La colonna di Vandoorne: "Pronto alla sfida delle macchine più fisiche"
Il belga inizia la collaborazione con Motorsport.com raccontandoci la sua prima stagione da pilota titolare alla McLaren Honda, dopo l’inaspettato debutto al GP del Bahrain 2016. Ecco come si è preparato per Melbourne…
Foto di: XPB Images
Stoffel Vandoorne
Vandoorne è il pilota che la McLaren ha scelto per sostituire Jenson Button. Il belga ci racconta il suo Mondiale 2017.
Anche se il Gran Premio d'Australia non sarà la mia prima gara in Formula 1, la sensazione che provo mentre sono in viaggio per Melbourne è quella di essere all’inizio di una nuova esperienza. Sono un pilota di Formula 1 che sarà al via del campionato Mondiale 2017.
Sono già stato sul circuito di Albert Park lo scorso anno, ma entrare nel paddock come ‘driver’ ufficiale della McLaren Honda ha un altro sapore. Per un pilota non è facile essere in pista nei weekend di gara solo per partecipare ai briefing ed essere in disparte ad osservare, ma ho capito che il ruolo che mi era stato assegnato nel 2016 rappresentava comunque un’opportunità. Così ho cercato di essere il più professionale possibile, anche se le chance di guidare erano molto ridotte.
Nella mia posizione credo di essere stato comunque fortunato ad avere avuto la possibilità di disputare il Gran Premio del Bahrain, una chance davvero inaspettata. Ho apprezzato questa opportunità, e mi ha aiutato ad andare avanti nel resto della stagione. Ciò che mi ha sempre motivato è stata la sensazione che sarebbe arrivato il mio momento. In più ho avuto la possibilità di disputare il campionato Super Formula, un impegno importante.
La serie giapponese si è rivelata un campionato molto competitivo, che si disputa con monoposto impegnative, e questo gratifica un pilota aiutandolo a mantenere sempre una grande motivazione. Poi è arrivata la ricompensa, ed ho firmato il mio primo contratto come pilota titolare della McLaren Honda. È stato un momento bellissimo, che mi ha regalato tanto sollievo. Ho vinto quasi tutti i campionati in cui ho gareggiato, ho cercato di dare sempre il massimo nel lavoro con la squadra, e avere la certezza che era pronto un sedile per me, beh, è stato molto bello.
Una nuova sfida
La stagione 2017 segna l'inizio di una nuova era per la Formula 1, caratterizzata da monoposto molto più veloci delle precedenti. La mia prima impressione nei test di Barcellona è stata buona, ed i tempi sul giro hanno confermato il potenziale di queste vetture. Per noi piloti è una bella sensazione quella di essere di nuovo in grado di spingere al massimo, girando ad un livello che non è paragonabile a nessuna serie minore. I tempi sul giro si sono confermati almeno dieci secondi più rapidi di qualsiasi altra formula.
Ad attendere i piloti alla vigilia di questo Mondiale non c’è solo la sfida con il cronometro, ma anche quella della tenuta fisica. Rispetto allo scorso anno le gare saranno più faticose, e quando si correrà in contesti con temperature molto alte sarà una sfida tutt’altro che semplice. Nei test completati finora non ho avuto alcun problema di affaticamento, ed il merito va all’intensa preparazione fisica programmata nei mesi invernali. Anche la Super Formula mi ha aiutato ad essere pronto al cento per cento, perché mi hanno consentito di guidare nel 2016 una monoposto con un grande carico aerodinamico e molto veloce in curva.
Un gruppo unito che darà il massimo
Per noi della McLaren Honda i test pre-campionato non sono andati come speravamo alla vigilia, e per quanto mi riguarda non ho completato al meglio il lavoro programmato in vista del via della stagione. Ma credo di conoscere bene la McLaren Honda, e mi sento pronto ad affrontare il lavoro che dovremo svolgere.
Abbiamo capito che non ci troviamo in una situazione semplice, ma siamo tutti delle persone molto competitive, e vogliamo tornare a lottare per le posizioni di vertice il più rapidamente possibile.
Non è un momento facile, ma proprio per questo daremo tutti il massimo. Stiamo lavorando insieme con l’obiettivo comune di spingere la squadra nella giusta direzione. Poi, ovviamente, speriamo che questi sforzi ad un certo punto saranno ricompensati.
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