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Formula 1 GP di Singapore

F1 | Haas: un punto in extremis che dà morale a Magnussen

Dopo una bellissima qualifica, Kevin Magnussen ha conquistato un ottimo decimo posto nel Gran Premio di Singapore, che è valso anche un prezioso punto alla Haas per la classifica costruttori. Nonostante una stagione difficile e il degrado eccessivo delle gomme sulla VF-23, su un circuito più adatto al suo stile di guida il danese ha ben figurato, completando una bella rimonta sul finale con una strategia a due soste.

Kevin Magnussen, Haas VF-23

Dopo il difficile weekend di Monza, in cui la Haas si è dovuta confrontare con problemi di assetto dovuti anche alla mancanza di componenti specifici per il tracciato brianzolo, a Singapore la squadra americana sperava di poter evitare le ultime posizioni.

Rispetto ad altri appuntamenti, il team auspicava che le curve a bassa velocità potessero aiutato la vettura a risalire la classifica, con l’idea che il maggior carico aerodinamico richiesto dalla pista asiatica garantisse un bilanciamento migliore, riducendo anche lo scivolamento degli pneumatici posteriori riscontrato sui tracciati a basso carico. Tuttavia, come confermato alla vigilia del weekend, in Haas vi era la consapevolezza che entrare in zona punti sarebbe stato complicato, in particolar modo se il degrado si fosse rivelato marcato.

Dopo le sessioni libere del venerdì, è cresciuta la fiducia, soprattutto in vista della qualifica, sessione dove nel corso della stagione spesso la squadra americana ha ben figurato raccogliendo anche qualche bel risultato di spicco. Nonostante la crescente fiducia, la doppia top ten ha sorpreso entrambi i piloti, i quali si aspettavano di essere al limite di una lotta piuttosto accesa per accedere alla Q3.

Fernando Alonso, Aston Martin AMR23, Kevin Magnussen, Haas VF-23, Esteban Ocon, Alpine A523, Nico Hulkenberg, Haas VF-23, Max Verstappen, Red Bull Racing RB19, il resto dello schieramento nel giro iniziale

Fernando Alonso, Aston Martin AMR23, Kevin Magnussen, Haas VF-23, Esteban Ocon, Alpine A523, Nico Hulkenberg, Haas VF-23, Max Verstappen, Red Bull Racing RB19, il resto dello schieramento nel giro iniziale

Photo by: Andy Hone / Motorsport Images

A sorprendere era stato anche il sesto posto di Kevin Magnussen, che fino a quel punto della stagione non aveva raccolto grandissimi risultati in qualifica, dove si è più al limite con la vettura. Sin da inizio campionato, infatti, il danese ha sofferto le caratteristiche di una macchina che mal si sposa con il suo abituale stile di guida, che invece predilige traiettorie più morbide e meno spigolate. Gara dopo gara, gli ingegneri hanno cercato di adattare il set-up per garantirgli maggior fiducia al volante, ma le caratteristiche del circuito di Singapore hanno aiutato in questo caso. Meno curve lunghe e ampie, ma tante curve a 90 gradi dove l’entrata e la percorrenza può essere gestita in maniera differente, il che ha permesso al danese di sentire un miglior feeling con la monoposto rispetto al solito.

“Per me [qui] è più naturale guidare, non ho bisogno di pensare tanto, posso guidare come mi viene naturale. Soprattutto questo fine settimana è stato così, con questa pista che non ha curve ad ampio raggio, ma curve a 90 gradi. Aiuta il mio stile, ma è comunque un buon progresso”, aveva spiegato Magnussen al termine delle qualifiche.

Sapendo che generalmente la VF-23 si comporta meglio sul giro singolo che sulla lunga distanza, la speranza era quella di resistere quanto più a lungo possibile all’interno della top ten, cercando di sopperire all’ormai consueto consumo delle gomme. Alla partenza, Magnussen non ha trovato lo spazio necessario per resistere agli attacchi di Fernando Alonso ed Esteban Ocon, perdendo così due posizioni nello spazio di pochi metri nonostante i tentativi di difesa, in particolare sul francese dell’Alpine.

Stabilizzata la situazione, il ritmo piuttosto lento imposto dalle due Ferrari ha aiutato a contenere l’usura degli pneumatici nella prima parte di gara, anche se entrambi i portacolori della Haas poco hanno potuto contro la rimonta di Max Verstappen, capace di sopravanzare entrambi in sei giri. L’ingresso della vettura di sicurezza dopo l’incidente di Logan Sargeant ha dato l’opportunità a tutti i piloti che erano partiti sulla media di fermarsi e passare alla mescola più dura, tra cui gli stessi piloti della scuderia americana: tuttavia, essendo ravvicinati in pista, Hulkenberg è stato costretto ad attendere che il compagno di casacca effettuate la sua sosta, venendo così sopravanzato da ben tre vetture.

Kevin Magnussen, Haas VF-23

Kevin Magnussen, Haas VF-23

Photo by: Andy Hone / Motorsport Images

A quel punto, gran parte delle speranze si sono riversate su Magnussen, rientrato rapidamente in zona punti dopo aver superato Valtteri Bottas, il quale era rimasto fuori essendo partito direttamente sul compound più duro in assoluto. Passaggio dopo passaggio, tentando di resistere agli attacchi di Pierre Gasly, il danese ha tuttavia iniziato a patire in maniera sempre più marcata il degrado degli pneumatici, in particolar modo al posteriore, arrivando poi lungo proprio in curva sette in un tentativo di difesa sul francese dell’Alpine. Un errore che in realtà trova la sua origine precedentemente, a causa di un problema ai freni posteriori in curva due che lo ha fatto finire nella via di fuga perdendo decimi preziosi su Gasly, che ha poi portato l'attacco negli istanti successivi con il DRS. 

"Ho pensato che fosse tutto finito quando sono stato passato da Pierre Gasly e dalla McLaren. Ho avuto un problema ai freni, sono andato largo alla seconda curva, sono uscito di pista e sono rientrato, quindi ho pensato che fosse tutto finito". Un lungo comunque costato caro, che lo ha fatto scivolare dal decimo al quinto posto, con le coperture ormai al limite.

Fortunatamente, l’ingresso della Virtual Safety Car ha dato un’opportunità per rientrare e montare la gomma soft con cui tentare di andare all’attacco nell’ultima parte di gara contro le hard degli avversari. Nonostante il distacco di venticinque secondi dalla zona punti dopo la sosta, Magnussen ha iniziato a recuperare tempo giro dopo giro, approfittando anche dei vari duelli che hanno coinvolto Sergio Perez e Alex Albon, con il pilota della Williams che ha avuto la peggio in un tentativo di sorpasso. Ciò ha permesso al danese di risalire la classifica fino all’undicesimo posto, a circa undici secondo dalla top ten: una posizione all’apparenza amara, ma che ha assunto un significato totalmente differente a pochi chilometri dalla bandiera a scacchi.

L’incidente occorso a George Russell nel corso dell’ultima tornata ha infatti permesso a tutti coloro che si trovavano alle sue spalle di guadagnare una posizione, tra cui anche lo stesso portacolori della Haas, che è così rientrato tra i primi dieci conquistando un punto fondamentale per la classifica costruttori. Infatti, grazie al decimo posto ottenuto da Magnussen, la squadra americana ora può contare su due lunghezze di vantaggio sull’Alfa Romeo a sette Gran Premi dalla fine. È ancora presto per cantare vittoria, ma si tratta di un passo importante in attesa del grosso pacchetto di aggiornamenti che il team porterà ad Austin.  

Kevin Magnussen, Haas VF-23

Kevin Magnussen, Haas VF-23

Photo by: Glenn Dunbar / Motorsport Images

“Sono molto soddisfatto. È stata una lotta dura. Non credo di aver mai lottato così tanto per un punto. Ma ci tenevo davvero tanto, dopo le buona qualifica sarebbe stato davvero deludente non riuscire a ottenere nulla. A un certo punto sembrava difficile. Dopo il problema in curva due ho pensato che fosse finita. Le mie gomme erano finite. Così abbiamo fatto il pit stop per le soft, e ha funzionato molto bene”, ha spiegato Magnussen.

"Il ritmo era buono. Ho recuperato alcune posizioni. Poi alcune persone hanno avuto problemi e ho ottenuto un punto. Sono contento di aver lavorato duramente per questo. Ho cercato di fare del mio meglio. Volevo assicurarmi che non ci fosse nulla di intentato, e questo mi ha ripagato".

“È quello che dico sempre, andiamo a queste gare e sappiamo che il nostro passo gara non sarà così buono dato che il degrado degli pneumatici non è dalla nostra parte. Dobbiamo solo essere pronti a cogliere qualsiasi opportunità. E oggi l'abbiamo fatto. Lavoro molto duramente per questo. E... è così bello quando viene ripagato. Mi alleno in palestra. E oggi mi sono impegnato tantissimo in macchina. Quindi sì, è bello ottenere qualcosa. Alla fine della giornata siamo concorrenti, vogliamo dimostrare e ottenere qualcosa".

 

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