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F1 | Vasseur: "Ferrari, gli uomini chiave del team non cambiano"

Il team principal della Scuderia smorza le polemiche degli ultimi giorni: saluta Sanchez, conferma Mekies e Cardile, ammettendo che Resta non rientra nei piani. Il manager transalpino sottolinea il buon clima che si è creato con il CEO, Benedetto Vigna. Fred ha grandi aspettative per Jeddah, sebbene Leclerc sia costretto a pagare una penalità per l'uso della terza centralina. La SF-23 dovrà mostrare il suo vero potenziale che non si è visto in Bahrain.

Laurent Mekies, Direttore sportivo, Scuderia Ferrari, Frederic Vasseur, Team Principal e Direttore Generale, Scuderia Ferrari

Foto di: Ferrari

Frederic Vasseur ha fatto il punto sulla situazione della Ferrari alla vigilia del weekend di Jeddah. Dall'appuntamento saudita sono attese risposte importanti, soprattutto per capire quali delle criticità emerse in Bahrain sono state legate alla pista di Sakhir e quali invece alla performance pura della monoposto.

Vasseur insiste molto sulla comprensione della vettura, è un messaggio che emerge in più risposte, perché finora la SF-23 ha avuto modo di girare solo a Sakhir e questo per il team principal della Scuderia rende prematura ogni valutazione definitiva sul progetto.

Leclerc, che sconterà 10 posizioni di penalità sulla griglia di partenza di Jeddah, secondo Vasseur non ha accusato il colpo, la stagione è solo alle primissime battute e sarà una battaglia che si disputerà soprattutto sul fronte degli aggiornamenti, unica via percorribile per riagganciare la Red Bull.

Fred ha infine minimizzato le voci degli ultimi giorni che descrivono Maranello come una polveriera. Il rapporto con l’amministratore delegato Benedetto Vigna è descritto come ottimo, la partenza di David Sanchez come un turn-over che non fa eccezione, e la possibilità di altre defezioni tra le figure di vertice è esclusa.

Charles Leclerc, Ferrari SF-23

Charles Leclerc, Ferrari SF-23

Photo by: Erik Junius

Cosa è emerso dall’analisi post-gara fatta dopo il GP del Bahrain?
“In qualifica è stato fatto un buon lavoro, non sappiamo se utilizzando il secondo set di soft in Q3 Charles sarebbe stato in grado di far sua la pole position, ma comunque la performance è stata buona, probabilmente un po' meglio di quanto ci aspettassimo alla vigilia. ll ritmo di gara è stato meno buono e per motivi diversi. Soprattutto nel secondo stint è emerso un gap perché abbiamo sottovalutato il buon funzionamento delle soft in quelle condizioni. Abbiamo imparato la lezione”.

Cosa è accaduto esattamente alla power unit di Leclerc?
“Ci sono stati due problemi differenti. La domenica mattina quando abbiamo acceso la power unit, e poi in gara. E per due volte il problema è stato legato alla centralina, un imprevisto che non si è mai verificato in passato. Abbiamo fatto un’analisi approfondita sull’accaduto e credo che ora sia tutto sotto controllo. Ma sfortunatamente Charles dovrà scontare una penalità a Jeddah perché il regolamento prevede la possibilità di utilizzare solo due centraline per l’intera stagione”.

David Sanchez lascia la Ferrari dopo 10 anni: ha rassegnato le dimissioni

David Sanchez lascia la Ferrari dopo 10 anni: ha rassegnato le dimissioni

Photo by: Sam Bloxham / Motorsport Images

Ha stupito la notizia della partenza di David Sanchez. Cosa comporterà la sua decisione di lasciare la squadra?
“Non voglio entrare nei termini del contratto, sono aspetti riservati tra l’azienda e i dipendenti. Voglio solo augurare a David buona fortuna per il suo futuro, ha dato un contributo importante alla squadra, ma non voglio aggiungere altro”.

Credi che ci saranno altre persone che lasceranno la squadra in tempi brevi?
“Se si intendono ‘persone chiave’ non credo, ma per il resto in una squadra ci sono costantemente persone che se ne vanno ed altre che arrivano, è così in ogni team di Formula 1. Posso aggiungere che siamo un gruppo solido che sta guardando al futuro”.

Laurent Mekies, direttore sportivo Ferrari

Laurent Mekies, direttore sportivo Ferrari

Photo by: Ferrari

Però ci sono state voci mirate secondo le quali Laurent Mekies sarebbe in partenza. Come è il contesto interno in questi giorni?
“Penso che sia abbastanza normale essere insoddisfatti quando non si ottengono i risultati attesi e posso confermare che io non sono felice di quanto visto in Bahrain. Ma la cosa più importante è lavorare in gruppo e cercare di migliorare. In merito a Laurent, non so cosa sia successo in passato, personalmente lo conosco da 25 anni, mi fido di lui, abbiamo un'ottima collaborazione e sarà uno dei pilastri del futuro su cui conta l’azienda”.

Sei in Ferrari da un paio di mesi. La pressione che si avverte all’interno è la stessa che immaginavi quando l'osservavi dall’esterno?
“Onestamente, non mi sono posto questo problema. Per quanto mi riguarda è più forte l’eccitazione per la sfida che la pressione. La Ferrari è diversa rispetto a tutti gli altri team, è una fede nazionale e non solo, ma se parliamo di pressione, ricordo quando con la Sauber combattevamo contro la Manor. Per loro i risultati erano una questione di sopravvivenza, quella credo che sia una pressione molto maggiore. Da parte mia non sento la pressione come un problema, ma voglio evitare che questo aspetto possa ricadere su chi lavora in squadra, perché ovviamente non aiuta”.

Carlos Sainz, Ferrari SF-23

Carlos Sainz, Ferrari SF-23

Photo by: Glenn Dunbar / Motorsport Images

La scorsa settimana la squadra è sembrata sotto attacco. Pensi che siano giudizi prematuri e ingiusti?
“Non devo dire io ciò che è giusto o ingiusto, va bene così. Chi giudica fa il suo lavoro e lo fa come vuole, per quanto mi riguarda la cosa più importante è concentrarmi sulla squadra per cercare trarre il meglio da ciò che abbiamo. So perfettamente che la situazione a volte è un po' difficile ed anche un po' ingiusta, ma la cosa più importante è andare avanti per la nostra strada”.

Di solito Sakhir non è una pista di riferimento, ma la macchina è sembrata essere ancora colpita dal porpoising...
“Non è un problema fintanto che non va a discapito della stabilità aerodinamica. Siamo sempre al limite, è facile ridurre il problema ma bisogna farlo non a scapito della performance, si gioca sempre intorno a questo compromesso. Ma non credo che oggi sia un problema”.

Si sussurra in merito ad un ritorno a Maranello di Simone Resta. Qualora la notizia fosse confermata, il suo ruolo sarebbe compatibile con quello ricoperto oggi dall’ingegner Cardile?
“Simone è il direttore tecnico di uno dei nostri team clienti e sta facendo un buon lavoro con Gunther Steiner. I nostri piani non prevedono la sua presenza”.

Chi è oggi il numero uno della Scuderia? Tu o l’amministratore delegato Benedetto Vigna?
“Io e Benedetto abbiamo una collaborazione costante, e per ora posso dire che è un’ottima collaborazione. Ci confrontiamo e discutiamo di ogni argomento, non posso assolutamente lamentarmi di questo, il resto sono pettegolezzi o qualcuno che analizza il tutto dall’esterno. Ribadisco, la collaborazione con Vigna è molto positiva”.

Cosa ti aspetti dal weekend di Jeddah? Pensate di confermarvi più vicini alla Red Bull rispetto al Bahrain?
“Di sicuro non posso essere soddisfatto della situazione e voglio fare un passo avanti. Le caratteristiche di Jeddah sono completamente diverse rispetto a Sakhir, in termini di grip così come di rugosità dell’asfalto ed anche il layout del tracciato ha poco a che fare con il Bahrain. Ci saranno anche alcuni aggiornamenti e credo che faremo un passo avanti”.

Dopo il GP del Bahrain hai sottolineato che è mancato il setup, non il concetto della monoposto...
“È un problema di prestazioni, non di concetto. Abbiamo faticato un po' a trovare l'equilibrio corretto durante il fine settimana, quindi significa che abbiamo spazi per miglioramenti su questo fronte. La cosa più importante oggi è rimanere concentrati per cercare di ottenere il meglio da ciò che abbiamo a disposizione, poi in merito agli aggiornamenti la speranza è che migliorino la competitività del pacchetto".

"Ma prima dobbiamo ottenere il meglio da ciò che abbiamo, dobbiamo tener presente che il Bahrain non è sempre rappresentativo in merito ai valori tecnici, inoltre siamo ancora nella fase iniziale di comprensione della macchina, abbiamo fatto tre giorni di test ma sempre sulla stessa pista su cui poi abbiamo corso. Dobbiamo ancora lavorare per arrivare alla completa comprensione della macchina”.

Alla presentazione della SF-23 è passato un messaggio di grande fiducia ed ottimismo, ma il Bahrain è stato una doccia fredda. Qual è oggi la vera Ferrari?
“Alla presentazione della monoposto eravamo tutti entusiasti, io per primo, ma questo deriva dalla sfida che ci attende, e non abbiamo mai fatto previsioni sulla competitività dei nostri avversari. Siamo tutti coscienti di doverci concentrare su noi stessi, per ottenere il massimo dalla macchina e per svilupparla il più rapidamente possibile. Il Bahrain non è andato come previsto, dobbiamo reagire e siamo fiduciosi, tutti sono motivati, tutti stanno lavorando come squadra per cercare di risolvere i problemi e portare aggiornamenti. Dobbiamo anche risolvere il problema sulla guidabilità e cercare di fare dei passi avanti, ma penso che sia lo stesso per tutti. Dall’analisi del weekend in Bahrain è emersa una lunga lista di cose che dobbiamo migliorare, e spero che già a Jeddah si possa avere una prima reazione”.

Hai menzionato la guidabilità. Intendi la power unit o il setup?
“Il motore. Probabilmente era un po' difficile da guidare in alcune condizioni, e dobbiamo capire come configurarlo perfettamente. È sempre un compromesso tra guidabilità e prestazioni”.

Complessivamente la Ferrari vista in Bahrain non ha confermato dei progressi in linea con quelli Red Bull. Avete verificato i miglioramenti della velocità di punta ma a scapito del carico aerodinamico, gli sviluppi saranno indirizzati su questo fronte?
“Se hai una buona velocità e una carenza di carico aerodinamico devi solo cambiare l'ala ed è una scelta che si fa solitamente all'inizio del weekend. È un compromesso tra carico aerodinamico e velocità massima: in alcune occasioni puoi dare priorità alle qualifiche, in altre al passo gara, sono scelte del team e non una questione di potenziale della macchina. Penso che a Jeddah sarà una storia completamente diversa”.

I problemi di affidabilità riscontrati sulla power unit comporteranno una riduzione della potenza nelle prossime gare?
“No”.

Qual è stata la reazione di Charles dopo il ritiro in Bahrain e dopo essere stato messo al corrente della penalità che dovrà scontare in Bahrain? C’è il rischio che possa demotivarsi?
“Quando si parla con un pilota che si è ritirato dopo 40 giri di gara può essere un po' esausto ed innervosito, non si può essere contenti dopo un ritiro. Ma martedì e mercoledì Charles era a Maranello con la squadra, abbiamo avuto un incontro con tutti i dipendenti, e vi assicuro che non è per nulla demotivato, anzi, ha spinto la squadra”.

Carlos Sainz, Scuderia Ferrari

Carlos Sainz, Scuderia Ferrari

Photo by: Sam Bloxham / Motorsport Images

Carlos al termine della gara di Sakhir ha parlato di un consumo delle gomme in linea con quello problematico dello scorso anno. Pensi che possa essere questo il problema principale o è legato al setup della monoposto?
“Parte della spiegazione è legata alle caratteristiche del Bahrain, perché è una pista molto aggressiva che amplifica tutti i paramenti. Se poi ti manca il ritmo devi spingere di più, e questo non aiuta la gestione degli pneumatici. Credo che il fattore chiave resti la prestazione”.

La possibilità di agganciare la Red Bull è legata al programma di sviluppo o ci sono altre strade?
“Se non porteremo aggiornamenti la situazione peggiorerà, perché i nostri avversari lo faranno. Quindi proveremo a portare delle novità a Jeddah e in Australia, sperando che quanto visto in Bahrain non sia lo scenario definitivo. Dobbiamo essere in grado di portare aggiornamenti durante tutta la stagione, e farlo più velocemente degli altri. È l'unico modo che abbiamo per essere in grado di agganciare la Red Bull”.

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