F1 | Ferrari: le due motivazioni di una sconfitta amara per Leclerc
Charles ritiene che la rossa avesse il potenziale per vincere a Baku: il monegasco evidenzia la gestione lenta nel giro di uscita dopo il pit stop (costato quasi tre secondi) e l'aver rinunciato di lottare con Piastri sul sorpasso confidando di poter riattaccare la McLaren, ma poi così non è stato.
Charles Leclerc, Ferrari SF-24
Foto di: Andrew Ferraro / Motorsport Images
È una piazza d’onore amara. Prima delle analisi e delle valutazioni, a dirlo è stata l’espressione di Leclerc. Nel caso di Charles il linguaggio del corpo è sempre un libro aperto, accessibile a tutti, ed oggi è stato chiarissimo quanto il secondo posto nel Gran Premio d’Azerbaijan al monegasco stia stretto.
Pole position, leadership per 19 giri, poi il sorpasso subito da Oscar Piastri che ha scambiato i ruoli. L’australiano nella veste di lepre, Leclerc in quella di cacciatore con diverse frecce a disposizione per ribaltare nuovamente il tutto. Ma giro dopo giro mentre ha preso forma il capolavoro di Piastri è cresciuta progressivamente anche l’amarezza di Charles: ancora una volta a Baku la vittoria non sarebbe stata sua.
Charles Leclerc festeggia con il trofeo del secondo posto sul podio di Baku
Foto di: Zak Mauger / Motorsport Images
Eppure, dal primo stint di gara era arrivato un verdetto chiaro. Dopo aver mantenuto la leadership, Leclerc ha gestito i primi cinque giri con Piastri in zona DRS, poi ha iniziato a prendere il largo. Una fuga progressiva che lo ha portato a costruire un gap di sei secondi al quattordicesimo passaggio. Un segnale forte. Al giro 15 Piastri è rientrato ai box per passare dalle gomme medie alle hard, mossa subito coperta dal box Ferrari la tornata successiva. Al giro 17 Piastri è transitato sul traguardo a poco più di un secondo da Leclerc: cosa è successo?
La risposta è nell’outlap. Piastri ha percorso il suo d’uscita in 2’03”253, Leclerc in 2’06”071. Le indicazioni arrivate a Charles dalla squadra erano chiare, ovvero prendersi cura delle gomme nel giro d’uscita, ma la differenza di quasi tre secondi denota un inizio di stint molto aggressivo di Piastri o un eccesso di cautela da parte di Leclerc.
In numeri suggeriscono di più la prima ipotesi, visto che anche l’outlap di Sainz (2’05”361) non è stato lontano dal tempo di Leclerc, ma Piastri non ha subito controindicazioni dal suo avvio di stint molto veloce. Con la McLaren in scia, Leclerc ha tenuto duro per due giri, poi è stato colto di sorpresa dall’attacco di Piastri.
“Oggi abbiamo perso la vittoria per due fattori – ha ammesso Leclerc - il primo è stato la gestione delle gomme nel nostro giro di uscita dopo il pit stop. Ci aspettavamo che per tutti ci volesse molto tempo prima di mettere le hard in temperatura, ma non è stato così per la McLaren che ha portato subito le sue gomme nella finestra giusta di lavoro e ha guadagnato molto tempo. Il secondo è stato non aver lottato più duramente con Oscar quando mi ha sorpassato. Sapevo che avevamo una lunga gara davanti e il mio obiettivo era preservare le gomme, rimanere nel raggio d'azione del DRS e sorpassarlo più avanti”.
Charles Leclerc, Ferrari SF-24, insegue l'imprendibile Oscar Piastri, McLaren MCL38
Foto di: Dom Romney / Motorsport Images
“Evidentemente abbiamo sottovalutato la velocità che oggi loro avevano sui rettilinei – ha concluso Charles - sfruttando un assetto con un carico aerodinamico inferiore al nostro: questo li ha resi troppo veloci per noi per tentare il sorpasso. Nel complesso non è stata la giornata migliore per la nostra squadra, ma andremo a Singapore ancora più determinati”.
L’aspetto positivo per Leclerc è aver mantenuto una seconda posizione che a due giri dal termine era ormai persa. Con le gomme posteriori in crisi Charles è stato costretto ad alzare i suoi tempi sul giro di oltre un secondo e questo ha favorito l’arrivo del tandem Perez-Sainz alle sue spalle. Il contatto tra i due ha messo fine ai rischi di Leclerc e alla stessa gara, congelata in regime di virtual safety car fino alla bandiera a scacchi.
L’incidente ha aumentato di quattro punti il bottino di tappa della McLaren, costando a Ferrari e Red Bull rispettivamente 11 e 12 punti. Se a Monza la Ferrari aveva raccolto più di quanto la monoposto avrebbe consentito sul fronte puramente tecnico, l’impressione è che a Baku il potenziale della vettura non sia stato convertito nel punteggio alla portata.
“Probabilmente siamo stati un po' troppo conservativi all'inizio del secondo stint – ha ammesso Frederic Vasseur - e dover guidare in aria sporca è stato difficile per Charles, che ha finito per danneggiare le sue gomme hard. Lasciamo Baku con un risultato al di sotto delle aspettative ma è stato bello vedere che, come a Monza, stavamo battagliando con la McLaren ed eravamo competitivi. Dobbiamo mantenere la concentrazione e continuare a lottare perché ci sono ancora molte gare da disputare”.
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