Lutto nei rally: è morto Roberto Angiolini, anima del Jolly Club
Il presidente del Jolly Club che ha lanciato piloti del calibro di Sainz, Biasion, Auriol, Cunico, Alex Fiorio si è spento a causa di complicazioni dopo aver contratto il coronavirus.
Foto di: Roberto Angiolini
Il Mondiale Rally, ma più in generale il movimento rally di tutto il mondo, è in lutto. Poche ore fa si è spento Roberto Angiolini, presidente dello storico Jolly Club che corse nel WRC dagli anni 70 agli anni 90.
Angiolini era ricoverato in ospedale a causa di un ictus. Il decesso, stando alle prime informazioni, sarebbe stato causato da complicazioni legate alla contrazione del coronavirus.
Grazie a Roberto Angiolini, tanti campioni del panorama rally hanno potuto mostrare il loro talento. Solo per citarne alcuni: Carlos Sainz, Massimo "Miki" Biasion, Didier Auriol, Gianfranco "Franco" Cunico, Alex Fiorio, Dario Cerrato.
Il Jolly Club, scuderia che ha assunto carattere internazionale proprio sotto la guida di Roberto, è stato fondato nel 1957 a Milano dal padre Mario. Roberto, poi, fece correre il team nel Mondiale Rally schierando in particolar modo vetture italiane.
Indimenticabile il rapporto che ha unito il Jolly Club a Lancia. Il marchio schierò sotto le insegne del team vetture come la Stratos, la Fulvia, senza dimenticare le 037 e la Delta S4 Gruppo B per arrivare alle Delta HF 4WD e HF Integrale.
Il team Jolly Club vanta anche due presenze nel Mondiale di Formula 1, fatte nel 1986. La creatura di Mario e Roberto Angiolini prese parte a due gare in collaborazione con la AGS.
Poco fa, Carlos Sainz ha ricordato Angiolini con un post sulla propria pagina ufficiale di Twitter: "È morto Roberto Angiolini, proprietario del Jolly Club con cui ho corso nel 1993. La mia vicinanza alla famiglia e agli amici. Riposa in pace".
Questo invece il ricordo commosso di Franco Cunico: Lasci un vuoto immenso nel motorsport, un vuoto nelle mia vita privata e sportiva, mi hai fatto conoscere i rally facendomi fare il professionista fin dal Trofeo A112, non scorderò mai il tremore nel suonare il campanello di Piazzale Istria a Milano al lunedì dopo ogni gara ma dopo una gioia o un rimprovero finivamo a mangiare "dalla Zia" tu Claudio ed io. Grazie per quello che mi hai dato ed insegnato, ciao Boss".
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