F1 | Red Bull: perché Singapore è la gara più dura per la RB19?
Christian Horner l'aveva pronosticato che quella di Marina Bay sarebbe stato l'appuntamento più ostico della stagione per la Red Bull e il team principal non si era sbagliato. La squadra campione del mondo, però, non si arrende a un weekend difficile e cerca le cause di due sessioni di prove libere poco competitive. Si sommano questioni puramente tecniche ad altre di natura umana: scopriamo cosa è successo e se ci sono possibilità di ribaltare la situazione come è successo a Monaco.
Le notizie arrivate dal venerdì di Singapore sono due, la Ferrari che inizia il weekend mettendo due monoposto davanti a tutti e la Red Bull che si è imbattuta nel peggior venerdì del 2023. Tra le due news quella più imprevista, e che fa maggiormente discutere, è quella relativa alle difficoltà incontrate dalla squadra mattatrice del mondiale, ritrovatasi in settima ed ottava posizione nella classifica di giornata consolandosi in parte con il long-run di Sergio Perez (molto buono). Ma a Marina Bay il passo gara conta meno del solito, la priorità è partire nelle primissime posizioni.
Alla vigilia della trasferta di Singapore Christian Horner aveva messo le mani avanti: “Questa pista sarà per noi una delle più dure della stagione, le caratteristiche del tracciato non si sposano con i punti di forza della nostra monoposto, e penso che dovremo essere proprio al top per mantenere lo slancio vincente avuto finora”.
Helmut Marko con Christian Horner e Sergio Perez: la Red Bull sta soffrendo a Singapore
Photo by: Lionel Ng / Motorsport Images
Lo slancio finora non si è visto, sia Sergio Perez che Max Verstappen si sono lamentati di un bilanciamento problematico, e tutte le modifiche fatte al setup nell’arco delle sue sessioni non hanno prodotti risultati.
“Ci sono diverse cose che non capiamo – ha spiegato Verstappen – cercheremo di migliorare in vista di domani ma il gap da recuperare è grande. Ci aspettavamo qualche difficoltà, ma finora è stato peggio del previsto, in frenata hai la sensazione di poter finire contro le barriere”.
Per la Red Bull le caratteristiche del tracciato di Singapore non sono l’ideale. Il circuito di Marina Bay richiede un assetto a massimo carico, mentre la RB19 trova la sua confort-zone ideale sui tracciati dove serve il compromesso tra downforce e velocità di punta.
A Singapore anche la tipologia di curve non è l’ideale, praticamente tutte a novanta gradi, imponendo un setup senza troppe variabili, assetto che finora i due piloti hanno giudicato difficile per mancanza di aderenza del retrotreno.
Max Verstappen, Red Bull Racing RB19
Photo by: Jake Grant / Motorsport Images
C’è però anche un altro aspetto che alcuni avversari sussurrano. Da questo fine settimana sono entrate in vigore le nuove norme introdotte dalla FIA in materia di ali flessibili, e ovviamente c’è chi ha collegato la giornata ‘no’ di Verstappen e Perez al giro di vite imposto della Federazione Internazionale.
Per ora, però, restano solo supposizioni, soprattutto considerando che quella di Singapore non è certo la pista più tipica del mondiale, e trarre conclusioni dopo una sola giornata a Marina Bay rischia di portare fuori strada.
In un venerdì difficile, la Red Bull ha dovuto anche fare i contro con la vicenda legata alle dichiarazioni di Helmut Marko (ammonito da una lettera inviatagli dalla FIA) ed anche con la bocciatura della proposta di aggiungere una quarta zona DRS nel tratto tra la curva 15 e 16. “Penso che sarebbe stata una buona idea – ha commentato Horner – avrebbe aiutato a tenere compatto il gruppo, non capisco chi si è opposto pensando che fosse qualcosa a nostro favore. Quando si è chiesto di votare tre squadre sono state contrarie e cinque non hanno nemmeno risposto”. I due team favorevoli, ovviamente, erano AlphaTauri e Red Bull…
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