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Intervista

Hitzinger: nel 2016 miglioreremo ancora

Il responsabile del programma 919 rivista la stagione appena conclusa e anticipa che il telaio non verrà cambiato

Partenza: #17 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Timo Bernhard, Mark Webber, Brendon Hartley e #18 Por
#17 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Timo Bernhard, Mark Webber, Brendon Hartley
#18 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Romain Dumas, Neel Jani, Marc Lieb
#18 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Romain Dumas, Neel Jani, Marc Lieb
#18 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Romain Dumas, Neel Jani, Marc Lieb
#17 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Timo Bernhard, Mark Webber, Brendon Hartley
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#18 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Romain Dumas, Neel Jani, Marc Lieb
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#17 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Timo Bernhard, Mark Webber, Brendon Hartley
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#17 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Timo Bernhard, Mark Webber, Brendon Hartley
#17 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Timo Bernhard, Mark Webber, Brendon Hartley
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#17 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Timo Bernhard, Mark Webber, Brendon Hartley
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#18 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Romain Dumas, Neel Jani, Marc Lieb
#17 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Timo Bernhard, Mark Webber, Brendon Hartley

Alexander Hiztinger tra passato, presente e futuro. Il responsabile tecnico del programma 919 Hybrid in Porsche può ora permettersi di respirare forte. Ha ottenuto ciò che desiderava, riuscendo a portare un progetto nato da zero al top nel giro di appena due stagioni e mezzo. E quando sostiene che il 2016 sarà un anno comunque difficile non riesce a dimenticare i giorni dell’esordio della prima Porsche LMP1 dopo anni e anni di assenza dalle grandi competizioni della massima categoria.
Non sarà il 2016 la stagione più dura. Lo è stata invece il 2013, quando abbiamo iniziato il nostro percorso. Allora partivamo di fatto da zero, cercavamo soluzioni nuove e in controtendenza per avere non solo la massima competitività ma anche una tecnologia che potesse dimostrare cosa è la Porsche nella propria globalità, un’azienda che produce vetture dove la tecnologia è di livello superiore. È chiaro comunque che il 2016 non sarà semplice. Ci sarà di certo una lotta più dura con i nostri avversari in termini di prestazioni, perché faranno di tutto per raggiungerci. Introduranno nuovi motori, sfrutteranno le possibilità regolamentari in materia di megajule cosa che noi non possiamo fare. Quindi ci sfideranno e noi dovremo essere pronti. Ma ti assicuro che nella mia memoria restano le difficoltà del 2013".
-Come e dove lavorerete in funzione della possibile competitività degli avversari?
In ogni settore. Ormai non puoi più accontentarti di lavorare su una specifica tralasciando l’altra. Abbiamo raggiunto un efficienza ottimale sia dal motore sia dall’unità ibrida ma cercheremo anche là di effettuare piccole modifiche. E poi ci sarà l’affinamente aerodinamico e dovremo fare qualcosa sulla meccanica per migliorare ancora la gestione delle gomme. A differenza di altri, però, non avremo bisogno di un nuovo telaio.. Siamo già ora al limite di peso. Diciamo che l’unica differenza con gli altri riguarderà lo sfruttamento dei megajoule, dove siamo al massimo. Quindi siamo costretti a migliorare tutte le altri parti della 919”
-Tornando a questo campionato trionfale gli inizi non erano stati brillanti con le sconfitte di Silverstone e Spa ad opera di Audi
Non sono state corse sfortunate. Silverstone, per esempio, è stata una splendida corsa, perché forse non si sa che abbiamo sacrificato le prestazioni a favore di certi sviluppi che poi avremmo portato alla 24 Ore di Le Mans. E l’essere alla fine della corsa a un passo dall’affermazione a Silverstone ci ha dato delle conferme. Il discorso è diverso per quanto riguarda Spa. Avremmo potuto vincere la 6 Ore: non è accaduto perché abbiamo commesso degli errori, dai quali comunque abbiamo imparato moltissimo. A Spa eravamo molto arrabbiati e delusi ma questo ci ha dato una spinta importante per preparare Le Mans e migliorarci su tutti i fronti. Poi abbiamo vinto la 24 Ore, al Nurburgring c’è stato un dominio assoluto mentre ad Austin qualche problemino c’è stato. Ma da allora tutto è andato alla perfezione”
-Avevate programmato in anticipo le modifiche aerodinamiche introdotte a partire dalla 6 Ore del Nurburgring?
Si, avevamo progettato in tempo il pacchetto. Sapevamo che dopo Le Mans sarebbero cambiate sia le piste sia le esigenze. Tutto il lavoro su queste specifiche è iniziato in marzo di modo da essere pronti per sviluppare qualcosa nei test tedeschi di inizio estate e poi presentarci al Nurburgring alla 6 Ore con il pacchetto completo e definitivo”.
-Nel corso dell’anno la vettura numero 18, quella di Lieb-Jani-Dumas è stata afflitta da qualche problema, almeno da Le Mans fino ad Austin compresa, che invece non ha riguardato la 17 di Bernhard-Webber-Hartley, se non nell'ultima corsa. C’era qualcosa di sbagliato?
No, solo sfortuna . Le vetture sono preparate nello stesso identico modo e con la stessa cura. Gli ingegneri dello sviluppo sono gli stessi, chi realizza i materiali compositi anche, i motori pure. Purtroppo nelle corse c’è anche questa componente legata alla casualità”.
Una cosa curiosa della Porsche è che nel vostro reparto dedicato alla LMP1 ci sono parecchi ingegneri e tecnici italiani. Perché vi affidate a loro?
Lo confermo e aggiungo che occupano posizioni molto prestigiose. Il nostro capo del reparto materiali compositi è italiano; italiani sono presenti nel settore dello sviluppo aerodinamico, altri nei calcoli. Ci sono un sacco di italiani in Porsche perché siamo una società multiculturale. Da noi lavorano esponenti di venti nazioni diverse: italiani, francesi, greci, ciprioti, australiani, neozelandesi, spagnoli, inglesi e via dicendo”.
- Quale è la tua opinione sul campionato in prospettiva 2016 e 2017 non solo per Porsche?
Credo sia il luogo migliore per dimostrare la leadership tecnologica e tecnica. È automatico che diventi il terreno ideale per i vari brand per dimostrare le loro capacità. E poi c’è tutto il discorso legato al regolamento: nel WEC esiste davvero la possibilità di trasferire la tecnologia dalle competizioni alla produzione di grande serie, perché non si guarda soltanto alle prestazioni ma anche e soprattutto all’efficienza e all’affidabilità dei vari sistemi. Penso sia la prima volta che avviene nella storia del motorsport e quindi la formula è quella giusta”.
-Prima di approdare al WEC sei stato in Formula 1. È più difficile per un ingegnere o un capo progetto lavorare in questo mondo?
È diverso. In LMP1 abbiamo molta più libertà tecnica ma meno soldi e meno personale. Quindi per assurdo hai molte più possibilità di sperimentazione però con poca gente e molti meno soldi. In Formula 1 invece hai un sacco di soldi, tantissime persone ma un regolamento più stretto. Quindi è forse più facile prendere la direzione giusta. Là lavori più sui dettagli”
-Il discorso aerodinamico per un progettista è più divertente nel WEC?
“No. Ora con il WEC abbiamo l’identico approccio alle problematiche legate a questo aspetto della vettura. Usiamo gli stessi strumenti, gli stessi procedimenti. Cambia poco o niente”
-Ma non avete maggiore libertà in questo settore?
“ Nell’aerodinamica? Abbiamo anche noi delle restrizioni e quindi direi di no. Usiamo le stesse gallerie del vento. Fondamentalmente il lavoro che riguarda l’aerodinamica è lo stesso tra noi e la Formula 1”.
 in definitiva ti diverti di più nel WEC o in Formula 1?
Lo ripeto ancora: è differente. Nel WEC avendo maggiori libertà regolamentari riesci ad esaltare la creatività. Quindi si hanno molte possibilità di distinguersi perché la competizione è tra gli ingegneri. Hai una serie di opzioni che ti portano a distinguerti dagli altri ragazzi che fanno il tuo mestiere per aziende rivali. Quello che invece è bello della Formula 1 è che hai molte più risorse a disposizione e quindi tendi alla perfezione perché puoi permettertelo. Vai alla radice dei problemi, nella profondità di ogni specifica. Ed è interessante anche questo aspetto. Come ti dicevo prima è diverso”.

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