F1 | Alpine: se non sarà venduta è una squadra che va ricostruita
La A524 al debutto in Bahrain si è rivelata un disastro, per cui il dt Harman e il capo aerodinamico, De Beer, si sono dimessi. Bruno Famin si affida alle forze interne per portare degli sviluppi nella speranza di risalire la china, ma è evidente che il team di Enstone va rifondato. Simone Resta potrebbe essere un ferrarista utile al rilancio?
L’Alpine è il marchio sportivo di un grande Costruttore come la Renault. La caduta del brand francese in F1 è sotto agli occhi di tutti. La A524 è una monoposto sbagliata e i due piloti, Esteban Ocon e Pierre Gasly, in Bahrain sono stati relegati in ultima fila in qualifica e di fatto tali sono rimasti anche in gara.
La convivenza dell’anima francese (le power unit sono realizzate a Viry Chatillon, poco fuori Parigi) con quella inglese (l’area del telaio e dell’aerodinamica sono sviluppate a Enstone) è sempre molto difficile, anche se in passato aveva funzionato con un capo carismatico come Flavio Briatore che due mondiali li aveva portati a casa nel 2004 e 2005 con Fernando Alonso.
All’inizio del millennio la Renault era una squadra molto radicata con uno staff forte e preparato e con strutture all’avanguardia. La stabilità era uno dei punti fermi per mantenere il team al vertice, cosa che non avviene oggi.
La conduzione del Gruppo Renault è nelle mani di un altro italiano, Luca De Meo, che nelle sue precedenti avventure professionali ha saputo fare degli autentici “miracoli” nel mondo difficile dell’automotive. Il manager milanese ha portato la Scenic E-Tech a essere votata l’Auto dell’Anno 2024, segno che certe strategie portano dei risultati.
Nelle corse la musica è diversa e il bilancio è molto negativo. La Red Bull Racing domina i Gran Premi con una struttura monolitica che è sostanzialmente la stessa da quando è stata fondata, anche se adesso è sotto un bombardamento di chi questa unità granitica la vuole fare saltare per aria.
L’Alpine, invece, è un vero… porto di mare dove ogni sei mesi c’è un cambiamento al vertice o, quanto meno, nello staff tecnico. Non deve sorprendere, quindi, vedere la squadra precipitare in fondo alla griglia in modo inesorabile.
Bruno Famin è stato chiamato alla conduzione del Motorsport Alpine dopo l’ultima epurazione che era stata ufficializzata nel pieno del weekend di gara nel GP di Gran Bretagna a Silverstone. Fuori il team principal, Otmar Szafnauer, fuori Alan Permane, il direttore sportivo, anima “grigia” di Enstone attiva da 34 anni (ora alla Racing Bulls), e se n’era andato anche il direttore tecnico Pat Fry che intento aveva trovato casa alla Williams.
Otmar Szafnauer
Foto di: James Sutton / Motorsport Images
Alan Permane, Racing Director Racin Bulls
Foto di: Red Bull Content Pool
Pat Fry, Williams Chief Technical Officer
Foto di: Williams
Il manager francese aveva assunto ad interim anche il ruolo di team principal, affidando la conduzione tecnica a Matt Harman. L’inglese ex Mercedes, giunto a Enstone nel 2019, da capo è durato un giro di valzer: si è dimesso insieme al responsabile aerodinamica, Dirk De Beer. I due si sono assunti le colpe di una macchina pesante (sono stati necessari rinforzi per superare i crash test), con poca trazione e carico aerodinamico e, quindi, poco competitiva. E, ciliegina sulla torta, anche Bob Bell, uomo di grande esperienza gestionale ha preferito cambiare aria, scegliendo di andare all'Aston Martin per mettere ordine alla nuova modernissima factory.
Matt Harman, ex direttore tecnico Alpine
Foto di: Alpine
Famin ha deciso di seguire un concetto che aveva adottato Sergio Marchionne quando era presidente Ferrari, promuovendo le forze interne, per adottare una struttura organizzativa simile a quella della McLaren dando fiducia a una triade: Joe Burnell (ingegneria), David Wheater (aerodinamica) e Ciaron Pilbeam (prestazioni).
È evidente che non si può andare a scavare in fondo al bidone e, quanto prima, sarà necessario andare sul mercato per ricostruire uno staff che sia in grado di risalire la china, riportando l’Alpine dove merita di essere l’espressione sportiva di un grande Costruttore, almeno che il presidente De Meo, non stia valutando l’uscita dalla F1 e sia pronto a restare solo come motorista, per mettere sul mercato Enstone, sfruttando il momento di enorme popolarità del campionato che ha fatto lievitare il valore delle squadre e la possibilità di monetizzare anche un “fallimento”.
Bruno Famin, Team Principal Alpine F1 Team
Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images
Bruno Famin ha il compito di drenare la caduta e dovrà provare a ricostruire il tessuto di una squadra. Per l’area motoristica ha pescato bene portando Eric Meignan a Viry Chatillon da Maranello: l’ingegnere transalpino sta lavorando alla power unit 2026 e sta creando un gruppo di lavoro molto carico e motivato. Per il telaio sono attesi degli arrivi…
"Avremo diverse persone in arrivo - ha ammesso Famin -. Non sono grandi nomi, ma profili molto interessanti. Voglio ricostruire la squadra. Abbiamo persone di talento all’interno, ma dobbiamo portare una ventata di aria fresca con nuove figure che conoscono processi diversi dai nostri”.
Pierre Gasly, Alpine A524
Foto di: Erik Junius
“Sarebbe bello attrarre figure di primo piano, ma sappiamo anche che ci vuole molto tempo per inserirli in squadra per effetto del lungo periodo di gardening. Ci potrebbe volere un anno o più, per cui per ora utilizziamo lo staff che abbiamo in attesa di rinforzi…”.
In realtà Bruno saprà che a Maranello è rientrato dalla Haas un tecnico di livello come Simone Resta. Alla Ferrari l’ingegnere di Imola sembra non rientri nei piani di F1, per cui Famin potrebbe pescare alla Gestione Sportiva un soggetto che qualche macchina importante l’aveva fatta…
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