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FIA chiude la F1 fino al 20 maggio: Ferrari rischia la crisi

Mentre i Governi rinunciano al lockdown (l'Italia riaprirà il 4 maggio), la FIA avrebbe deciso di allungare lo shutdown dei team di F1 fino al 20 maggio, per consentire ai team inglesi in crisi di mantenere il furlough. Ma così la Ferrari e i suoi fornitori rischiano dei tagli evitati finora.

Hospitality Scuderia Ferrari

Foto di: Roberto Chinchero

La notizia non è ancora stata ufficializzata, ma come avevamo anticipato nei giorni scorsi nel Report F1 con Roberto Chinchero, la FIA sta valutando di estendere lo shutdown della Formula 1 fino al 20 maggio, bloccando l’attività dei team ben oltre quelli che sono i singoli lockdown governativi legati alla pandemia del Coronavirus.

Il provvedimento sarebbe preso a tutela delle squadre minori del Circus, consentendo loro di allungare il periodo di furlough, il “congedo” temporaneo che sarebbe coperto economicamente dal Governo britannico con un contributo fino a 2.500 sterline al mese..

E tutto questo da un punto di vista sociale è lodevole se si legge il provvedimento solo nell’ottica dei team che non ce la fanno (McLaren, Williams, Racing Point e in parte anche Renault) ma rischia di impattare in modo pesante anche sulle squadre più solide economicamente, come la Ferrari, che non ha fatto ricorso alla cassa integrazione, ma ha mantenuto attivi tutti i suoi dipendenti.

Essere una realtà solida, però, non può diventare una colpa: se il fermo della Formula 1 per il Coronavirus porta la FIA a prolungare lo stop lavorativo fino al 20 maggio (forse i Costruttori di motori una settimana in meno), allora anche i top team potrebbero prendere delle decisioni drastiche mettendo mano agli organici con dei tagli del personale.

Ieri sul Guardian Mattia Binotto ha minacciato il ritiro dalla F1 della Ferrari se il budget cap dovrà essere ulteriormente rivisto al ribasso per arrivare a 130 milioni di dollari nel 2022, dopo che il limite lo si vorrebbe portare a 145 milioni dai 175 concordati nel giugno scorso.

Insomma nel Reparto Corse potrebbero saltare circa 300 posti di lavoro e il prolungamento della chiusura della FIA andrebbe ad accelerare questo doloroso processo che la Ferrari finora ha cercato di evitare salvaguardando il livello occupazionale.

Certo la Casa di Maranello potrebbe cercare di ricollocare in altre aziende una parte del personale, ma quello di cui non si tiene in minimo conto è l’effetto che avrà questo prolungamento di chiusura sui fornitori del Cavallino, molti dei quali sono già con l’acqua alla gola.

È come se si fosse tolto il tappo dalla vasca da bagno: il rischio è che venga risucchiato nello scarico anche chi aveva le risorse per galleggiare, mentre l’allungamento della chiusura potrebbe produrre un affondamento collettivo.

Il Governo italiano è pronto ad avviare la Fase 2 dal 4 maggio, arrivando in grave ritardo rispetto alle decisioni di altri Paesi che hanno già riaperto alla mobilità e alla produttività.

La FIA prorogando di tre settimane la chiusura ai team, con la volontà di mettere tutti sullo stesso piano, rischia di generare delle crisi anche nelle strutture che cercavano di resistere senza gravare sugli aiuti di Stato, visto che la pandemia sta provocando un gravissimo taglio del PIL e una forte recessione economica.

Niente vieta che le squadre in difficoltà mantengano le factory chiuse per sostenere il personale con i sussidi, ma portare alla crisi anche chi avrebbe le forze per reggere il colpo è troppo. Liberty e FIA dovranno fare delle valutazioni più allargate, dove la tenuta dei team andrà oltre alla parità di operare degli sviluppi sulle monoposto, tanto più che Ferrari e AlphaTauri hanno chiuso prima delle squadre inglesi.

Una parte della stampa britannica, supportata anche da qualcuno di poco italiano, ha sferrato un duro attacco alla Ferrari contestandole il ruolo egemone in F1, di squadra che pur non vincendo niente da anni pretende di dettare le regole del gioco a tutti.

La sensazione, invece, è che a Maranello in questa fase di grave difficoltà del Circus abbiano assunto un ruolo molto responsabile che spesso è andato contro alle proprie convenienze, ma se l'inadeguatezza di certe scelte deve portare anche il Cavallino nel baratro è giusto che Binotto si difenda...

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