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Intervista

Dakar, Loeb: "Non corro per arrivare dietro a Toyota o Mini”

Intervista esclusiva di Motorsport.com al pilota francese che a gennaio affronterà una nuova sfida con la 4x4 della Prodrive, senza bisogno di grandi motivazioni perché alla fine gareggiare è la sua vita.

Sebastien Loeb, BRX

Bahrain Raid Xtreme team

Nonostante i 19 anni di carriera all'attivo, le motivazioni di Sébastien Loeb di correre in grandi eventi internazionali sono ancora altissime. Dopo le avventure nel WRC con la Citroën e la Hyundai, il prossimo impegno del francese si chiama ancora Dakar, alla quale prenderà parte nel 2021 con il team Bahrain Raid Xtreme, nuovo progetto di Prodrive.

Assieme al fido navigatore Daniel Elena, Loeb salirà a bordo della BRX T1 4x4 dal 3 al 15 gennaio e dopo il test svolto a Dubai, Motorsport.com l'ha raggiunto per una intervista esclusiva.

Cosa ti ha spinto ad affrontare un nuovo progetto con la Dakar?
"Beh, le volte che ho fatto la Dakar mi è capitato di rimanere deluso in alcuni momenti, in altri sono stato contento, ma in generale da vivere è un'avventura incredibile. Ho visto dei paesaggi che non avrei mai visto se non avessi fatto questa gara. È un tipo di avventura che condividi con la tua squadra, il tuo co-pilota... È una bella esperienza che mi piace fare. Sono passati due anni da quando ho deciso di tornare nel WRC, ho avuto una grande opportunità con Hyundai e mi è piaciuto molto, ma credo che sia giunto di nuovo il momento di ritirarmi dal WRC, perché è complicato fare anche solo metà stagione ed essere competitivo con così pochi test. Quindi penso che sia stata questa la nuova motivazione per tornare alla Dakar, ero interessato al progetto, ho avuto buoni contatti e proposte da diversi team; alla fine ho deciso di andare con Prodrive, perché la presentazione che mi hanno fatto, l'aspetto della vettura e la motivazione che hanno su questo progetto sono stati entusiasmanti".

Perché hai deciso di ripartire da zero e di non optare per altri team più consolidati, come la Toyota?
"All'inizio ero invogliato ad andare in un team con esperienza come la Toyota o da privato con la Peugeot, che sappiamo come funziona. Ma la Prodrive mi voleva fortemente e dopo aver visto il progetto e l'auto, con tutto il lavoro che hanno fatto, mi sono reso conto che se dovessi fare io una macchina, la penserei esattamente allo stesso modo. Non avrei saputo fare meglio. In più è una grande azienda, con tante possibilità di costruire nuovi pezzi. Sono rimasto molto colpito dalla serietà di questo progetto e poi penso che potrebbe essere interessante partire da zero con una nuova squadra come questa, costruire l'auto intorno a me e fare come voglio io. Forse è stata la soluzione migliore, nonostante sappiamo che può essere difficile nel primo anno perché c'è tanto lavoro da fare".

Quando è stato deciso il tutto?
"Non è stata questione di qualche mese, prima di valutare il progetto seriamente ho esitato a lungo. Ma dal momento in cui sono andato alla Prodrive e ho visto tutto, mi sono sentito quasi sicuro che fosse quello che volevo. Ne ero convinto quando ero là in sede e anche quando sono tornato a casa. Mi pare fosse il periodo del primo lockdown".

Nel 2018, dopo l'uscita della Peugeot, avevi detto che avresti lasciato passare parecchio tempo prima di tornare alla Dakar. Poi hai corso nel 2019 e ora sei di nuovo qui, dopo appena un anno di sosta, che rally è per te?
"E' l'unica gara che ho fatto dove si vive quel tipo di avventura e dove si scoprono dei posti incredibili che non si vedono mai da nessun'altra parte. Sono stato molto competitivo nell'ultima Dakar che ho fatto con la Peugeot 3008 DKR privata di PH Sport. Ho chiuso terzo, siamo stati sfortunati a volte, abbiamo avuto qualche problema e cose del genere, ma dal punto di vista delle prestazioni ho avuto un ottimo feeling con la macchina, sono riuscito a spingere e a vincere quattro tappe, anche se alla fine non mi sono aggiudicato la gara. Anche questa è una motivazione che mi ha spinto a tornare riprovandoci".

Hai un nuovo compagno di squadra con Nani Roma, com'è iniziato il rapporto con lui?
"Credo che abbiamo la stessa impressione della macchina. Nani lo conosco da tempo, non abbiamo mai lavorato insieme, ma ci siamo visti qualche volte in giro per i rally e lui mi è sempre piaciuto come persona. E' semplice, è normale, è molto motivato e ha molta esperienza, quindi possiamo condividere tante cose e penso che possiamo fare un ottimo lavoro insieme. Quindi sono felice di lavorare con Nani in questo progetto".

In quattro Dakar hai guidato tre auto diverse; se prendiamo la Peugeot 3008 DKR MAXI come esempio, della BRX T1 cosa ti ha sorpreso di più?
"Forse è meglio lasciare perdere la Peugeot 2008 DKR! (ride, ndr). La 3008 DKR e la 3008 DKR MAXI sulle prestazioni non avevano una grande differenza. Ora la differenza più grande per me è che abbiamo una 4x4, ma tutto il regolamento è diverso. E' un grande vantaggio per i buggy in alcune condizioni visto il loro disegno delle sospensioni, il peso minore, le ruote più grandi e la regolazione della pressione degli pneumatici dall'abitacolo. Sto scoprendo il 4x4 ora, ho la sensazione che le sospensioni funzionino ancora bene, di sicuro non è la stessa cosa, ma il punto di forza di questa macchina è il bilanciamento e la maneggevolezza. Quando ci si trova in alcune zone con ghiaia come le strade dei rally è molto meglio e molto più preciso guidare un'auto come questa, che è un buon compromesso. Ciò che può fare la differenza è anche il tipo di rally. Se è molto veloce, con molte dune e tratti sconnessi allora è meglio per i buggy, se hai parti più lisce va di più il 4x4. Il feeling con la macchina è davvero bello, mi piace più guidare questa che il buggy perché le sensazione di guida sono più simili al WRC. Mi diverto molto quando si può spingere. Abbiamo una buona macchina, ma vedremo come sarà rispetto al buggy alla Dakar".

Quindi bisogna adattare il proprio stile di guida un po' meno che in passato con quest'auto...
"Sicuramente. Dal punto di vista della guida, non ho dovuto cambiare il mio stile, ma adattarlo alle dune perché ero abituato a guidare un buggy a due ruote motrici lì e ora con uno pneumatico stretto ad alta pressione si può scendere attraversando la sabbia abbastanza facilmente e con quattro ruote motrici puoi evitare brutte situazioni. È un approccio diverso alle dune, devo abituarmi, certo, ma alla fine sta andando bene. Sono fiducioso che riusciremo a fare qualcosa di buono se non avremo grossi problemi durante la Dakar".

Come sono stati i giorni di test in Medio Oriente?
"Per prima cosa abbiamo cercato di mettere a punto la macchina, di trovare il miglior compromesso possibile prima di fare molti chilometri. Abbiamo anche avuto qualche piccolo problema che ci ha fermato durante i test, quindi non siamo riusciti a fare sempre esattamente quello che volevamo. Ma alla fine, i problemi che abbiamo avuto sono quasi sempre gli stessi, ed è una cosa che risolveremo abbastanza facilmente. Nel complesso, sono stato contento delle prestazioni della vettura, della solidità e dell'affidabilità. Potevamo rompere il cambio, il motore, cose diverse, ma non è successo. Di solito si spaccano quelle, invece è andata bene. Sono abbastanza fiducioso che nel prossimo test di dicembre avremo tutto il pacchetto per la Dakar e convinto che non ci saranno grandi rotture. La macchina è molto compatta, il che la rende abbastanza agile, bella da guidare. Magari è più difficile da sistemare per i meccanici perché tutto è veramente compatto, ma abbiamo bisogno di un'auto forte che non si rompa e ci stiamo lavorando. Sono abbastanza fiducioso che faremo qualcosa di buono. Il primo anno sappiamo che è sempre complicato. Penso che nessuno sia andato alla Dakar da debuttante riuscendo a vincere. Stiamo lavorando alacremente e non siamo messi male".

Cosa avete in programma nelle prossime settimane?
"Ora sono tornato in Svizzera, la squadra e Nani sono ancora là a provare. Tornerò a dicembre per fare l'ultimo test. Lì cercheremo di fare delle tappe lunghe perché ci arriveremo con l'assetto della gara di gennaio. L'obiettivo sarà quello simularla e fare qualche km in più. Speriamo vada bene".

Credi che sia già possibile competere contro due squadre consolidate come MINI X-Raid e Toyota il prossimo gennaio?
"Lo spero, di sicuro. Non ci andiamo per arrivare dietro a questi. Voglio sempre vincere, quindi l'obiettivo è fare del nostro meglio, essere pronti e poter competere. Poi, come ho detto, non possiamo paragonarci direttamente a un'altra macchina non avendo fatto molti chilometri, quindi è un po' difficile sapere come andrà in gara".

Il caos dovuto al COVID-19 ha limitato i test per tutti; forse la Prodrive se la può giocare alla pari...
"Sì, credo anche io. Ma le altre auto, se si guarda la Toyota o la MINI, gareggiano da anni alla Dakar, quindi conoscono tutti i punti chiave della competizione. Per noi è un po' diverso, ecco perché stiamo cercando di provare molto nel deserto. Il progetto ha avuto un piccolo ritardo a causa della pandemia, ma ora che siamo in grado di guidare stiamo cercando di farlo il più possibile. Speriamo che la cosa ci ripaghi".

C'è qualcosa del WRC che si può usare anche alla Dakar, o bisogna ripartire da zero su tutto?
"Penso che l'esperienza del WRC sia sempre buona, devi essere sempre al massimo, non c'è margine e si è sempre al limite. Mi aiuta molto continuare a pensare alla guida, a mantenere quelle sensazioni e ad essere al limite. Il fatto di aver guidato quest'anno nel WRC mi ha aiutato sicuramente".

Dopo 19 stagioni da pilota professionista di rally, dove trovi le motivazioni?
"Insomma... è la mia vita! I rally e la competizione sono la mia vita, non mi sento vecchio e mi diverto ancora. Ora con questa nuova sfida sono ancor più entusiasta, perché so che cerchiamo di lavorare tutti insieme al nuovo progetto e tutta la squadra lo fa alacremente. E alla fine siamo io e Daniel in macchina che dobbiamo darci da fare per raggiungere gli obiettivi, quindi tutta questa preparazione e il modo in cui lo stiamo facendo è volto a quello. Non ho bisogno di trovare motivazioni, mi piace quello che faccio. Quando sono seduto in macchina voglio essere il più veloce. Questa è la mia motivazione naturale".

Hai avuto una leggenda della Dakar in squadra come Stéphane Peterhansel: cosa hai imparato da lui, specialmente dopo la tua fantastica battaglia nell'edizione del 2017?
"Quando guidavo la Peugeot tutti i miei compagni di squadra erano forti e avevano molta esperienza, non solo Peterhansel, ma anche Carlos Sainz. Di sicuro avevo qualcosa da imparare da loro. Parlo in generale. Quando si discuteva assieme ho capito alcune cose. Per il resto, ho dovuto farmi la mia, di esperienza. Ma di sicuro, per me e Daniel è stato un vantaggio lavorare con alcuni piloti molto esperti come loro".

Quest'anno gareggerai di nuovo contro Sainz, che ha vinto la sua terza Dakar lo scorso gennaio: ti ha sorpreso?
"Ovviamente, ma lui va sempre fortissimo e credo che oggi alla Dakar sia uno dei piloti che va di più. Ha ancora lo stile di guida aggressivo del WRC, spinge sempre al massimo. E se il suo co-pilota farà un buon lavoro, sono sicuro che può ancora continuare a vincere. E' sicuramente uno dei migliori. Sono stato felice per lui quando ha vinto perché non è più così giovane e avere ancora questo spirito combattivo è incredibile".

Sarà il tuo principale rivale quest'anno?
"Il mio principale rivale sarò io stesso! Con co-pilota e macchina, al momento. Poi, se Carlos potrà essere il principale avversario alla fine di sicuro sarò contento. Significherebbe che saremo in lotta ed è quello su cui dobbiamo lavorare. Spero sia così".

Dopo Dakar dove ti vedremo?
"Ah, non lo so quello che farò! (ride, ndr).

Correrai nella Extreme E?
"Non lo so. Non posso dire ancora nulla, ma lo saprete presto. Un piano c'è..."

Infine: come fa uno sportivo professionista come te a gestire tutta questa triste e stressante situazione dovuta al COVID-19?
"Ci sono riuscito, come tutti. Sicuramente inizia a essere piuttosto lunga. Dobbiamo adattare la nostra vita alla situazione e non è molto divertente. Non si può andare al ristorante, non si fa niente con i bambini perché è tutto chiuso... è complicato. Io ci convivo. In Svizzera non c'è più l'isolamento, esco per fare quello che mi serve. Penso che sia più difficile per chi vive in un appartamento nel centro delle grandi città dove c'è un isolamento totale. Non mi lamento della mia situazione, sono stato fortunato a vivere tutto questo così come l'ho vissuto. Spero che in futuro le cose cambino e che si possa tornare a una vita normale".

Sebastien Loeb e Nani Roma, BRX
Sebastien Loeb, Nani Roma, BRX
Sebastien Loeb, Nani Roma, BRX
Sebastien Loeb, ODYSSEY 21 E-SUV
Sebastien Loeb, Nani Roma, BRX
Sébastien Loeb, Citroën C-Elysee WTCC, Citroën World Touring Car team
Sébastien Loeb, Citroën C-Elysee WTCC, Citroën World Touring Car team
Sébastien Loeb, Citroën C-Elysee WTCC, Citroën World Touring Car team
Sébastien Loeb, Citroën C-Elysee WTCC, Citroën World Touring Car team
Sébastien Loeb, Citroën C-Elysee WTCC, Citroën World Touring Car team
Sébastien Loeb, Hyundai Motorsport
Sébastien Loeb, Hyundai Motorsport
Sébastien Loeb, Daniel Elena, Hyundai Motorsport Hyundai i20 Coupe WRC
Sébastien Loeb, Daniel Elena, Hyundai Motorsport Hyundai i20 Coupe WRC
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