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Intervista

Dakar | Al-Attiyah: "Audi sta uccidendo i raid: noi siamo in 35, loro 90"

Il pilota della Toyota, rimasto ammaliato dal bivacco Marathon di ieri, è ormai ad un passo dalla sua quinta affermazione alla Dakar, ma ancora una volta ha puntato il dito contro l'approccio della Casa tedesca, che secondo lui sta alzando troppo l'asticella rispetto a quella che è sempre stata la tradizione di questo evento.

#200 Toyota Gazoo Racing Toyota: Nasser Al-Attiyah

Foto di: Red Bull Content Pool

Dakar 2023 | Auto

Tutti gli aggiornamenti sulla Dakar 2023

Si parla di figli, cappottamenti e minuti strappati all’avversario. Si ride al bivacco. Una grande tenda nomade a ferro di cavallo incornicia la tappa marathon. Seduti sui tappetti, tra cuscini orientali e il tradizionale te, i concorrenti scherzano e si raccontano gli aneddoti della giornata. Una sorta di ritorno alle origini quando la leggendaria Paris-Dakar di correva in Africa.

“Dovrebbe essere sempre così”, confessa il leader della generale Nasser Al-Attiyah. Non ci sono barriere, camper e uffici stampa e finalmente i piloti si lasciano andare a piacevoli confessioni.  Sempre disponibile e sorridente Nasser Al-Attiyah, leader della generale non si è tirato indietro.

Campioni in carica, con quale obiettivo avete preso il via di questa Dakar 2023?
“L’approccio non è cambiato dallo scorso anno. L’obiettivo è difendere il titolo e ripeterci. Il 2022 è stato magico: vittoria della Dakar e del Campionato del Mondo FIA World Rally Championship. È un onore per noi essere qui e riprovarci. Ma sapevamo che non sarebbe stato facile.”

Come si è comportata la nuova macchina?
“E’ un progetto giovane. Abbiamo testato la nuova Toyota solo all’inizio di dicembre in Namibia.  Abbiamo avuto qualche problema i primi giorni ma due giorni fa abbiamo fatto delle modifiche e adesso va molto meglio”.

Toyota Gazoo Racing #200: Nasser Al-Attiyah, Mathieu Baumel

Toyota Gazoo Racing #200: Nasser Al-Attiyah, Mathieu Baumel

Photo by: Red Bull Content Pool

Siamo abituati a vedere Nasser Al-Attiyah all’attacco. Adesso però si tratta di gestire il vantaggio...
“Abbiamo vinto tre tappe e il nostro approccio è sempre spingere al massimo. Siamo qui per correre ed è quello che ci piace fare, ma adesso l’obiettivo è vincere la corsa per cui con Matthieu (Baumel, il copilota) facciamo tappe più intelligenti. Non è facile però tenere alzato il piede (sorride)”.

La debacle Audi vi ha reso la vita più facile...
“Quando la loro macchina va bene, devo dire che noi dobbiamo stare sempre al limite. Non c’è parità. La velocità di punta (170 km/h) è uguale per tutti, ma noi ci arriviamo in qualche chilometro, loro neanche uno. E’ qui che perdiamo molto. Così come a livello di trazione. Vedi le Audi salire sulle dune e sembrano essere telecomandate”.

Cosa si può fare per tenere un maggior livello di uguaglianza?
“Sicuramente non modificare il BOP con la gara in corso, come è successo quest’anno. Per mantenere alto l’interesse ma anche lo spirito della gara, occorre che ci sia uguaglianza”.

La differenza di budget come di tecnologia è però abissale tra Audi e tutti gli altri team al via, compresi quelli ufficiali...
“Secondo me, ma non solo, Audi sta uccidendo il nostro sport con un budget e un dispiego di forze  pazzesco. Nessuno può tenere il loro passo. Noi, per esempio, abbiamo il supporto di Toyota però non siamo un team factory. La base è in Sud Africa. Siamo in 35 sulla Dakar contro gli oltre 90 del team Audi per le stesse tre macchine. Senza menzionare il budget”.

A proposito di spirito della corsa, che atmosfera si vive sulla tappa marathon?
“Quest’anno ASO ha fatto un bellissimo lavoro. Questo bivacco è bellissimo. Dovrebbero essere tutte le tappe così. Si dorme in tenda e ci si ritrova intorno al fuoco o sotto una tenda nomade. Mi è piaciuto molto anche il bivacco iniziale a Yanbu. Siamo stati tutti insieme invece che in hotel”.

Leggi anche:
Toyota Gazoo Racing #200: Nasser Al-Attiyah, Mathieu Baumel

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Photo by: Toyota Racing

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