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Analisi

Analisi: perché il doppio diffusore è nuovamente argomento di discussione in F.1?

Il mondo della F.1 ha fatto un ritorno al passato nelle scorse settimane perché il controverso "doppio diffusore" è tornato ad essere argomento di discussione..

Jenson Button, Brawn GP

Foto di: XPB Images

Adrian Newey, Capo Ufficio Tecnico di Red Bull Racing
(Da sx a dx): Christian Horner, Team Principal della Red Bull Racing con Bernie Ecclestone
Jean Todt, Presidente FIA President sulla griglia
Christian Horner, Team Principal Red Bull Racing
Max Mosley, Presidente FIA
Ross Brawn Team Principal, Brawn GP
Jenson Button, Brawn GP
Jenson Button, Brawn GP
Race winner Jenson Button, Brawn GP
Jenson Button, Brawn GP
Jean Todt, presidente della FIA
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1, Toto Wolff, Mercedes AMG F1 Shareholder and Executive Director and
Jean Todt, capo di Peugeot Sport e Carlos Reutemann

Sembrava essere stata consegnata alla storia della F.1 la breve controversia sulla caratteristica peculiare della chiave del successo del titolo della Brawn GP del 2009, ma più recentemente è riemersa, riportata alla luce dal boss della Red Bull Chrisian Horner e il suo progettista Adrian Newey.

Horner ha dichiarato: "Lasciate stare per un attimo la Red Bull, va riconosciuto che ora, in questo sport, si è venuta a creare una situazione particolare. Come il doppio diffusore è stata una battaglia tra FIA e FOTA, la questione del motore è diventata un'arma molto potente nelle mani di chi controlla la Formula 1".

Dal canto suo, Newey ha sottolineato come la vicenda del 2009 è stata una lotta politica tra l'allora presidente della FIA Max Mosley e i team principali. "Era chiaro che all'epoca - ha detto il progettista - Mosley volle dare una lezione a Ferrari e McLaren". 

Ma perché un fatto del 2009 ha di nuovo rilevanza oggi? Cerchiamo di vederci più chiaro.

Il caso del doppio diffusore

Nell'inverno del 2008/2009 tre squadre - Brawn, Toyota e Williams - trovarono una falla nel nuovo regolamento tecnico sull'aerodinamica per creare un "doppio diffusore". La trovata permetteva di aumentare la deportanza a dispetto delle nuove direttive che ne imponevano il taglio del 50% rispetto alle vetture precedenti.

I diffusori sono stati un grande argomento di discussione durante i test pre-stagionali, ma tutte e tre le scuderie erano convinte di non aver fatto nulla di illegale perché, come previsto dalla procedura regolamentare introdotta pochi anni prima da Mosley, loro avevano chiesto il parere di Charle Whiting che aveva dato il suo assenso.

Come ha raccontato lo stesso Mosley nella sua autobiografia "Formula One and Beyond": "Durante la mia presidenza abbiamo invitato i team a mandarci in via strettamente confidenziale le loro idee durante la fase di progettazione. Charlie avrebbe dato un'occhiata ai progetti, in modo da dare la sua opinione sulla loro regolarità. Era sotto inteso tra tutto che si trattava solo di un'opinione, nient'altro che un'indicazione sulla linea che il dipartimento tecnico della FIA avrebbe potuto intraprendere".

Ha poi aggiunto: "Qualche volta ha discusso con me di alcune idee al limite. Sono sempre stato affascinato dalla genuina originalità di alcuni di questi progetti."

Per Whiting il doppio diffusore era legale, ma la sua opinione non avrebbe impedito alle altre squadre di protestare se lo avessero ritenuto opportuno.

Infatti, al Gp d'Australia, Ferrari, Renault e Red Bull si scagliarono contro questa soluzione. Alle loro proteste, seguirno quelle di BMW Sauber durante il Gp della Malesia.

I reclami furono portati fino alla Corte d'Appello della FIA che alle fine dichiarò la soluzione conforme al regolamento, portando tutte le altre squadre a dover seguire e copiare il progetto delle Brawn, Toyota e Williams.

Perché l'argomento è tornato di moda?

Potrebbe sembrare difficile collegare le due questioni, ma ci sono chiari legami tra cosa sta succedendo ora in F.1 e il suo più o meno recente passato. D'altra parte, ciò che dicono dalla Red Bull, potrebbe essere influenzato da profonde riflessioni su cosa c'è stato alla base dei loro successi tra il 2010 e il 2013.

Newey ha ammesso che quell'errore influenzò le ambizioni di corsa al titolo della squadra perché da allora spinse sempre al limite i suoi progetti.

Ma ci sono anche similitudini dal punto di vista "politico".

Oggi come allora è in corso una battaglia su chi debba prendere il controllo del Circus, con Ferrari e Mercedes in lotta contro Bernie Ecclestone e il presidente della FIA, Jean Todt.

Mosley era reduce dallo "spygate" del 2007 ed era spinto dalla necessità di ridurre i costi contro l'interesse dei costruttori che si unirono formando la FOTA. Ma mentre lo scendario del 2009 ruotava tutto attorno ai costi, la situazione ora riguarda le power units e il bisogno di feramre una F.1 semrpe più diretta verso il collasso.

Ai Costruttori è stato richiesto di presentarsi con delle proposte per risolvere la questione dei motori entro il 15 gennaio, altrimenti Todt ed Ecclestone agiranno per conto loro per cambiare le regole.

Se le proposte a loro non piaceranno, l'opzione di un motore indipendente per il 2017, cosa che alla Red Bull sono molto desiderosi di ottenere, potrebbe diventare una realtà.

Nelle prossime settimane gli incroci delle agende di Todt, Ecclestone e i top team saranno il campo di battaglia sul quale si combatteranno le parti in causa, con al centro la questione del motore, esattamente come accadde nel 2009 con il doppio diffusore.

Ma mentre ora è chiaro che Todt ed Ecclestone vogliono impedire che la F.1 venga controllata da due Costruttori, è corretto dire che le agende segrete di Mosley siano tornate nuovamente in giro?

L'influenza di Mosley

Se la vicenda del doppio diffusore possa essere stata una vendetta di Mosley, significherebbe che aveva il controllo diretto su Whiting, i commissarti di gara in Australia e Malesia e dei giudici della Corte d'Appello.

Accusare Mosley di aver influenzato tutto l'apparato non è una cosa nuova, ma l'ex presidente della FIA ha sempre insistito che il sistema del bilanciamento dei poteri ha sempre funzionato in modo che questa eventualità non potesse accedere.

Infatti, in una lettera spedita da Max ai vertici FIA, Mosley ha scritto: "Abbiamo ascoltato molte parole della FOTA sull'indipendenza della Corte d'Appello. Durante la controversia del doppio diffusore, un Costruttore ha lavorato dietro le quinte ripetutamente contro di me, per spingere la Corte d'Appello della FIA a dichiarare illegale il doppio diffusore. La Corte non avrebbe mai accettato un simile approccio, ma questo dimostra che per le squadre in questione 'indipendente' significa indipendente dagli altri, ma sotto il controllo di un interesse in particolare".

Indipendenza

Mosley ha voluto così chiarie che uno dei suoi più grandi problemi è stato quello di essere accusato regolarmente di influenzare il giudizio dei giudici. Spiega nella sua autobiografia: "I giudici erano tutti eletti dai membri della FIA ed erano personalità che non avrebbero mai permesso a me o a qualcun altro dell'amministrazione di influenzare il loro giudizio. Chiunque abbia una vaga idea di cosa sia la UK Bar, per esempio, saprebbe quanto assurda sarebbe l'idea di credere che possa aver chiamato due giudici inglesi per suggerire loro cosa avrevvero dovuto decidere".

La risposta di Mosley

Mosley ha visto cosa è successo negli ultim anni in F.1 - anche perché ha parteciapto a una recente doppia intervista con Ecclestone - quindi è in ottima posizione per commentare le potenziali connessioni tra le due vicende.

Su un punto è inflessibile: non c'erano motivazioni per usare l'affaire del diffusore per ragioni politiche.

Vista la scadenza del 15 gennaio per le proposte dei Costruttori sulla questione del motore, ha offerto un punto di vista diverso.

"La vertià è che io ero ignaro del diffusore fino a quando la Ferrari non incomiciò a lamentarsi, mentre Brawn, Toyota e Williams avevano già costrutio le loro auto" ha detto questa settimana.

"Ho guardato a queste proteste con interesse, ma non c'era il bisogno di intervenire. L'insinuazione di Newey secondo la quale io avrei usato una sorta di arma contro Ferrari e McLaren è semplicemente sbagliata. Gli bastava leggere il mio libro".

"Infatti, se la FIA avesse voluto di proposito agire in maniera illegittima, avremmo potuto distruggere la FOTA già nel 2009, bannando il diffusore, favorendo la Ferrari: l'esatto opposto della teoria di Adrian".

Mosley ha anche detto la sua su cosa potrebbe succedere alla F.1 dopo il 15 gennaio.

"Il problema gira attorno alla fornitura e al costo dei motori" ha spiegato. "La soluzione potrebbe essere di permettere alle squadre di usare solo due motori per macchina a stagione".

"In questo modo si raddoppiere la vita delle unità disponibili, dimezzando i costi. Ai motori odierni basterebbero poche modifiche per raggiungere questo obiettivo."

"I costruttori direbbero subito che questa soluzione è impossibile, che sarebbe un distastro, ma nella storia della F.1 non c'è mai stata una sola predizione talmente accurata dal realizzarsi esattamente così come è stata pronunciata".

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