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Anteprima WTCC: muore il TC1 e risorge con il WTCR

Mercoledì 6 dicembre il Consiglio Mondiale della FIA annuncerà il passaggio al concetto TCR ideato da Marcello Lotti per il Mondiale Turismo, mettendo da parte il disastroso regolamento TC1 e dando nuova linfa vitale e possibilità a tutti.

Duncan Ende, Icarus Motorsports, SEAT León TCR

Duncan Ende, Icarus Motorsports, SEAT León TCR

TCR Media

Thed Björk, Polestar Cyan Racing, Volvo S60 Polestar TC1, Norbert Michelisz, Honda Racing Team JAS, Honda Civic WTCC, Tom Chilton, Sébastien Loeb Racing, Citroën C-Elysée WTCC
Esteban Guerrieri, Honda Racing Team JAS, Honda Civic WTCC
Rob Huff, All-Inkl Motorsport, Citroën C-Elysée WTCC
Yann Ehrlacher, RC Motorsport, Lada Vesta
Tom Coronel, Roal Motorsport, Chevrolet RML Cruze TC1
Esteban Guerrieri, Honda Racing Team JAS, Honda Civic WTCC
Partenza
Thed Björk, Polestar Cyan Racing, Volvo S60 Polestar TC1
TCR UK Demo Day
Mato Homola, DG Sport Compétition, Opel Astra TCR
Dusan Borkovic, GE-Force, Alfa Romeo Giulietta TCR
Benjamin Leuchter, West Coast Racing, Volkswagen Golf GTI TCR
Gabriele Tarquini, BRC Racing Team, Hyundai i30 N TCR
Aurélien Comte, DG Sport Compétition, Opel Astra TCR
Gabriele Tarquini, BRC Racing Team, Hyundai i30 N TCR
Frédéric Vervisch, Comtoyou Racing, Audi RS 3 LMS TCR

Alla fine ha prevalso il buon senso. Il futuro del Mondiale Turismo dal 2018 si chiamerà WTCR, ossia un campionato che vedrà il World Touring Car Championship (WTCC) adottare i regolamenti della Touring Car Racing Series (TCR).

Non si tratta di una vera e propria fusione, bensì di un accordo raggiunto tra FIA, Eurosport Events (promoter del WTCC) e WSC Ltd. / Marcello Lotti (promoter del TCR) che per un paio di stagioni consentirà alla massima serie turismo del pianeta di "respirare" ed evitare la chiusura dei battenti dopo il disastro chiamato TC1.

La rivoluzione venne fatta nel 2014, quando Citroën di fatto impose agli altri team di modificare le norme tecniche per poter entrare. Se dal punto di vista qualitativo il beneficio per le vetture è stato ampio (molto più belle e potenti), da quello economico non si può certo dire che sia stata una genialata, dato che il costo di un mezzo si aggira attorno al milione di euro e, cosa ancor più assurda, non può correre in nessun altro campionato.

Dal canto suo, Lotti aveva già visto lunghissimo allontanandosi dal gruppo Eurosport e fondando una nuovissima e appetitosa serie come il TCR a fine 2014, fatto di regolamenti molto meno restrittivi e soprattutto economicamente accessibili.

La prova della bontà di quest'ultimo concetto è stata l'adesione di una marea di marchi nel giro di pochissimi anni, con l'espandersi dei campionati (continentali e nazionali ad unirsi a quello internazionale) e del numero di team e piloti interessati, mentre dall'altra parte del fiume il fuggi-fuggi generale cominciava a preoccupare tutti.

Il crollo verticale per il WTCC si è manifestato dalla partenza della stessa Citroën e della rinuncia pure del colosso russo LADA-Avtovaz, mentre Volvo e Honda hanno resistito schierando una terza auto ufficiale. Troppo poco per rendere competitivo e attraente un campionato che annovera ancora le ormai superate Chevrolet.

Insomma, da un lato c'era chi puntava ad espandersi a macchia d'olio - fra l'altro riuscendoci - e a trovare accordi e legami necessari per farlo sempre più, mentre dall'altro avevamo chi non mancava di possibilità, ma che si trovava in pienissima crisi.

Dopo scaramucce e dispetti (Macao 2016 e la cancellazione di Monaco dal calendario TCR 2017 le nefandezze più palesi), alla fine si è finalmente cominciato a ragionare partendo da una prima stretta di mano Lotti-FIA per consentire alla European Touring Car Cup (ETCC) di partire schierando le TCR vere e proprie (e non i surrogati denominati TCN2 dalla Federazione Internazionale), per poi giungere anche alla collaborazione per il Mondiale per la stagione che verrà.

Questo sancirà il passaggio alla TCR (senza più International Series e con la novità dell'Europe Series) ad uno status di Coppa del Mondo FIA e avere una visibilità importantissima a livello mediatico tramite un colosso come Eurosport, facente parte del gruppo Discovery. Per la FIA invece si tratta di una boccata d'ossigeno che scaccia i fantasmi della morte di un campionato glorioso come il WTCC che ormai veniva snobbato (quest'anno appena 15 auto iscritte) in lungo e in largo, tant'è che lo stesso organo di controllo del motorsport a fine estate aveva chiesto ai team cosa fare, ricevendo in risposta l'apprezzamento per le auto TCR.

Come detto sopra, l'accordo è biennale e verrà ufficializzato mercoledì 6 dicembre dopo il Consiglio Mondiale della FIA che si riunirà a Parigi. La durata servirà per capire nel frattempo come procedere tenendo conto di due fattori molto importanti. Il primo è che il TCR è un concetto che esclude per regolamento il coinvolgimento di team ufficiali, cosa che nel WTCC era appannaggio ormai solo di Honda (che la Civic TCR ce l'ha e pure nuova di zecca) e Volvo (attualmente affacciata alla finestra). Il secondo è se nel 2020 verrà finalmente adottato un regolamento precedentemente indicato come "Class 1", oppure si arriverà definitivamente alla consacrazione del TCR come Mondiale (che non sarebbe nemmeno immeritata ora come ora).

Per il momento accontentiamoci con un grande sorriso e auguriamoci vivamente di poter godere di uno spettacolo che non venga nuovamente deturpato come accaduto nelle ultimissime stagioni di WTCC.

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