Ecco perché la grande “debolezza” della F.E. è un male necessario
La rinuncia di Montréal al proprio ePrix duale, dopo i forfait di Buenos Aires, Bruxelles, Londra, Mosca, Miami e San Paolo, posticipata al 2019 e sostituita da Punta del Este, non preoccupa affatto Alejandro Agag.
Foto di: FIA Formula E Championship
Malgrado le tante defezioni dal suo debutto ad oggi, la Formula E continua a godere di un numero importante di città di grande rilievo pronte ad ospitarla e infatti nel campionato 2017-2018 ha già potuto e potrà vantare scenari del calibro di Santiago del Cile, Roma, Zurigo, Hong Kong, Parigi, Berlino e New York.
Anche per questo il patron Alejandro Agag ha dichiarato che, in fin dei conti, “non è propriamente la fine del mondo” se alcune gare non sono più in calendario.
“Questa è la vita. Noi corriamo nei grossi centri abitati, non in circuito, dove si può firmare per dieci anni e non succede nulla. Le città cambiano. Da parte nostra, cerchiamo sempre di essere pratici, di parlare e aiutare chi gestisce il posto”, ha affermato ad Autosport/Motorsport.com.
Per quanto riguarda il round nella capitale del Québec il personale della serie pensava di avere tempo fino a metà gennaio per trovare un’alternativa all’interno della stessa, ma il sindaco Valerie Plante ha subito annunciato che il contratto con la Formula E sarebbe stato interrotto con effetto immediato nonostante le conseguenze legali, da sommarsi al denaro che la municipalità deve ancora versare al promoter per l’edizione 2016-2017.
Scartata anche l’ipotesi di una sede canadese diversa, visto che Toronto sarà alle prese con la IndyCar nel mese di luglio.
È evidente che questa instabilità non stia facendo bene alla fama della categoria, che comunque garantisce ottima pubblicità ai brand ed è riuscita a riportare una competizione motoristica in Svizzera dopo 64 anni di assenza.
“Non dovrebbero esserci cambiamenti una volta che la stagione è cominciata”, ha affermato il boss dell’Audi Sport, Dieter Gass.
“Tuttavia gareggiare nelle metropoli resta la priorità. La Formula E non è fatta per le piste normali”.
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