MotoGP | Caccia alle scie: show “ridicolo” e motivo di discordia
La caccia alle scie in qualifica è uno dei crucci di molti piloti, che si sono spesso scagliati contro piloti lenti, ma soprattutto contro la mancanza di una regolamentazione su un comportamento ritenuto scorretto e pericoloso. Bagnaia, Di Giannantonio ed Espargaro non hanno avuto filtri, mentre Marc Marquez non vede quale sia il problema.
Marc Marquez, Gresini Racing Team
Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images
In una MotoGP sempre più complicata, imprevedibile e competitiva, è ormai consuetudine puntare sulla qualifica, che è sempre più cruciale in ottica gara. Campionato sempre più equilibrato, moto grandi e sorpassi complicati stanno rendendo il sabato mattina fondamentale per la buona riuscita (o meno) del weekend dopo la bandiera a scacchi.
Per questo, chi è più lento spesso cerca un traino per poter avanzare di qualche casella sulla griglia di partenza e i bersagli preferiti sono, ovviamente, i piloti più veloci. La ricerca delle scie o di un riferimento è una vecchia storia in MotoGP, la questione è annosa e spinosa: ricordiamo Héctor Barberá, additato come il “succhiascie” o le lamentele di Jorge Lorenzo, che veniva preso come traino.
Ad oggi, sembra che il problema delle scie in qualifica sia diventato ingestibile e non sono mancate le occasioni in cui abbiamo visto piloti procedere molto, molto lentamente in traiettoria alla ricerca di un traino per poter guadagnare quei due o tre decimi in più che gli consentissero di avanzare sulla griglia. L’ultimo episodio lo abbiamo vissuto proprio a Silverstone, dove negli ultimi minuti di Q2 nessuno partiva per il suo giro e si sono visti piloti “passeggiare” in attesa del più veloce che trainasse tutti.
Una situazione che Pecco Bagnaia ha definito “incredibile”. Per il campione del mondo in carica non ci sono scuse: non si può cercare una scia con così tanto affanno da mettere anche in pericolo gli altri piloti. Solo pochi hanno cercato il tempo da soli, e secondo il pilota Ducati questa cosa andrebbe cambiata. Non è la qualifica di Silverstone la prima occasione in cui si assiste a spettacoli del genere, che ora portano all’esasperazione di alcuni piloti.
Francesco Bagnaia, Ducati Team
Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images
“Trovo che siamo i migliori piloti del mondo nella categoria massima del motorsport. Se siamo arrivati qui è perché sappiamo fare le cose da soli, non capisco il motivo di doversi attaccare sempre. Ma poi le ultime quattro qualifiche, a parte un paio di piloti, nessuno è mai riuscito a fare il tempo per questo motivo. Nel mio caso, oggi, la nostra strategia non ha portato i suoi frutti. Io sono entrato 30 secondi dopo Martin, alla Curva 5 ero di nuovo davanti a tutti”, ha tuonato Bagnaia nel pomeriggio di sabato.
I piloti della MotoGP sono i più forti del motorsport a due ruote, coloro da cui i giovani prendono l’esempio e spettacoli come quello visto in qualifica a Silverstone è tutt’altro che edificante: “Si fa fatica e non è uno spettacolo bello da vedere. Poi dai l’esempio ai piloti della Moto3, ma loro sono scusati perché dicono ‘guardate i piloti della MotoGP, non gli fate niente!’. Spero che con Simon Crafar cambi qualcosa, sarebbe giusto mettere più attenzione sulle cose importanti e meno su quelle stupide. Anche per l’immagine del nostro sport, è bello vedere 12 piloti andare piano in mezzo alla pista? Secondo me no. Soprattutto è pericoloso, non serve a niente… Non lo capisco”.
Per mettere fine a questo fenomeno, Bagnaia propone delle sanzioni: “Penalità? Assolutamente! E anche pesanti. Non tutti saranno d’accordo, ovviamente. Per me è molto pericoloso, perché a volte spingi e trovi un pilota lento che ti taglia la traiettoria. Penso che non sia pericoloso quando sei un po’ fuori dalla linea. È importante penalizzare chi sta nel mezzo”.
Al campione in carica fa eco Fabio Di Giannantonio, anche lui ritrovatosi suo malgrado di fronte allo spettacolo poco decente dei traini: “Secondo me quando arrivi in MotoGP, il tempo lo devi fare da solo. Fare tutti questi giochini non è troppo professionale, ognuno di noi ha un potenziale per fare davvero il giro. A volte diventa anche pericoloso, io negli ultimi giri mi sono ritrovato un po’ di gente in mezzo che ho quasi centrato. È pericoloso e anche brutto per la televisione, secondo me dovremmo tutti fare il nostro giro e basta”.
Allora, qual è la soluzione a questo format di qualifica per impedire le scie? Si è proposta la Superpole, tuttavia non trova consenso da parte dei piloti. “A me piace fare il giro da solo, non mi interessa avere qualcuno davanti. Superpole? Sarebbe fighissimo, ma è difficile da fare qualora cambiassero le condizioni della pista dal primo all’ultimo che fa il giro. Bisognerebbe soltanto essere piloti di MotoGP quali siamo, entrare in pista e dare il gas”, ha spiegato Di Giannantonio.
Bagnaia invece ha proposto un 107% nel settore: “A volte è meglio fare un cambiamento drastico. Abbiamo bisogno di una regola. La Superpole sarebbe bellissima, ma non è pratica, se cambiano le condizioni del tempo non sarebbe la cosa giusta. Ma si potrebbe mettere un tempo limite nei settori. Se tu li fai oltre il 107% è penalità. Poi se dimostri che hai avuto un problema non c’è la penalità, ma in certi casi potrebbe servire”.
Non manca un’opinione di Aleix Espargaro, da sempre in prima linea quando si parla di regole e sicurezza. Il veterano dell’Aprilia si è mostrato molto duro, condividendo pienamente il pensiero di Bagnaia: “È ridicolo vedere cinque o sei piloti, e sono sempre gli stessi, in mezzo alla pista che aspettano gli altri mentre sono completamente fermi. Si mettono in pericolo anche i rivali, perché gli altri non vogliono spingere o le gomme si raffreddano ed è pericoloso. Ma possono farlo, le regole glielo consentono. Ma sono d’accordo con Pecco, per me è ridicolo”.
Miguel Oliveira, Trackhouse Racing Team
Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images
Chi invece non riesce a comprendere l’indignazione è Marc Marquez. Il pilota del team Gresini è uno dei piloti finiti spesso nell’occhio del ciclone per la sua caccia sfrenata alle scie. Alla ricerca di un traino nei momenti di difficoltà, l’otto volte campione del mondo ha spesso scalato la classifica dei tempi riuscendo a prendere la scia dei piloti più veloci, infastiditi nel trovarsi alle calcagna il catalano.
Il regolamento non vieta i traini, Marc lo sa e sfrutta la possibilità che gli si presenta davanti. Non è edificante? Il pilota di Cervera sostiene che in passato è successo a lui, a parti inverse e non si è mai posto il problema, anzi. Vorrebbe trovarsi nella situazione di Bagnaia e dei piloti a cui viene presa la scia: significherebbe che è (di nuovo) il più forte.
“Magari mi trovassi nella situazione di Bagnaia e seguissero la mia scia. Significherebbe che sono il più veloce. Questo è il motociclismo, alla fine il più veloce fa la differenza, ma il pilota a cui manca qualcosa si cerca la vita per trovare qualcosa di più, il vantaggio della scia o il riferimento. Magari potessi stare in questa situazione, per me fa parte dello show e sarà sempre così. Se lo vuoi evitare, allora devi fare le qualifiche uno per uno, ma lo avevamo visto in Superpole e non era bello”, ha detto Marquez.
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