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Dakar: Catarsi e Brufala Casotto, gli "angeli custodi" di Tassi

Sul Ford Raptor dell'R Team c'è un equipaggio composto da tre persone, perché il pilota Gianluca Tassi ha bisogno di un aiuto essendo paraplegico. Il primo obiettivo era La Paz, ora si punta ad arrivare a Buenos Aires.

Gianluca Tassi

Foto di: Elisabetta Caracciolo

Massimiliano Catarsi, R Team
#362 Ford Raptor, R Team
Alessandro Brufala Casotto, R Team

L'R Team di Renato Rickler ha portato alla Dakar 2017 due Ford Raptor e un camion T4 assistenza veloce, pilotato per la prima volta dal figlio di patron Rickler, Ricky. A La Paz, al giro di boa di questa Dakar 2017 sono tutti presenti. Non senza fatica le due vetture sono riuscite a raggiungere la capitale boliviana e così anche il camion che sta facendo da angelo custode ai due mezzi.

A bordo delle Ford ci sono Graziano Scandola con Gianmarco Fossà, mentre sull'altra c'è Gianluca Tassi, ex pilota di moto, paraplegico in seguito ad un incidente diversi anni fa, e alla sua prima esperienza alla Dakar con una vettura. "Ce la stiamo cavando bene – dice Gianluca al termine di questa prima settimana – certo non è semplice e ogni tanto sbagliamo anche noi. Può essere un errore di navigazione, oppure un mio errore di guida che ci porta ad insabbiarci, però siamo arrivati fino a qui".

Insieme a Tassi ci sono Massimiliano Catarsi, che ha il ruolo di copilota, dall'alto della sua esperienza che lo ha portato in questi anni a vincere diversi titoli italiani nel Campionato Tout Terrain, e Alessandro Brufala Casotto, e sono tutti alla loro prima esperienza. Tre persone per una sola vettura perchè Alessandro ha un compito specifico che è quello di accudire Tassi.

"E' stato un rodaggio piuttosto intenso – dice Massimiliano Catarsi – abbiamo sofferto molto il caldo nei primi giorni ma poi con il passare dei giorni abbiamo trovato un discreto feeling in macchina soprattutto dopo che Gianluca si è ripreso dallo stress e dal caldo iniziali".

Non è facile effettivamente per Tassi reggere non solo lo stress psicologico di una gara come la Dakar, ma anche quello fisico che per lui è ancora più elevato. Ad occuparsi di lui c'è Alessandro, il terzo elemento del team: "Il mio compito è curare Gianluca a 360° per cui quando si arriva al bivacco, dopo una giornata di gara, per me ne comincia una seconda, e non sempre è facile. Il meteo poi rende le cose difficili, perchè per esempio l'altra sera con la pioggia e le esigenze che c'erano il tutto si è reso più complicato".

Non sembra però, quando si arriva al bivacco sotto la pioggia scrosciante anche solo far scendere il pilota Gianluca Tassi dalla vettura richiede una certa perizia e muoversi per il bivacco con una carrozzina non sempre è cosa semplice. Quando piove poi diventa praticamente impossibile.

"Sono stanco, è vero – ammette Alessandro – però sono contento e più che mai voglio arrivare alla fine. La gara non mi pesa anche se io sono seduto dietro, in posizione centrale e decisamente sento di più le buche e i sobbalzi, però va bene così. Ora dobbiamo arrivare assolutamente a Buenos Aires anche se ripeto, è dura, non pensavo sarebbe stata così, ma io ce la metterò tutta per migliorare la nostra situazione e soprattutto quella di Gianluca".

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