F1 | Colapinto: "Williams? Chiamata last minute, ma sono pronto"
Franco Colapinto, nuovo pilota della Williams dopo l'appiedamento di Logan Sargeant, racconta le frenetiche ore che lo hanno portato a diventare titolare nel team di Grove.
Franco Colapinto, Williams Racing
Foto di: Sam Bagnall / Motorsport Images
Lunedì scorso Franco Colapinto era sul simulatore del team MP Motorsport per preparare il weekend di Formula 2 a Monza. Ad un certo punto è squillato il telefono ed ha visto sul display il nome ‘James Vowles’. Sarà davvero che… Non ha voluto credere a quello che per prima cosa gli è venuto in mente, poi il team principal della Williams ha confermato che era tutto vero. “Non ho idea di quando abbiano preso questa decisione – ha spiegato Colapinto nella sua prima conferenza stampa da pilota F1 - ma è un'opportunità per cui sono sempre stato pronto. Ho atteso così tanto questo momento, da ragazzino ho sempre sognato che un giorno potesse accadere davvero, ed oggi essere qui a parlare con tutti voi...”.
Colapinto è emozionato, ma subito dopo appare chiara quella che è stata una delle qualità che ha fatto breccia nelle convinzioni della Williams: la determinazione. “Non sono stato avvisato con grande preavviso – ha proseguito – e… posso dirlo? Non me lo aspettavo, per questo faccio fatica a spiegare quanto sia felice di essere qui. Possono sembrare parola di circostanza, ma non è così: devo davvero molto alla Williams, l’opportunità che mi hanno dato è semplicemente incredibile”.
Per molti addetti ai lavori la scelta di Colapinto è stata una sorpresa, il candidato atteso al via del Gran Premio d’Italia era Mick Schumacher, ma il parere di Vowles è stato determinante. “Sono impegnato da un po' nel lavoro dietro le quinte – ha spiegato Colapinto – ho disputato le prove FP1 a Silverstone e la squadra è stata contenta del lavoro che ho fatto. Ma, ripeto, non mi aspettavo questa chiamata, era totalmente focalizzato sulla preparazione del mio weekend F.2 ed ammetto che è un po' strano pensare che non sarò più al volante della monoposto che ho guidato finora”.
Franco Colapinto, Williams F1 Team (Foto Williams)
Dal momento in cui la Williams ha preso la decisione di puntare sul pilota del proprio vivaio è scattato un tour de force che ha visto Colapinto alle prese con il lavoro di preparazione al weekend. “Abbiamo fatto un sacco di cose in pochissimo tempo – ha confermato – è stato fatto un nuovo sedile, mi sono preparato bene al simulatore, ho parlato con il mio ingegnere di pista e con l’ingegnere addetto alla performance, mi hanno dato un sacco di informazioni, suggerimenti e dettagli per rendere il processo di apprendimento un po' più veloce”.
Gli obiettivi, a breve e medio termine, non sono ancora ben definiti. Colapinto sa che lanciarsi in pronostici è un esercizio che comporta solo dei rischi. “Il mio obiettivo principale è concentrarmi su me stesso, cercando di fare il miglior lavoro possibile – ha ammesso – la squadra ha target molto chiari, su cui ci stiamo concentrando e che sto condividendo. Al momento il mio target è imparare il più velocemente possibile e tutti mi stanno aiutando. Sarò un rookie, ma lo ero anche in F.2, e so che bisogna procedere passo dopo passo e farsi guidare dalla squadra. Posso dire che mi sento in grado di farcela, e non vedo l’ora di iniziare domani”.
Colapinto è determinato a sfruttare al meglio questa opportunità, nove Gran Premi di Formula 1, poi si vedrà. Non è certo ora il momento di pensare a cosa gli riserverà il futuro a lungo termine, è cosciente che dopo il GP di Abu Dhabi dovrà lasciare la monoposto a Carlos Sainz. Ma la Formula 1 ha spesso offerto grandi opportunità a chi è stato in grado di sorprendere.
“Non mi aspettavo di essere in Formula 1 nel 2025 – ha spiegato – ed invece… eccomi qui nel 2024. Fisicamente sono pronto, mi sono preparato bene a prescindere da questa opportunità, sono orgoglioso di riportare la bandiera argentina in F.1 dopo 23 anni, l’ho sempre sognato. Sono venuto a correre in Italia molto giovane, avevo 14 anni e vivevo in un’officina, non sapevo cucinare, non sapevo come lavare i miei vestiti, all’inizio non conoscevo l'italiano, è stata dura. Ma sono cresciuto in fretta, lontano 12.000 km dalla mia famiglia. Ora sono felice di vivere in Europa, sono contento di essere in Williams e sono incredibilmente felice di avere questa opportunità. Mi ripaga di tutto”.
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