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F1 | Simulazione Ferrari: nuovi software per i tecnici in arrivo

La Scuderia non sta potenziando solo lo staff tecnico con l'inserimento di una quindicina di ingegneri in arrivo da Mercedes e Red Bull, perché Vasseur ha varato un piano di crescita dei programmi di simulazione per adeguare la Gestione Sportiva degli strumenti necessari alla F1 moderna. L'ottimale gestione della parte ibrida della power unit è solo un aspetto che finora è emerso nella crescita della rossa nella seconda parte della stagione. La GeS si sta dotando di risorse per sfidare Verstappen...

La Ferrari SF-23 di Carlos Sainz, Ferrari SF-23 in garage

Fred Vasseur sta facendo un lavoro di riorganizzazione della Ferrari che è molto profondo. Il team principal francese ha avviato un programma di cambiamento per rendere la Gestione Sportiva più moderna e aderente alle esigenze di una squadra che ha l’ambizione di tornare a vincere. In parallelo Benedetto Vigna, amministratore delegato del Cavallino, sviluppa la stessa strategia di crescita nella Gestione Industriale, dando valore alle parole del presidente John Elkann che all’Investor Day di Exor a Torino aveva parlato della Ferrari come un’unica azienda, senza le separazioni fra i reparti e le autonomie di un tempo.

Su Motorsport.com abbiamo anticipato l’inserimento di una quindicina di giovani ingegneri nel tessuto del Reparto Corse: quattro o cinque sono già arrivati a Maranello, mentre altri giungeranno alla GeS alla spicciolata da qui all’inizio del 2024, dopo che sarà scaduto il periodo di gardening a cui erano sottoposti dalle squadre di partenza.

Frederic Vasseur, Team Principal Ferrari, sta attuando un piano di trasformazione del Reparto Corse

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Frederic Vasseur, Team Principal Ferrari, sta attuando un piano di trasformazione del Reparto Corse

La Ferrari sta potenziando un’area tecnica che sarà sempre più strategica non solo in F1 e nel WEC: stiamo parlando del mondo della simulazione. La parola in sé racchiude un campo che diventa ogni giorno sempre più vasto e che è sempre più difficile da spiegare perché i team sono poco propensi a rilasciare delle informazioni considerate sensibili e, quindi, top secret.

Non basta più trovare una buona iterazione fra i dati raccolti in pista con le prove aerodinamiche e il lavoro indoor svolto al CFD, in galleria del vento e al simulatore di guida. Diventa fondamentale la costruzione di modelli matematici che aiutino a essere predittivi della realtà, indicando possibili linee di sviluppo. Parliamo di scienze applicate nelle quali le divisioni fra un campo e l’altro di ricerca possono diventare sempre più labili, arrivando a integrazioni sempre più coordinate e precise. E, allora, diventa facile capire che qui non ci troviamo solo di fronte a una fase di turn-over di tecnici, ma l’ingresso di forze fresche, giovani in entrata da squadre top come Mercedes e Red Bull, si portano dietro l’esigenza di rivedere processi e organizzazione del lavoro che siano in linea con queste nuove esigenze.

Si parla di competenze, quindi, ma anche di nuovi sofisticatissimi software che in questo 2023 sono stati implementati nelle varie postazioni per offrire ai tecnici la possibilità di agire in simulazione su tre fronti: prestazioni, affidabilità e sicurezza.

Ecco una power unit di scorta: alla Ferrari sono bastate quattro unità per completare la stagione 2023

Photo by: Uncredited

Ecco una power unit di scorta: alla Ferrari sono bastate quattro unità per completare la stagione 2023

La power unit, per esempio, ha dimostrato di reggere l’impatto delle 22 gare utilizzando le 4 unità concesse dal regolamento, dimostrando anche di essere potente come l’Honda RBPT H001. I problemi sono emersi dalla parte elettronica che sarà oggetto delle cure invernali dei motoristi di Enrico Gualtieri.

La Ferrari, dalla sosta estiva in poi ha cambiato l’approccio nell’utilizzo della power unit: cominciando a lavorare sulle strategie, David George, lo specialista giunto dal mondo Red Bull-Honda, ha modificato l’utilizzo della parte ibrida con una parcellizzazione diversa dell’energia elettrica che ha permesso un doppio effetto benefico: sfruttando una coppia minore in accelerazione all’uscita dalle curve, la SF-23 ha cominciato ad accusare meno pattinamenti di potenza. Pur assicurando un’eccellente trazione, ha ridotto la tendenza al surriscaldamento degli pneumatici che non era indotta solo dal saltellamento originato dal porpoising.

Charles Leclerc, Ferrari SF-23

Photo by: Zak Mauger / Motorsport Images

Charles Leclerc, Ferrari SF-23

Consumare meno energia nel guidato ha significato poter ridurre il clipping alla fine dei rettilinei: la Scuderia ha iniziato la stagione con la PU che in fondo ai dritti più lunghi non aveva più ibrido da sfruttare, mentre nella seconda parte del campionato le cose sono andate decisamente meglio. A Maranello sono entrati in questa nuova dimensione, trovando margini di crescita, non solo nella power unit, che alimentano quell’ottimismo respirabile intorno al Reparto Corse in questi giorni.

Lo sviluppo di strategie di gara (e magari di partenza) sempre più funzionali ai singoli GP, dovrebbero portare a una conoscenza molto più approfondita e dettagliata delle potenzialità della macchina.

La SF-23, al netto degli errori di progetto, aveva doti che sono a lungo rimaste nascoste, per l’incapacità di estrarre dalla rossa l’effettivo potenziale che conteneva. Bene aveva fatto Vasseur a non buttare via tutto prima dell’estate, altrimenti la vittoria di Carlos Sainz a Singapore non si sarebbe celebrata, così come il recupero di quasi 50 punti sulla Mercedes nel rush finale.

È stata imboccata una strada che ha dato i primi segnali positivi già quest’anno, ma i margini per crescere possono essere importanti. Ferrari investe in risorse umane e in programmi sviluppati ad hoc in esclusiva per il Cavallino, nella speranza che la 676 possa essere una monoposto in grado di lottare su tutte le piste del mondiale 2024, senza gli alti e bassi della stagione appena conclusa…

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