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Analisi

MotoGP | Perché i piloti perderanno 11 milioni di ingaggi nel 2022

Il totale degli ingaggi dei piloti della classe regina è diminuito significativamente negli ultimi quattro anni, principalmente a causa degli effetti della pandemia, ma anche per il nuovo modello a cui si ispirano le squadre.

Francesco Bagnaia, Ducati Team

Francesco Bagnaia, Ducati Team

MotoGP

Nel 2018, i team della MotoGP hanno pagato più di 58 milioni di euro ai 24 piloti che hanno corso in quella stagione. Questa cifra invece si è ridotta a poco più di 47 nel 2022, con un calo pari quasi al 20%.

Il motivo principale per cui gli stipendi dei piloti sono diminuiti di quasi 11,5 milioni di euro negli ultimi tre anni non è stato altro che la pandemia del COVID-19, che nel 2020 ha colpito duramente le casse di tutti gli attori coinvolti nel Mondiale. I costruttori furono costretti a fermare la produzione e a chiudere i concessionari, cosa che portò ad un crollo delle vendite delle moto, ritardando anche l'inizio del Mondiale a metà luglio, per di più con gli eventi organizzati a porte chiuse.

Un altro fattore è stato il ritiro di stelle come Dani Pedrosa, Jorge Lorenzo e, più recentemente, Valentino Rossi. Piloti tutti preceduti da grandi risultati, proporzionali quindi ai loro stipendi. Spinta proprio dalla pandemia, la Ducati poi ha intrapreso un radicale cambiamento di filosofia, passando dal pagare stipendi milionari ai suoi piloti a concentrare i suoi investimenti sulla moto, aumentando anche il numero dei piloti sotto contratto.

Le nuove abitudini di consumo del pubblico, e il cambiamento della natura della relazione che le grandi aziende cercano con il cliente finale (engagement), soprattutto attraverso i social network, ha fatto sì che il modello tradizionale di sponsorizzazione, che si basava sul posizionamento di un adesivo sulla moto, sia diventato obsoleto. Questo, a sua volta, ha portato anche ad un calo dei budget per le squadre da parte dei marchi.

Marc Márquez, Repsol Honda Team, sarà il pilota più pagato sulla griglia della MotoGP nel 2022

Marc Márquez, Repsol Honda Team, sarà il pilota più pagato sulla griglia della MotoGP nel 2022

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Durante gli ultimi mesi del 2021, Motorsport.com ha parlato con membri dei team, manager ed avvocati coinvolti nel campionato, così come con alcuni piloti, per avere un quadro approssimativo del totale salariale della MotoGP nel 2018 e proiettare come sarà nel 2022.

La conclusione è che, tre anni fa, i piloti sono stati pagati 58,5 milioni di euro, una media di circa 2,4 milioni per pilota. Nel 2022, i 24 piloti che parteciperanno al campionato del mondo MotoGP saranno pagati 47.150.000 euro, quindi con una media di 1,96 milioni ed una riduzione del 19,45%.

Enorme squilibrio in termini di ingaggio tra i piloti di MotoGP

La cifra media di quasi due milioni a testa può sembrare più che ragionevole, considerato che si tratta di atleti di alto livello che mettono in gioco la loro vita ogni fine settimana che scendono in pista. Tuttavia, come accade nella maggior parte degli sport, ci sono grande squilibri a livello salariale, che portano alcuni di loro a correre praticamente gratis.

Nel 2018, la fetta più grande della torta è stata condivisa da cinque superstar: Jorge Lorenzo, pagato da Ducati 15 milioni di euro; Marc Marquez, pagato 10 dalla Honda; i due piloti Yamaha, Valentino Rossi e Maverick Vinales, con sei a testa, e Dani Pedrosa che ne ha intascati quattro dalla HRC.

C'era poi una classe medio-alta, con Andrea Iannone e Alex Rins (Suzuki), i fratelli Espargaro (Aprilia per Aleix e KTM per Pol) ed Andrea Dovizioso (Ducati) che guadagnavano tra uno e tre milioni di euro, mentre un totale di dodici piloti erano pagati sotto i 500.000 euro. Karel Abraham (Aspar) chiudeva la lista degli stipendi con 80.000 euro.

Nel 2022, il pilota più pagato della griglia sarà Marc Marquez, con un ingaggio di 15 milioni di euro (senza contare i bonus per vittorie o titoli), seguito dagli ultimi due campioni del mondo della MotoGP, Joan Mir (6,5 milioni) e Fabio Quartararo, che nel suo secondo anno da pilota ufficiale Yamaha sarà pagato 4 milioni, e che cercherà di fare un ulteriore step con il rinnovo. Alex Rins della Suzuki si unisce poi alla lista dei più ricchi, guadagnando anche lui 4 milioni.

La classe media rimane la stessa, ma se nel 2018 c'erano stipendi da tre milioni (Iannone) ed alcuni comodamente sopra ai due milioni, nel 2022 ci saranno nove piloti che guadagneranno tra uno e due milioni, mentre gli altri undici saranno sotto ai sei zeri.

La line-up della Honda è la più costosa. Il rinnovo di Marc Marquez fino al 2024, annunciato il 20 febbraio 2020, prima che scoppiasse la pandemia e che arrivasse la serie di infortuni che lo ha tenuto fuori gioco per quasi un anno intero, ha lasciato la Casa giapponese senza margine di manovra. Nonostante questo, il pluricampione, che nel 2020 ha disputato solo la tappa di apertura a Jerez, dove è iniziato il suo calvario, è stato generoso con l'azienda, accettando di ricevere "qualsiasi cifra la Honda fosse disposta a pagarlo", come ha riconosciuto a Motorsport.com pochi mesi fa.

In parallelo all'investimento sulla sua punta di diamante, la HRC spende poco più di tre milioni per la somma degli stipendi di Pol Espargaro, Alex Marquez e Takaaki Nakagami.

Ducati capisce la nuova chiave economica

La Ducati ha capito i nuovi tempi meglio di chiunque altro. Il marchio di Borgo Panigale ha pagato quasi 17 milioni di euro di ingaggi tra Lorenzo e Dovizioso nel 2018, più altri tre milioni di euro di premi al forlivese. In totale, dunque, ha sfondato i 20 milioni, più di un terzo della somma dell'intera griglia. Lo spagnolo non è stato rinnovato e Dovi ha successivamente rifiutato l'offerta al ribasso che gli è arrivata per il 2021. Gli sono stati proposti due milioni e mezzo di stipendio base, quando nel 2020 ne aveva ricevuti circa sei. Una differenza che ha interpretato come un invito ad andarsene.

La Ducati ha optato per piloti giovani e affamati, modificando radicalmente la sua allocazione salariale.

La Ducati ha optato per piloti giovani e affamati, modificando radicalmente la sua allocazione salariale.

Photo by: Ducati Corse

Nel 2021 la Ducati ha pagato i suoi piloti meno di tre milioni di euro. Questo include lo stipendio base della sua coppia di piloti ufficiali, Pecco Bagnaia (vice-campione del mondo) e Jack Miller, quello del duo Pramac, Jorge Martin e Johann Zarco, ma anche quello di Enea Bastianini (Avintia). Nel 2022 questa cifra salirà leggermente, toccando i 3,8 milioni.

Il marchio italiano ha imparato che gli sforzi devono essere concentrati sullo sviluppo della moto, quindi sul tentativo di rendere la Desmosedici GP il miglior prototipo della griglia e quindi il più desiderabile per i piloti. Questa strategia ha permesso alla Ducati di mettere insieme tanti giovani talenti che hanno più fame di risultati che di ingaggi. Alla vigilia del Mondiale che prenderà il via il 6 marzo in Qatar, le cose stanno andando bene per gli uomini in Rosso. Le buone sensazioni che sia la GP21 che la GP22 trasmettono a chi le guida sono direttamente proporzionali al rispetto che le due moto hanno da parte dei rivali che le devono affrontare in pista.

Niente a che vedere con quello che è successo alla Suzuki, dove il titolo vinto nel 2020 ha visto gonfiare i libri paga negli uffici di Hamamatsu. Nel 2018, tra Iannone e Rins, la Casa della grande S ha pagato 5 milioni di euro. Nel 2022, Mir e Rins sommeranno tra di loro 10,5 milioni, mentre la GSX-RR ha dato la sensazione di essere rimasta un po' indietro rispetto alle moto della concorrenza.

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Yamaha ha fatto centro. Maverick Vinales, che aveva un contratto da quasi otto milioni di euro per il 2022, ci ha rinunciato per andare in Aprilia. Il suo lato del box ora appartiene a Franco Morbidelli, che invece guadagnerà un milione e mezzo di euro. Quartararo, che è entrato nella squadra ufficiale l'anno scorso con uno stipendio di 2,5 milioni di euro, quest'anno salirà a 4 milioni di euro. Anche dopo aver conquistato il titolo con il francese, il marchio dei tre diapason risparmierà quindi circa cinque milioni di euro quest'anno, pagando circa la metà di quanto ha speso nel 2021.

Aprilia e KTM sono le due facce della medaglia. Mentre la Casa di Noale tratta i suoi piloti con i guanti di velluto e stipendi da sportivi d'elite (circa quattro milioni tra Aleix Espargaro e Vinales), tra le fila del costruttore austriaco nessuno si avvicina ai due milioni. La somma dei contratti dei quattro piloti infatti tocca appena i 3,6 milioni di euro.

Paradossalmente, gli stipendi "comuni", come gli 80.000 euro che Abraham guadagnava quattro anni fa, sono scomparsi: nel 2022, il pilota meno pagato guadagnerà 200.000 euro.

La pandemia ha indubbiamente lasciato un segno sulla MotoGP, come sul mondo in generale e sullo sport in particolare. Ha avuto un impatto diretto sulla gestione e sul modello operativo del business delle corse, influenzando anche la mentalità di molti piloti, che ora sono più concentrati a vincere delle gare che a fare soldi, consapevoli che il primo aspetto porterà al secondo.

Fabio Quartararo non ha ancora rinnovato il suo contratto con Yamaha Factory Racing dopo essere diventato campione nel 2021.

Fabio Quartararo non ha ancora rinnovato il suo contratto con Yamaha Factory Racing dopo essere diventato campione nel 2021.

Photo by: Dorna

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