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Dakar 2020: occhi puntati su Alonso. Attenzione all'insidia dune

7.500 i chilometri di gara totali, 5.000 quelli cronometrati. Il 75% di questi saranno su sabbia, vera insidia della corsa. Nelle Moto KTM l'avversario da battere. Nei camion sfida tra Kamaz e Iveco.

#301 Toyota Gazoo Racing Toyota Hilux: Fernando Alonso

Foto di: Toyota Racing

La Dakar è alle porte. Ancora poche ore e i protagonisti che prenderanno parte all'edizione 2020 partendo nella prima tappa che porterà la carovana composta da piloti che si sfideranno nelle categorie Auto, Moto, Camion, Quad e SSV da Jeddah - sede della partenza - ad Al Wajh. Questa edizione sarà rivoluzionaria non tanto per la presenza di piloti di alto calibro, uno su tutti Fernando Alonso, ma anche, se non soprattutto, per il luogo in cui sarà svolta. Per la prima volta nella sua storia il Rally Raid più celebre al mondo si disputerà in Medio Oriente.

Il percorso

Così come lo scorso anno, la Dakar si terrà tutta sul suolo di un unico stato. Ma se nel 2019 il palcoscenico è stato il Peru, questa volta a fare da cornice alla gara sarà l'Arabia Saudita.

12 le tappe previste, con un riposo che spezzerà in due metà esatte la corsa. Questo avverrà il settimo giorno, così avremo una prima parte di gara composta da 6 tappe e una seconda di altrettante.

Il chilometraggio complessivo sarà di 7.500 chilometri (bisogna tenere conto dei tratti di gara e quelli di trasferimento), mentre la distanza complessiva cronometrata sarà di 5.000 chilometri. 5 tappe avranno una distanza da coprire superiore a 450 chilometri.

Un'altra caratteristica molto importante, che sarà anche una delle note che porteranno i protagonisti a fare la differenza o ad alzare bandiera bianca, è la presenza di terreno sabbioso, dunque delle dune. Si tratta di una delle difficoltà maggiori per chi corre la Dakar e in questa edizione la sabbia sarà la regina, perché il 75% del percorso complessivo la vedrà protagonista.

La tappa più lunga dal punto di vista del percorso cronometrato sarà la numero 7. 741 chilometri complessivi, per un totale di 546 chilometri di gara (i restanti, ovviamente, di trasferimento). La più corta, invece, sarà la prima, che porterà da Jeddah ad Al Wajh con i suoi 319 chilometri cronometrati.

I concorrenti

Come detto, le categorie in cui si sfideranno i piloti sono 5: Auto, Moto, Camion, Quad e SSV. Nella categoria dedicata alle 2 ruote spicca sempre lo squadrone KTM, che andrà alla ricerca dell'ennesimo successo. I concorrenti che si daranno battaglia nelle moto saranno 156.

Immancabile il plotone degli italiani formato da Jacopo Cerutti, Maurizio Gerini, Frncesco Catanese, Alessandro Barbero, Mirko Pavan, Alberto Bertoldi, Cesare Zacchetti, Fabio Fasola e Matteo Olivetto.

Nella categoria Auto, invece, gran parte degli occhi saranno puntati su Fernando Alonso. Il pilota asturiano vincitore di 2 titoli iridati in F1, 2 24 Ore di Le Mans, 1 titolo iridato WEC si cimenta anche nei rally raid e lo farà con Toyota, rafforzando - almeno mediaticamente - una squadra già di per sé forte data la presenza di piloti del calibro di Nasser Al-Attiyah e Giniel De Villiers.

Ma gli avversari per la Casa giapponese non mancheranno. MINI X-Raid si ripresenta con una line up piloti che comprende i pluri vincitori della Dakar Carlos Sainz e la leggenda Stéphane Peterhansel. A rafforzare il team ci sarà anche lo spagnolo Nani Roma e l'argentino Orlando Terranova. Le vetture al via della prima tappa saranno 91. Ricordiamo infatti il brutto incidente nello shakedown di ieri che ha messo fuori dai giochi Kolomy. Per quanto riguarda gli italiani in gara abbiamo Andrea Schiumarini e Marco Carrara.

Nella categoria Camion, composta da 46 mezzi, si ripropone la grande sfida tra Kamaz e Iveco. Se la prima può vantare la presenza del pluri vincitore Eduard Nikolaev, il marchio italiano dovrà fare a meno di Gerard De Rooy, pilota di punta e boss dell'omonimo team che correrà anche a questa edizione della Dakar. Buono il plotone degli italiani formato da Claudio Bellina, Paolo Calabria e Antonio Cabini. 

23 i Quad al via della tappa di domani, tra cui non spicca alcun nome italiano. 46 invece gli SSV. In questa particolare categoria, invece, il plotone degli azzurri è considerevole. Immancabile Camelia Liparoti, seguita da Fabio Del Punta, Stefano Marrini, Michele Cinotto ed Elvis Borsoi.

Nuove regole

Da quest'anno i road book sono stampati a colori. Questo richiederà una minor preparazione e un aiuto considerevole, specialmente per piloti e navigatori con meno esperienza. Per almeno 4 prove il road book sarà distribuito alla mattina prima della partenza della tappa: la via più indicata per garantire un trattamento paritario a tutti i concorrenti.

Moto e Quad erano già costretti a fare una pausa di 15 minuti per il rifornimento nel corso delle tappe. Ora uno stop point dovrà essere rispettato da tutte le categorie. Questo provvedimento è stato preso per questioni di sicurezza: questa sosta sarà utile per riposare ed ridurre in numero di sorpassi, per esempio, tra UTV e vetture.

Da quest'anno nella tappa Super marathon il tempo concesso per il service (riparazione danni meccanici) sarà di appena 10 minuti per Moto e Quad una volta arrivate al bivacco. Strategie di gara e scelta gomme, diverranno ancora più difficili.

Se qualche equipaggio dovesse essere costretto al ritiro (escludendo quelli per motivazioni mediche), questi potranno rientrare in gara partecipando a una classifica separata dalle altre denominata "Dakar Experience" per il resto della corsa. Questa è una seconda chance che permetterà agli amatori di imparare e tornare alla Dakar con più esperienza. Da questa lista sono esclusi i piloti inseriti nella Elite List.

Per quanto riguarda gli SSV, ci sono nuove regole dettate dalla FIA. Ci sarà una sola categoria T3 per il peso dei buggie (meno di 900 kg) con un motore più piccolo di 1.000 cc. Questi saranno divisi in 2 classi: T3.S (produzione) che non potranno andare oltre i 120 km/h e la T3.P (prototipi), che andranno a una velocità massima limitata ai 130 km/h.

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