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F1 | Rinviato il test con i paraspruzzi: si andrà a primavera

La FIA ha deciso di posticipare al 2024 la sperimentazione dei paraspruzzi da montare sulle monoposto in caso di pioggia molto forte. L'idea è di limitare lo spray per migliorare la visibilità dei piloti quando sono in gruppo. La sessione prevista a novembre è saltata per l'intensità delle gare a fine stagione 2023: le squadre che collaborano con la Federazione Internazionale avrebbero affidato la realizzazione dei pezzi del kit all'esterno con un aumento dei costi non consono con il budget cap.

Liam Lawson, AlphaTauri AT04

Nei piani della FIA c’era che prima di inizio dicembre si sarebbe dovuto svolgere il test con i nuovi paraspruzzi per migliorare la visibilità dei piloti in caso di gara molto bagnato. Esperimento che era stato svolto a Silverstone a margine dei test di gomme non aveva dato i risultati attesi, perché le carenature che erano state disegnate non erano in grado di limitare gli spruzzi.

La prima idea è stata accantonata, ma è stato dato corso a un secondo progetto la cui sperimentazione è stata rinviata a maggio del prossimo anno: il calendario serrato di fine stagione e la necessità di non intaccare il budget cap ha consigliato le squadre disponibili a collaborare con la FIA di tornare in pista circa a metà del prossimo anno.

Nikolas Tombazis, responsabile tecnico per il settore monoposto della FIA, ha accettato di buon grado le indicazioni dei team: "Ovviamente per questi test riceviamo il supporto dei team che preparano i kit, visto che noi non abbiamo a disposizione delle monoposto. Il test era previsto entro novembre, ma le squadre, impegnate in un fine campionato impegnativo, avevano segnalato che avrebbero dovuto appaltare il lavoro di realizzazione dei pezzi all’esterno con un incremento delle spese che sarebbe stato molto costoso. Giusto, quindi, rinviare i collaudi alla fine della primavera”.

Oltre ad un aspetto organizzativo, c’è anche tema tecnico da dirimere. L’idea è quella di carenare le ruote con una soluzione asportabile, per cui sarebbero gestibili gli spruzzi originati dalle gomme full wet, mentre non ci sarebbe alcuna forma di controllo per l’acqua risucchiata dal fondo e sparata fuori dall’estrattore posteriore.

“Abbiamo ancora dei dubbi – spiega Tombazis – su qual è l’effettiva proporzione fra lo spray dovuto alle gomme da bagnato e quello del diffusore posteriore. Sappiamo che entrambi i fattori sono piuttosto significativi e chiaramente siamo consapevoli che il problema non potrà essere risolto del tutto”

“Ciò che proveremo a maggio non sarà la soluzione finale. Il test ci permetterà di raccogliere utili informazioni per capire se stiamo andando nella giusta direzione, diversamente dovremo pensare un’altra soluzione ancora. Se, invece, la sessione darà un esito positivo può avere senso di introdurre la modifica sulle vetture 2025, mentre diversamente si slitterebbe al 2026”.

Tombazis ritiene che le norme tecniche 2026 potrebbero facilitare il raggiungimento di un obiettivo visto che l’influenza del diffusore sarà minore rispetto a oggi. Qualcuno aveva proposto anche l’introduzione di un soffio d’aria che spingesse lo spray verso il basso: la soluzione, però, avrebbe un forte impatto sulla possibilità di generare carico, per cui i team non ne vogliono sentire parlare…

“Se, per migliorare la visibilità in caso di pioggia, dobbiamo trovarci con vetture con meno grip – conclude Tombazis – non avremmo fatto un grosso passo avanti, per cui ogni intervento dovrà essere valutato con la necessaria attenzione”.​

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