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Manca: "Il trasferimento di ieri è stato rischiosissimo"

Il pilota sardo oggi è arrivato a Chilecito con calma, ma nella giornata di ieri ha sudato freddo più volte per via dei camion che non vedevano i motociclisti.

#99 KTM: Luca Manca

Foto di: Elisabetta Caracciolo

#99 KTM: Luca Manca
#99 KTM: Luca Manca
#99 KTM: Luca Manca
Luca Manca
#99 KTM: Luca Manca
#99 KTM: Luca Manca
Luca Manca
Luca Manca
#99 KTM: Luca Manca

Luca Manca arriva al bivacco di Chilecito alle 18,30 ora argentina, dopo il trasferimento che i piloti sono stati costretti ad affrontare per l'annullamento della Tappa 9 della Dakar 2017.

L'ha presa con comodo oggi perchè sapeva che la sua assistenza non sarebbe arrivata tanto presto e di conseguenza non aveva senso correre tanto per poi restare qui ad aspettare.

“E' vero – comincia il pilota sardo parlando a Motorsport.com – Oggi ho fatto mototurismo: ho scattato le foto, ho visitato la grotta del diavolo, mi sono fermato a guardare queste montagne (che sono le Ande perchè da Chilecito si sale sulla Cordigliera verso la frontiera con il Cile, ndr), poi ho anche pranzato in un posticino sulla strada. Tanto era inutile arrivare troppo presto: oggi bisognava solo far passare il tempo e aspettare. Chissà quando arriveranno le assistenze, la mia per esempio, non sarà qui prima di mezzanotte”.

 

Per fortuna il team che segue Manca ieri notte era arrivato a Salta, anche se molto tardi, però oggi ha comunque quasi 700 chilometri da affrontare fino a Chilecito.

“Ieri invece è stata tutt'altra storia. Sono arrivato a Salta a mezzanotte circa ed è stata una cosa incredibile. Probabilmente quel trasferimento è stata la gara più pericolosa che abbia mai fatto nella mia vita. Guidare nella polvere dei camion, che a loro volta non ci vedevano perchè erano avvolti dalla polvere di quelli che li precedevano. Ci poteva davvero scappare la tragedia, però è andato tutto bene. L'importante per noi era arrivare per non trovarsi oggi con più di 1000 chilometri da percorrere”.

E la notte l'ha passata insieme a tutti gli altri piloti, in questa stanza riscaldata che l'organizzazione aveva preparato a Salta, ma senza nulla neanche per coprirsi.

“Come ho fatto? Mi sono buttato per terra, ho tolto la pettorina e le ginocchiere di protezione e mi sono sdraiato accanto agli altri piloti, tanto eravamo tutti nella stessa situazione”.

Nulla spaventa questo ragazzone di 35 anni che sarebbe anche stato pronto oggi a partire per la prova speciale.

“Sinceramente non avrei avuto problemi perchè la moto non aveva grossi danni e io fisicamente ero a posto. Avevo dormito ben cinque ore e sono più che sufficienti. Avrei sicuramente faticato meno di molti altri”.

Luca Manca ora con il caldo del centro dell'Argentina, che ci seguirà per tutti questi ultimi giorni si trova alla grande.

“Adesso siamo ritornati alla vita reale che è quella che mi piace di più. Prima di tutto siamo al caldo e questo già mi piace molto. Inoltre finalmente posso respirare perchè non siamo più in quota e quindi per me questa è la vera Dakar dove tutti patiscono il caldo ed io invece, mi trovo perfettamente a mio agio”.

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