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Analisi
Formula 1 GP di Abu Dhabi

F1 | McLaren: ecco come si dividono i tre flussi principali

Ecco un'interessante immagine scattata da Giorgio Piola nella pit lane di Abu Dhabi: la McLaren MCL60 priva del muso e sollevata sui cavalletti ci lascia scoprire quale sia stato lo studio degli aerodinamici di Woking per separare l'aria destinata ai canali Venturi, al raffreddamento della power unit Mercedes e al sottosquadro per alimentare il marciapiede del fondo.

McLaren MCL60, dettaglio tecnico

F.1 analisi tecnica di Giorgio Piola

Giorgio Piola è l’esperto di tecnica di Formula 1 che segue i Gran Premi dal 1964. Il giornalista italiano è considerato il più autorevole divulgatore dei segreti delle monoposto: i suoi disegni e le animazioni permettono di scoprire le novità introdotte dai team ai Gp.

La McLaren è considerata la squadra che ha fatto il salto di qualità più importante nel corso di questo campionato. Il team diretto dal team principal, Andrea Stella, era ultimo all’inizio della stagione con la macchina sbagliata da James Key, ed ha risalito la china rivedendo in maniera profonda il concetto della MCL60, pur non potendo cambiare le caratteristiche base di una vettura che presenta dei contenuti tecnici interessanti.

Il nostro Giorgio Piola nella pit lane di Abu Dhabi è riuscito a cogliere un’immagine particolarmente significativa della monoposto papaya che mostra quale sia la differenziazione nell’andamento dei flussi che dall’anteriore investono la vettura realizzata a Woking. L’opportunità di vedere la MCL60 senza muso e, soprattutto, insolitamente sollevata sui cavalletti, consente di apprezzare il disegno del fondo e non solo.

Per semplificare possiamo riassumere che ci sono tre divisioni dei flussi: quelli in basso sono destinati a essere imboccati nei canali Venturi e vengono separati da quelli destinati ad alimentare il marciapiede sopra al fondo dal braccio anteriore del triangolo inferiore della sospensione e dal braccio dello sterzo, visto che lo steering pad è collocato nella parte bassa del telaio. Oltre ad essere un efficace separatore dei flussi, lo sterzo in basso consente di abbassare i pesi e migliorare il baricentro.

Nella luce fra i due triangoli della sospensione si incanala l’aria che, grazie allo scavo profondo del sottosquadro, viene portata giù verso la parte superiore del fondo. In quest’area i tecnic della McLaren hanno fatto un grosso lavoro di pulizia rispetto all’inizio di stagione, migliorando l’effcienza aerodinamica della vettura che aveva iniziato il 2023 con troppo drag, vale a dire resistenza all’avanzamento.

L’ultimo pacchetto aerodinamico di sviluppo ha consentito di allineare la parte inferiore della bocca dei radiatori al triangolo superiore della sospensione: nell’immagine le prese per il raffreddamento dei radiatori sono chiuse da coperchi di colore verde, ma permettono di capire come la sezione frontale si sia incredibilmente ridotta, sollevando il labbro in carbonio che fa da vassoio, come abbiamo avuto di vedere per la prima volta sulla Red Bull RB19.

È interessante rilevare come il tirante della sospensione a schema pull rod non interferisca con il flusso destinato ai canali Venturi, mentre il puntone del push rod avrebbe avuto una maggiore influenza sull’aerodinamica. La foto, inoltre, permette di distinguere la forma dei deviatori di flusso che alimentano i quattro diversi condotti.

L’aspetto più appariscente è che tutti sono piegati verso l’interno seguendo un altro concetto valido della invincibile RB19. Le paratie spuntano dal bordo d’entrata del fondo con una maggiore sporgenza in basso. Se guardate con attenzione fra le ombre si osservano anche quelli che erano i precedenti punti di attacco dei divisori che ora sono stati ridistribuiti. In particolare quello più vicino alla scocca è stato portato più all’esterno allargando il canale che alimenta il diffusore. A questa paratia è stata tagliata la porzione inferiore: quando la McLaren è in imbardata, vale a dire in curva, succede che anche il secondo canale possa alimentare parzialmente al’aria destinata all’estrattore posteriore, differenziando il lavoro in funzione dell’impiego della vettura.

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