Un coro unanime contro la qualifica a eliminazione
La bocciatura della nuova qualifica è arrivata quasi unanime dai team principal delle squadre, insoddisfatti del fatto che in Q3 non c'è stato alcuno spettacolo per il pubblico. L'idea è di cambiare al più presto il format.
Foto di: XPB Images
Per una volta il paddock si è schierato compatto nella stessa direzione: il nuovo regolamento sportivo relativo alle qualifiche è stato bocciato. Nessuna dichiarazione politica o di circostanza, ma un coro unanime di stroncature.
Qualche team principal per rispetto degli spettatori è rimasto seduto sul muretto-box con le cuffie in testa aspettando che fosse sventolata la bandiera a scacchi che ha decretato il termine delle prime qualifiche del 2016 su un rettilineo d’arrivo su cui non è transitato nessuno. Subito dopo è stato un festival di dichiarazioni.
Toto Wolff, con due macchine in prima fila, ha subito giudicato il sabato pomeriggio di Melbourne come “pretty rubbish”, ovvero spazzatura.
Qualche minuto dopo è stato il turno di Christian Horner:
“Dobbiamo chiedere scusa ai tifosi, oggi non abbiamo offerto uno spettacolo degno. Abbiamo provato una novità che non ha funzionato, dobbiamo accettare il verdetto. Non abbiamo il diritto di tenere ai box piloti come Seb e Kimi, quando al termine della sessione mancano ancora cinque minuti".
"Le qualifiche dovrebbero essere un crescendo di performance fino ai secondi finali. Ora non bisogna nascondere la testa sotto la sabbia, e correre subito ai ripari. Penso che debba essere fatto già prima della prossima gara in Bahrain, ed io personalmente vorrei tornare al sistema di qualifica che abbiamo avuto lo scorso anno”.
Lauda rivela come è nato il nuovo sistema di qualifica.
La prima valutazione che emerge nel sabato sera di Melbourne è molto semplice: chi ha voluto questo sistema di qualificazione? E soprattutto: perché tutti i team presenti nello Strategy Group hanno votato a favore di questo cambiamento?
A dare una risposta è stato Niki Lauda, che ha descritto il meeting dello strategy group avvenuto lo scorso gennaio a Ginevra.
“Appena abbiamo iniziato l'incontro Bernie si è alzato proponendo il suo sistema per rendere le qualifiche più emozionanti: l’autore del miglior tempo avrebbe dovuto prendere il via in decima posizione, una sorta di griglia invertita. Abbiamo riso tutti, ma era serio! Poi Charlie Whiting ha aiutato ad uscire dall’impasse presentando questo nuovo sistema che è poi stato approvato”.
Lauda ha proseguito rispondendo alle domande di Sky Uk.
“Bernie e Jean Todt formulano delle proposte (facendo intendere che sono quelle che i team sono chiamati a votare) quindi l’intero sistema è bloccato. Ognuno difende la propria posizione. Nessuno pensa a livello globale quali sono le soluzioni migliori per lo sport e quindi prendiamo queste decisioni”.
Il messaggio di Lauda è molto chiaro: è vero che esiste uno Strategy Group (nel quale siedono anche i rappresentanti di sei squadre) che approva o boccia le varie proposte, ma quelle che arrivano sul tavolo sono idee già pre-confezionate, come avvenuto nel caso del sistema di qualificazione 2016.
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La Ferrari aveva ragione
Quando durante le prove pre-campionato di Barcellona è arrivata la conferma del cambiamento del sistema di qualificazione, è trapelata anche la notizia che la Ferrari si era opposta alle modifiche. Ci sono stati altri team principal che hanno storto il naso davanti alla posizione della squadra italiana (curiosamente alcuni di loro oggi erano in prima fila nel bocciare quanto supportato qualche settimana fa) ed alla fine è credibile che la Ferrari non abbia voluto bloccare quanto già approvato in sede di consiglio Mondiale della FIA per evitare ulteriori polemiche. Ma alla luce di quanto visto a Melbourne, quella presa dalla Ferrari non era solo una posizione politica.
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