Perquisizioni alla Renault. Crolla il titolo in Borsa
Agenti che seguono il "dieselgate" hanno sequestrato dei computer. La Casa francese collabora alle indagini
Foto di: Renault Sport
Dopo la Volkswagen tocca alla Renault?. Alcune sedi della Casa automobilistica francese sono state perquisite il 7 gennaio dagli agenti antifrode che seguono le indagini legate al “dieselgate”. L'uscita della notizia ha causato il crollo del titolo in Borsa che ha perso il 20% del suo valore, trascinando al ribasso molte azioni del ramo automotive Peugeot (-8%), Daimler (-5,6%), BMW (-4,58%) e Volkswagen (-4,48%) e Ferrari (-3,8%).
In una nota ufficiale, la Casa transalpina ribadisce che “…i controlli finora svolti non hanno rivelato sui veicoli Renault la presenza di alcun software finalizzato a falsare i dati relativi alle emissioni". La Renault sta collaborando durante le ulteriori indagini che sono in corso.
Secondo Bloomberg gli inquirenti avrebbero sequestrato i computer dove si realizzano le prove sulle emissioni e di alcuni dirigenti. Nel mirino sarebbe finito il turbodiesel Energy 1.6 dCi da 130 e 160 CV che equipaggia non solo modelli Renault, ma anche Nissan e Mercedes.
La casa della Stella ha subito preso le distanze, mentre la Casa della Losanga ricorda che "i test in corso consentono di anticipare soluzioni migliorative sia per i veicoli Renault che usciranno dagli stabilimenti sia per quelli in circolazione, che il Gruppo Renault ha deciso di presentare rapidamente sotto forma di un Piano Emissioni Renault, teso a rafforzare le performance energetiche dei nostri veicoli".
Va ricordato che la Renault è uno dei marchi che per primi hanno creduto nell'elettrico, investendo nella mobilità sostenibile e la Casa è protagonista in Formula E dove corrono solo monoposto elettriche.
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