F1 | Mercedes riduce il drag con un flap mobile con meno corda
La Stella cerca un pronto rilancio a Jeddah: la freccia nera punta su un'ala posteriore con meno resistenza all'avanzamento, in attesa che da Imola arrivi il pacchetto di aggiornamenti che dovrebbe rilanciare le sorti del team di Brackley. Andiamo a scoprire come è cambiato il flap mobile a corda corta.
La delusione in casa Mercedes è forte. L’ha espressa Lewis Hamilton, anche se ha addolcito i toni rispetto al Bahrain, e l’ha confermata Toto Wolff che sta cercando di navigare a vista, in attesa che da Imola arrivino delle risposte concrete ai problemi con la W14 ancora fedele al concetto del “zero pod”.
Jeddah non è il Bahrain e la pista araba chiede una delibera della freccia nera molto diversa da quella vista a Sakhir: il team di Brackley aveva annunciato delle novità, ma per il momento abbiamo potuto solo osservare l’introduzione di un’ala posteriore più scarica.
Sulla W14, infatti, è apparso un flap mobile a corda molto più corta e per un’incidenza decisamente minore, con il chiaro intento di migliorare l’efficienza aerodinamica: questa non è una modifica di sviluppo, ma di semplice adattamento della macchina alle caratteristiche del veloce tracciato cittadino.
In questi giorni è cresciuta la pressione sullo staff tecnico guidato da Mike Elliott: al direttore tecnico inglese viene attribuita la principale responsabilità del secondo flop, dopo quello della W13, anche se il gruppo di lavoro si è coagulato intorno al capo per cercare di uscire il più in fretta possibile dal cul de sac con gli aggiornamenti che dovrebbero avvicinare di più la freccia nera alle concorrenti.
Gli interventi sull’ala araba non hanno riguardato solo il flap mobile, ma anche i supporti laterali di questo elemento: la Mercedes a Sakhir si è dovuta accontentare del quinto posto di Lewis Hamilton e del sesto di George Russell. Troppo poco per un team che è partito con ambizioni da mondiale: la Stella è consapevole di avere una macchina che attualmente non regge il passo della Red Bull, ma la sorpresa è stata vedere davanti anche l’Aston Martin oltre alla Ferrari.
L’onta di prendere atto che un team cliente ha lavorato meglio di quello ufficiale non è facile da digerire e i correttivi portati in Arabia Saudita servono anche a ricollocare la squadra di Brackley in una posizione più consona a una struttura che ha infilato otto titoli mondiali di fila.
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