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Intervista
Formula 1 GP d'Italia

F1 | Sainz: "Che regalo vorrei dal compleanno? Una vittoria!"

Lo spagnolo non ci gira intorno alla vigilia del GP d'Italia. Carlos si augura di rivedere una rossa competitiva con il nuovo pacchetto di aggiornamenti, ma prima di esprimere un giudizio vuole aspettare l'esito delle due sessioni di prove libere di domani. Guardando a Zandvoort l'anomalia non è stata la bella gara, ma la qualifica.

Carlos Sainz, Scuderia Ferrari

Carlos Sainz, Scuderia Ferrari

Foto di: Sam Bloxham / Motorsport Images

Non c’è spazio per la malinconia. Alla vigilia della sua ultima Monza in ‘rosso’ Carlos Sainz non lascia spazio a sentimentalismi. È cosciente che potrebbe avere un’opportunità per lasciare un segno importante, e la mente è solo su quell’obiettivo.

Zandvoort è ormai alle spalle, i problemi olandesi sono stati analizzati ma ora il focus è sugli aggiornamenti che la Ferrari porterà in pista questo fine settimana. Sainz non si sbilancia, per farsi un’idea sugli obiettivi a cui potrà puntare la Scuderia aspetta le due sessioni di prove libere in programma domani.

A Zandvoort avete parlato delle limitazioni della macchina puntando il dito sul bouncing. Alla luce dei riscontri del weekend scorso, quello dei saltellamenti è un problema che vi penalizza maggiormente in qualifica rispetto alla gara?
“Sì. In qualifica tutto è più estremo, si va più veloce si mettono più ‘G’ nella macchina e il fondo salta di più rispetto alla gara. Credo, però, che il problema di Zandvoort non sia stato solo il bouncing, ci sono state altre variabili che non ci hanno permesso di massimizzare il potenziale della monoposto. In gara la macchina si è confermata più performante, in linea con quanto ci aspettavamo”.

Negli ultimi weekend di gara hai sottolineato come il limite di questa monoposto emerga nelle curve medio-lente. In realtà è un problema che lamenti da anni, credi che i tuoi feedback non siano stati ascoltati dalla squadra?
“No, il mio feedback è sempre stato preso in considerazione. Poi, da pilota speri sempre che una nuova monoposto o un nuovo aggiornamento porti la macchina a comportarsi come vorresti. Mi sono lamentato dal bouncing già nel 2022, è una cosa che mi dà fastidio e, ovviamente, essere ancora alle prese con questo problema nel 2024 per me non è una cosa piacevole, perché sono consapevole che senza saltellamenti possiamo essere più veloci. Ma questo non vuol dire che non sia stato ascoltato, il problema è riuscire a trovare la soluzione”.

Per tutti nel paddock la McLaren nelle ultime gare si è confermata la monoposto più performante, ma allo stesso tempo abbiamo visto una Mercedes in grado di vincere a Spa concludere la gara di Zandvoort in settima ed ottava posizione. Credi che, se l’upgrade che porterete in pista questo weekend funzionerà come nelle previsioni, potrete puntare al massimo risultato?
“Non lo so, ma… quando la Mercedes passa da una vittoria ad una settima posizione vedo che non è un dramma, se accade a noi in Ferrari sembra la fine del mondo! Quello che voglio dire è che tutte le squadre sono nella stessa situazione, stiamo portando avanti degli sviluppi che a volte funzionano e a volte no. In questo ciclo tecnico i primi a capire come far funzionare al meglio la monoposto sono stati i tecnici della Red Bull, adesso è il turno della McLaren, abbiamo visto che ogni volta che hanno portato in pista un aggiornamento tecnico hanno fatto un passo avanti, e questo li ha fatti diventare la squadra da battere. Il resto del gruppo sta faticando per trovare quel decimo o due che mancano per arrivare al livello McLaren o a superarli. Per capire dove saremo questo weekend dobbiamo aspettare le prove di domani”.

Carlos Sainz, Scuderia Ferrari

Carlos Sainz, Scuderia Ferrari

Foto di: Andy Hone / Motorsport Images

Domenica compirai trent’anni. Che regalo che vorresti?
“La vittoria”.

L’anno scorso, il giorno successivo al tuo compleanno ti sei regalato una storica pole position. Oggi sei alla vigilia della tua ultima Monza in ‘rosso’. C’è un pizzico di malinconia?
“Sì e no. Dico ‘no’ perché compio trent'anni da pilota Ferrari sul circuito di Monza, e con delle reali possibilità di puntare al podio e forse alla vittoria. Voglio provare a concretizzare questa opportunità, oggi per me è la cosa più importante. Ho avuto la fortuna di aver vinto le mie prime gare in Formula 1 al volante di una Ferrari, di essere stato quattro anni un pilota della Scuderia, e ho ancora nove gare da disputare. In questo momento non sento alcuna malinconia, ma ho una grande voglia di sfruttare questa opportunità, che forse sarà la mia ultima con una Ferrari a Monza”.

Sappiamo quanto sia speciale guidare una Ferrari, ma c’è stato un momento in cui hai pensato ‘Oh mio Dio, lo sto facendo davvero’? Quando hai indossato per la prima volta la tuta rossa?
“Il mio primo test a Fiorano, sappiamo quanto sia speciale quella pista per la Ferrari e, credo, per qualsiasi pilota di Formula 1. Quando mi sono visto con la tuta rossa e sono saltato nella macchina rossa… ho visto mio padre che era lì con me quel giorno molto emozionato. Poi si è asciugato una lacrima quando stavo per uscire dal box, è un ricordo che non dimenticherò mai. E poi, sì, la prima Monza, la mia pole qui l'anno scorso, il podio, vedere così tanto rosso e sentire che tutti cantavano e urlavano il tuo nome. È qualcosa che mi rimarrà impresso per sempre, qualcosa che un giorno potrò raccontare ai miei nipoti”.

Frederic Vasseur sostiene che secondo lui nel paddock sono sei stato un po' sottovalutato. Tu, personalmente, hai avvertito la sensazione che non ti vengano riconosciute in pieno le tue doti di pilota?
“Ho sempre detto, e creduto, che le persone che conoscono bene questo sport mi valutano bene, per questo non mi sono sentito mai sottovalutato. Credo che con un calendario di 24 gare il mio talento e i miei punti di forza si vedono ogni anno”.

L’analisi del weekend di Zandvoort cosa vi ha fatto capire? Come va letto il cambio di passo tra sabato e domenica con la stessa monoposto?
“Il risultato atipico è stata la qualifica, la performance vista domenica è stata in linea con quello che abbiamo visto nelle ultime gare, magari un decimo meglio, ma comunque in linea. L’esito atipico del weekend è stato la qualifica, visto che ci siamo trovati quasi un secondo distanti dalla McLaren. Abbiamo svolto delle analisi, ci siamo fatti un’idea, ma per avere la conferma della veridicità dovremmo tornare a Zandvoort e girare con la pista nelle stesse condizioni e con la stessa temperatura. Quindi direi che non lo sapremo mai”.

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