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Dakar: dopo la tempesta arriva una... frana!

Il maltempo continua a funestare questa edizione 2017 del rally raid più famoso del pianeta; oggi i trasferimenti dei mezzi sono stati bloccati dal crollo di una parte di montagna.

A landslide on the stage

La Bolivia ha salutato la Dakar 2017 questa mattina con il sole. Per la prima volta da quando la gara è entrata nel Paese sudamericano la giornata era cominciata con un bel cielo azzurro e un sole caldo che aveva fatto dimenticare in fretta il freddo della notte appena trascorsa a Uyuni.

La seconda parte della tappa marathon, profondamente rimaneggiata, con i suoi 992 chilometri totali, è partita risollevata dal bel tempo domandandosi se per caso, Marc Coma, la sera prima al momento del briefing quando aveva annunciato tempesta e pioggia, non si fosse sbagliato.

Le assistenze invece, ieri notte avevano dormito a Tupiza - sede del primo bivacco boliviano, al termine della quarta tappa – lontane appunto dal bivacco marathon, in un bivacco bis, creato appositamente per loro, e stamattina sarebbero dovute ripartire per coprire i circa 500 chilometri fino a Salta.

Così mentre le prime moto intorno alle 6,15 lasciavano Uyuni per il primo trasferimento di 49 chilometri, le assistenze partivano in direzione Salta, pronte ad attraversare la frontiera tra Bolivia e Argentina a La Quiaca.

Peccato solo che mentre a Uyuni splendeva un bellissimo sole, sull'Argentina del nord e in particolare sulla provincia di Salta si stesse abbattendo un terribile temporale, con conseguente tempesta e grandine. Gli stessi aerei dell'organizzazione, che come sempre trasportavano la logistica della gara, sono atterrati in mezzo ad una vera e propria tempesta di vento, con la pioggia che cominciava lentamente a cadere.

Da quel momento le cose sono precipitate. Su tutta la zona si è abbattuto un violento temporale e gli altri aerei, tra l'altro con a bordo una buona parte della direzione gara non sono più potuti decollare da Uyuni, in attesa di un miglioramento delle condizioni meteo.

Un'ora. Due ore, tre ore. Alla fine il decollo da Uyuni è avvenuto alle 15,30 ora argentina invece che alle 10,30 previste.
Se da un lato però la logistica era a posto, dall'altro la situazione precipitava. Sul trasferimento che tutti i mezzi assistenza stavano percorrendo si è staccato un pezzo di montagna che è franato sull'unica strada percorribile.

E così tutta la carovana si è ritrovata imprigionata su questa Statale 9, fra due paesini Humahuaca e Uquia a nord della cittadina di Tilcara, a circa 200 chilometri da Salta.

Alle loro spalle la gara stava procedendo normalmente ma tutti i mezzi (moto, quad, auto e camion) sarebbero dovuti transitare da quella stessa strada prima o poi e allora a questo punto si sta cercando una soluzione, per niente facile.

Da un lato si potrebbe improvvisare un bivacco per le assistenze in quella zona, per poterli rifocillare e ospitare in un'area riservata per la notte, dall'altra si potrebbero deviare i piloti e portarli a Salta attraverso un'altra strada, ma se così si facesse allora si avrebbe, per la prima volta nella storia della Dakar, una doppia tappa marathon perchè per il secondo giorno, e notte, consecutiva, gli equipaggi non avrebbero assistenza.

O ancora, altra soluzione, i piloti potrebbero raggiungere le loro assistenze e restare lì per la notte, a 200 chilometri da Salta.

La decisione non è facile da prendere ma bisogna pensare che sulla Dakar ormai da anni prevale il business e quindi la città di Salta che ha pagato ben caro ad ASO il passaggio della carovana della Dakar non sta certo prendendo bene questo guaio e non vuole neanche saperne di non avere qui stanotte moto, auto e camion, anche se dovessero arrivare molto tardi.

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