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Chi sta cercando di uccidere la Formula 2?

Il prossimo anno la Formula 2 e la Formula 3 correranno in weekend separati e con un format di gare stravolto. Ufficialmente questa rivoluzione è stata adottata per contenere i costi, ma c'è dell'altro...

Mick Schumacher, Prema Racing e Guanyu Zhou, UNI-Virtuosi

Foto di: Zak Mauger / Motorsport Images

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C’era una volta la Formula 2. Potrebbe iniziare così il racconto di una storia che ha visto la miglior categoria propedeutica esistente venire saccheggiata da scelte che, allo stato attuale, risultano prive di logica.

Nelle scorse settimane gli organizzatori della Formula 2 e della Formula 3 hanno dapprima annunciato la separazione delle due serie, che adesso correranno ancora negli stessi fine settimana della Formula 1 ma con un format di 3 gare a weekend, per poi svelare un calendario che ha lasciato l’amaro in bocca a tutti gli appassionati e non solo.

Il contenimento dei costi è stata la motivazione addotta da Bruno Michel nello spiegare le decisioni drastiche adottate. Qualcosa, però, non torna.

15 round totali. Un controsenso

La stagione 2021 della Formula 2 vedrà gli 11 team impegnati in 8 round per un totale di 24 gare, mentre la Formula 3 disputerà 21 corse suddivise su 7 appuntamenti.

Tutto molto bello, se non fosse che, analizzando i calendari, la tanto sbandierata riduzione dei costi sembra essere andata a farsi benedire. Andiamo con ordine.

La Formula 2 inizierà la stagione il 26 marzo con il round del Bahrain, per poi tornare in pista dopo due mesi a Monaco e subito dopo proiettarsi a Baku.

I due appuntamenti “classici” di Silverstone e Monza si terranno rispettivamente a metà luglio e metà settembre, mentre dopo la tappa brianzola i piloti della F2 affronteranno lo scialbo tracciato di Sochi per poi finire la stagione con la novità di Jedda e l’altrettanto anonimo appuntamento di Abu Dhabi.

La stagione 2021 della Formula 3, invece, prenderà il via come da tradizione a Barcellona a maggio, ma i piloti dovranno poi attendere sino a fine giugno per tornare in pista al Paul Ricard ed affrontare subito dopo la trasferta del Red Bull Ring.

Il 30 luglio si correrà in Ungheria e successivamente i piloti della F3 avranno l’opportunità, a differenza dei loro colleghi della F2, di affrontare lo splendido tracciato di Spa-Francorchamps per poi concludere la stagione con le novità di Zandvoort ed Austin.

Alex Smolyar, ART Grand Prix, impegnato a Spa-Francorchamps. Il prossimo anno il tracciato belga vedrà solo la F3

Alex Smolyar, ART Grand Prix, impegnato a Spa-Francorchamps. Il prossimo anno il tracciato belga vedrà solo la F3

Photo by: Formula Motorsport Ltd

Fatta questa premessa, sorgono due domande. Separare le due categorie e costringere i team ad affrontare 15 trasferte, tra cui quella in Texas riservata alla F3, comporta una effettiva riduzione dei costi?

Bruno Michel, nel descrivere le novità della prossima stagione, ha puntato molto sulla possibilità per un team impegnato sia in Formula 2 che in Formula 3 di poter utilizzare lo stesso personale.

 “Con questo nuovo format una squadra avrà la possibilità di spostare parte delle 12 persone autorizzate a lavorare sulla monoposto di F2 su quella di F3. Dove prima c’era un gruppo dedicato di meccanici ed ingegneri, dal 2021 potranno essere utilizzati in entrambe le categorie”.

“Tutti i team ci hanno chiesto di intervenire per adottare misure che andassero a ridurre i costi perché hanno capito che la situazione sarebbe diventata più complessa nel 2021 e forse anche nel 2022”.

Come le squadre possano risparmiare impiegando parte del personale già impegnato in F2 anche per gli appuntamenti della Formula 3 rimane però un mistero.

Alla luce di questo annuncio, infatti, un team principal si potrebbe trovare di fronte a due scelte: licenziare il personale in eccesso o essere costretto ad aumentare lo stipendio a quei membri della squadra che invece di lavorare per un totale di 7/8 appuntamenti dovranno essere assunti full time per 15 round.

Analogamente, analizzando i calendari, salta subito all’occhio come la F3 concluderà la propria stagione addirittura negli Stati Uniti. Una trasferta extraeuropea non sembra di certo il miglior biglietto da visita di chi ha fatto del contenimento dei costi il proprio credo.

Infine, sembra che agli organizzatori dei due campionati sia sfuggito di mente una spesa “necessaria” che tutti i team di F3 affrontano ben volentieri: l’appuntamento storico di fine stagione a Macao.

Certo, l’evento non è gestito dalla medesima organizzazione che cura la Formula 2 e Formula 3, ma se si adottano misure drastiche non si può non tenere conto delle esigenze generali dei team, e Macao non è un vezzo ma una tradizione che va venerata e rispettata.

Un calendario povero per la F2

Altra anomalia che salta subito all’occhio è lo scialbo calendario riservato alla Formula 2. Che senso ha privare la categoria definita per eccellenza come la porta d’accesso alla F1 di un tracciato stupendo ed impegnativo come Spa-Francorchamps?

Che senso ha far correre i piloti soltanto su tracciati del tutto anonimi come Sochi, Baku o Abu Dhabi dando loro il contentino di tre appuntamenti gloriosi come quello di Silverstone, Monaco e Monza?

Avranno vita facile i team principal nel trovare piloti disposti a sborsare fino a 2 milioni di euro per disputare una stagione in location belle sì per concedersi un viaggio di piacere, ma per nulla adatte ad ospitare gare internazionali?

Il dilemma affidabilità

C’è poi un altro aspetto che gli organizzatori della Formula 2 non hanno considerato nella loro rivoluzione.

Da quando è stata introdotta la Dallara F2/18, e si è passati dal V8 Mecachrome aspirato al V6 turbo, l’affidabilità delle vetture è stato il vero e proprio tallone d’Achille che ha perseguitato la categoria sia nel 2018 che nel 2020.

Giuliano Alesi, HWA Racelab. Quest'anno i motori Mecachrome si sono rivelati ancora estremamente fragili

Giuliano Alesi, HWA Racelab. Quest'anno i motori Mecachrome si sono rivelati ancora estremamente fragili

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Se lo scorso anno sembrava che i problemi fossero stati finalmente risolti, quest’anno, complice l’adozione delle Pirelli da 18’’, al motorista francese è stato chiesto un leggero aumento di potenza che ha letteralmente mandato in fumo decine di propulsori.

Il dubbio, più che legittimo essendo ormai passati tre anni dall’introduzione della nuova vettura e dei nuovi motori, è il seguente: saranno in grado i V6 turbo di reggere tre gare per weekend se già oggi soffrono con 2 corse per round?

Lo zampino della W Series

Come in un romanzo giallo che si rispetti, giunti al termine del racconto è il momento di conoscere il nome dell’assassino. Chi ha dunque inferto un colpo di grazia alla Formula 2? La W Series.

La categoria destinata esclusivamente alle donne, che ha visto la luce nel 2019 per poi arrestarsi nel 2020 di fronte alla pandemia, dal prossimo anno correrà 8 appuntamenti stagionali negli stessi weekend della Formula 1.

Quando gli organizzatori della serie hanno dato l’annuncio è crollato il castello di carte del contenimento dei costi sbandierato dai promotori della F2 e della F3 per giustificare la separazione delle due categorie e la rivoluzione del format di gare.

Jessica Hawkins, Vicky Piria e Gosia Rdest. La W Series correrà 8 appuntamenti negli stessi weekend della F1 nel 2021

Jessica Hawkins, Vicky Piria e Gosia Rdest. La W Series correrà 8 appuntamenti negli stessi weekend della F1 nel 2021

Photo by: Sam Bloxham / Motorsport Images

Che senso ha decidere di rivoluzionare due campionati che avevano trovato un equilibrio perfetto ed  hanno sempre funzionato a meraviglia, creato talenti cristallini ed intrattenuto il pubblico in pista ed a casa per fare spazio ad una categoria oggettivamente di scarsa qualità?

Che senso ha avuto introdurre nel panorama delle competizioni una serie creata quasi per “ghettizzare” le sue partecipanti impedendo loro di sfidarsi con i migliori talenti emergenti?

Perché in nome del politically correct si deve rischiare di distruggere un campionato come quello di Formula 2 che nel corso degli anni ha accresciuto la propria popolarità diventando una serie di rilievo e non più soltanto una categoria di secondo livello?

Sono queste le domande che gli organizzatori dovranno porsi se, improvvisamente, alcuni team avranno difficoltà nel reperire il budget necessario ad affrontare la stagione ed il giocattolo dovesse smettere di funzionare.

 

 

 

 

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