assistenza per tipi veramente tosti, portandola a termine. “Se ci penso, sento ancora tutti i dolori alla schiena. A dire tutta la verità è stata massacrante. Non tanto per la meccanica perché è il mio pane quotidiano, ma per i chilometri e chilometri di pietraia che hanno spezzato i concorrenti nei primi giorni del rally”.
Terminato 92esimo oggi dopo un prologo di 19 chilometri su un trasferimento di 834 da Gedda, sul Mar Rosso, ad Ha’il nel nord del Paese, Franco Picco è contento come un bambino in un negozio di giocattoli. “C’è sempre un buon motivo per correre la Dakar: quando un compleanno, quando una ricorrenza speciale. Quest’anno la sfida è sviluppare la Fantic 450, presentata anche a Eicma. Il progetto è molto interessante. Ne avevamo già parlato in passato con l’amministratore delegato di Fantic, ma a giugno abbiamo concretizzato e fatto la prima prova di un prototipo. La sensazione è stata subito buona. Non solo, mi hanno approcciato per la mia esperienza da pilota e mi piace l’idea di sviluppare un kit racing per il mercato italiano”, racconta Picco con soddisfazione.
“La moto è stradale, ma avrà tutto per affrontare una Dakar. Mi sento un pilota ufficiale per una Casa Italiana”.
Franco Picco, Fantic Racing
Il motore e il telaio sono Yamaha, che ha smesso di produrre la moto, mentre le plastiche, il serbatoio e le restanti parti sono state realizzate da Fantic con il supporto anche di Fernando “Piccolo”. L’obiettivo della casa è portare la moto al termine e raccogliere i dati.
Questa volta Franco potrà avvalersi di una bella organizzazione logistica, con un camion di assistenza e un meccanico. “E un massaggiatore”, aggiunge Franco, sorridendo.
“Il prologo è stato il battesimo della Fantic sulle dune e sono soddisfatto. Anche il percorso è interessante e rispetto allo scorso anno ci hanno promesso più sabbia e meno pietraie”.
Terza edizione della corsa in Arabia Saudita, vale ancora la pena correre la Dakar? “In realtà è un evento in grande crescita, come dimostra anche in numero di italiani al via. L’interesse è cresciuto e per un amante di moto, avventura e rally raid, la Dakar resta la regina”.
In costante contatto un ingegnere Fantic, Picco ha come primo obiettivo quello di finire e raccogliere i dati per continuare lo sviluppo. “La gara infatti inizia diversi mesi prima. Il vero lavoro è la preparazione. Adesso inizia la parte più divertente, dove dobbiamo mettere in pratica quanto studiato, sviluppato negli ultimi mesi. Non avendo potuto fare test in Africa sulle dune, ma solo in campi da cross, sono comunque molto fiducioso. Io mi sono tenuto in allenamento facendo dei giri in Oman”.
La sfida più grande? “Forte della mia esperienza, sono tranquillo. La moto è agile e ben bilanciata. La mia filosofia è un giorno alla volta e finora ha premiato”.
Franco Picco, Fantic Racing
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