F1 | Alpine: dove porta la cacciata di Szafnauer, Permane e Fry?
L'annuncio dell'uscita dal team anglo-francese di team principal (Szafnauer), del direttore sportivo (Permane) e del direttore tecnico (Fry) durante un weekend di gara, testimonia come si sia voluto dare il massimo risalto mediatico al terremoto che sta squassando una squadra che sta fortemente deludendo gli obiettivi di stagione. Nel paddock ci si domanda cosa succederà dopo il vuoto che Luca De Meo ha creato: Bruno Famin non potrà coprire tutti i ruoli. Chi sta per arrivare a Enstone?
Spa, venerdì sera. L’eco dei risultati sportivi si è affievolita, gli ospiti e i (pochi) vip hanno lasciato la pista e nelle hospitality delle squadre si ritrovano solo addetti ai lavori. È il tradizionale momento dei commenti di giornata, e a tenere banco non è quanto visto in pista, bensì il terremoto in casa Alpine.
Otmar Szafnauer, Pat Fry e Alan Permane sono tre figure presenti nello scenario della Formula 1 da decenni e la notizia del loro licenziamento ha colto di sorpresa. Ci sono opinioni differenti, ma ciò che ha spiazzato maggiormente il paddock è stato il timing dell’annuncio. Perché comunicare una notizia del genere a pochi minuti dal via di una sessione di qualifica?
Otmar Szafnauer, ex Team Principal Alpine F1 Team
Photo by: James Sutton / Motorsport Images
Szafnauer e Permane erano (e resteranno) in pista a Spa, ed ovviamente si sono ritrovati esposti ad una poco piacevole attenzione mediatica. Szafnauer aveva preso parte alla riunione della Formula 1 Commission tenutasi in mattinata, rappresentando l’Alpine in discussioni delicate in ottica futura (tra tutte, lo spinoso tema legato alla performance della power unit lanciato proprio dalla squadra francese) ma subito dopo è stato esentato dalla conferenza stampa dei team principal in extremis, poiché tenutasi dopo l’annuncio della sua estromissione dalla squadra. Vista dall’esterno, questa vicenda porta ad una sola conclusione, ovvero che i vertici dell’Alpine abbiano cercato la massima visibilità.
Alan Permane, Direttore Sportivo Alpine F1 Team, con i due piloti Ocon e Gasly
Photo by: Simon Galloway / Motorsport Images
Se l’annuncio fosse stato formalizzato la prossima settimana, con la Formula 1 in pausa estiva, l’eco sarebbe stata molto minore, ed avrebbe evitato gli imbarazzi di Spa, dove due persone estromesse dalla squadra devono concludere il weekend nei rispettivi ruoli (l’unico assente è Pat Fry che si è già accordato con la Williams).
Pat Fry, Chief Technical Officer di Alpine F1 Team, passerà alla Williams
Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images
Non è da escludere che da Parigi vogliano attirare l’attenzione su una delle ristrutturazioni più massicce viste negli ultimi anni, che ha visto nell’ultimo mese anche l’allontanamento del CEO del marchio Alpine, Laurent Rossi, e l’arrivo di Philippe Krief insieme alla promozione di Bruno Famin. Lo scorso anno avevano fatto le valigie Marcin Budkowski, Alain Prost insieme a due dei tre piloti del programma di Formula 1, Fernando Alonso e Oscar Piastri.
Sotto la guida dell’amministratore delegato del Gruppo Renault, Luca De Meo, erano stati messi sul tavolo dei piani che non sono stati rispettati. È chiaro che l’Alpine non sta ottenendo i risultati sperati, ma è altrettanto vero che Szafnauer è stato estromesso dalla squadra diciotto mesi dopo il suo arrivo, un tempo che non ha permesso di lasciare la sua impronta. Non è da escludere che la crescita evidenziata da Aston Martin, e nelle ultime gare da McLaren, abbia creato molto malcontento, poiché era proprio quello che i vertici di Parigi si aspettavano da Alpine. I primi segnali erano arrivati nel weekend di Miami, quando l’allora amministratore delegato Rossi aveva giudicato “da dilettanti” la gestione della squadra.
La reazione è stata in linea con quello che si vede spesso nelle grandi aziende, ovvero una sequenza di tagli ai vertici della squadra destinata a stravolgere i suoi piani. Il tutto contro la linea della continuità secondo la quale un ciclo in Formula 1 debba essere almeno triennale per essere giudicato.
Il futuro di Alpine al momento è un grande punto interrogativo, tagliare “teste” è abbastanza semplice, farlo sotto i riflettori trasmette anche un messaggio di grande determinazione. Ricostruire è però tutt’altra cosa, soprattutto se le ambizioni sono quelle di mettere insieme una squadra vincente.
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