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Bevilacqua: "Ho trovato nuova linfa nella MXGP"

Il grande capo del Team Assomotor ci racconta la sua avventura nella classe regina del Mondiale Cross

È uno degli ultimi team entrati nel paddock della MXGP, ma Alfredo Bevilacqua, imprenditore e titolare del Team Honda Assomotor che quest’anno ha fatto correre il nostro Alessandro Lupino e il giapponese... Yamamoto, di esperienza ne ha parecchia. Abbiamo scambiato con lui, due parole sul suo passato e sulla sua esperienza attuale nel Mondiale Motocross.

Quando è nata la passione per il fuoristrada?
"
Guarda la passione l’ho sempre avuta perché in casa mia si è sempre respirato aria di motori. Mio nonno correva la vecchia 1000 Miglia e mio padre faceva gare enduro.
A otto anni ho avuto il mio primo motorino, un “Bat Baby”, poi a 13 un Beta a 4 marce. Poi ho iniziato con le moto più grosse ma mi sono sposato presto e ho dovuto fermarmi perché a 22 anni avevo già famiglia (oggi è padre di tre figli: Carlotta, Valentina e Andrea). Col passare del tempo, sono riuscito a diventare più indipendente a livello economico ed ho così potuto riprendere la mia passione ma poi ho smesso di nuovo perché volevo fare un Team a tutti i costi e fare il pilota ed il Team Manager contemporaneamente non è possibile".

Organizzatore di gare prima, proprietario di un Team ora. Come mai questo passaggio?
"Organizzatore vero di gare non lo sono mai stato ma è vero che ho fatto il promotore del Motorally Italiano per 4 anni per la Federazione Motociclistica Italiana, dove avevo il compito di gestire un po’ tutto: l’immagine, le strutture, i contatti con la stampa ma, nella mia testa c’era sempre forte l’idea di fare un Team tutto mio".

Perché dalla Supermoto alla MXGP?
"Quando mi proposero la Supermoto, ero parecchio impegnato nei Rally ma all’epoca, parliamo del 2004, questa categoria era molto allettante ed in espansione e l’offerta è arrivata al momento giusto perché stavo cercando nuovi stimoli. Con il passare degli anni, e te ne sarai accorto pure tu, la Supermoto è calata drasticamente così che mi sono guardato intorno ed ho trovato “nuova linfa” nel Mondiale Motocross per un progetto che spero mi permetta negli anni, di essere premiato a livello di soddisfazione con buoni risultati".

Proprio perché sei uno nuovo nell’ambiante della MXGP, cosa funziona e cosa no?
"Guarda per ora mi è piaciuto tutto. Ovvio che, come in tutte le cose nuove, ci sono delle difficoltà dovute al primo anno. Ci sono cose che non avevo mai toccato, tipo le trasferte oltreoceano che, per la conformazione del calendario, arrivano molto presto, le prime addirittura a febbraio. Ti dico che lo scorso anno, da novembre a febbraio, ho vissuto 4 mesi di panico ma questo è dovuto proprio al noviziato che ho dovuto pagare. Però oggi, a Campionato finito, devo dire che non c’è niente che non mi piaccia. Ci sono stati GP bellissimi altri meno, ma c’è sempre da migliorare e posso affermare che l’esperienza è stata senz’altro positiva".

Puoi fare un'analisi di quest’anno?
"Qualche difficoltà all’inizio c’è stata perché i miei piloti erano spesso in fondo alla classifica, ma abbiamo anche delle giustificazioni. Alessandro, ha avuto un infortunio proprio nel momento dove stavamo preparando moto e condizione atletica. Yamamoto, salendo di categoria, ha incontrato i soliti problemi di adattamento che hanno tutti quando si cambia cilindrata, però poi siamo cresciuti, ed abbiamo avuto momenti “gloriosi”, perché il quinto posto di Lupino a Maggiora, davanti anche alle due HRC Ufficiali, è stato un risultato che non ci aspettavamo. Purtroppo poi la sfortuna non ci ha mollato e Alessandro si è rifatto male alla spalla. A quel punto abbiamo preso la decisione di fermarci per preparare al meglio la prossima stagione. Con “Yama” invece c’è ancora da lavorare a livello di allenamento. Come guida ci siamo quasi, ma deve essere più costante nell’arco di tutta la gara".

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