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Analisi
Formula 1 GP del Belgio

F1 | Dati Spa: ecco dove Verstappen ha guadagnato 8 decimi!

Dopo aver perso la pole in Ungheria, Max Verstappen è tornato davanti a tutti sul giro secco in Belgio con una tornata che verrà ricordata a lungo per la superiorità mostrata. Il segreto è stato quello di mettere insieme tempi competitivi in tutti e tre i settori, mentre i rivali si sono dimostrati capaci solo a tratti. Leclerc ha ben figurato nel primo e nel terzo intertempo, ma ha perso ben sette decimi nel tratto centrale, quello più guidato.

Max Verstappen, Red Bull Racing RB19

Ogni sport ha la sua università, quel luogo o evento che mette alla prova i partecipanti facendone risaltare il talento. Nel ciclismo esiste la Parigi-Roubaix, in MotoGP Assen rappresenta una delle sfide più dure dell’anno, mentre in Formula 1, avvolto nella Ardenne, emerge Spa-Francorchamps, che si inserisce di diritto tra i tracciati più spettacolari e imprevedibili del campionato.  

Dopo aver visto interrotta la scorsa settimana la sua striscia positiva di cinque pole position consecutive, Max Verstappen non poteva scegliere cornice migliore per tornare nuovamente davanti a tutti in qualifica, grazie a una superiorità che si potrebbe definire schiacciante. Per descriverla basterebbe un semplice dato, ovvero gli otto decimi inflitti al secondo classificato, quel Charles Leclerc che domenica erediterà la pole position e la prima casella sulla griglia di partenza a causa della penalità rimediata dall’olandese in seguito alla sostituzione del cambio.

Tuttavia, il due volte campione del mondo ha vissuto anche qualche brivido, complice una Q2 che lo ha visto chiudere al decimo posto, con il rischio di una clamorosa eliminazione all’orizzonte. Avendo abortito il primo tentativo lanciato, Verstappen ha avuto un solo giro veloce a disposizione, che gli ha comunque permesso di accedere alla manche conclusiva nonostante la strategia adottata abbia provocato uno scambio accesso con il suo ingegnere di pista, Gianpiero Lambiase. Un diverbio subito rientrato, anche perché i due sanno leggersi a vicenda meglio di chiunque altro, come in un meccanismo perfetto dove, in qualche occasione, bisogna solo pulire gli ingranaggi.

Su una pista in parte ancora umida per l’acquazzone che aveva colpito il tracciato poco prima dell’inizio delle qualifiche, l’aspetto cruciale non era tanto quello di trovare il tempo migliore assoluto in ogni singolo settore, bensì mettere insieme tutti i pezzi del puzzle, quel qualcosa che una settimana fa gli era mancata sul giro secco a Budapest.

Infatti, alla fine del primo tentativo della Q3 era in realtà Charles Leclerc a comandare il gruppo con circa un decimo e mezzo di vantaggio sugli inseguitori, nonostante avesse commesso un piccolo lungo in curva uno che lo aveva portato a cercare la fase di trazione sul cordolo esterno, ancora bagnato e scivoloso. Il Ferrarista ha poi effettivamente migliorato il proprio tempo nel settore di apertura durante il secondo tentativo, arrivando a pareggiare il crono di Verstappen anche nel terzo intertempo.

Tuttavia, a ciò si è contrapposto un settore centrale tutt’altro che entusiasmante dove l’alfiere della Rossa non è stato in grado di reggere il ritmo perdendo circa sette decimi. Infatti, osservando i dati cronometrici di diversi piloti, è facile individuare come ci siano state squadre che hanno mostrato ottime performance in una determinata zona della pista, faticando però in altri tratti. Ad esempio, Mercedes ha segnato il miglior tempo assoluto nell’ultimo settore con Lewis Hamilton grazie ad un assetto estremamente scarico che ha premiato sugli allunghi, pagando tuttavia dazio nel tratto più guidato, dove il gap è superiore agli otto decimi.

Max Verstappen, Red Bull Racing RB19

Max Verstappen, Red Bull Racing RB19

Photo by: Alessio Morgese

Al contrario, McLaren è stata in grado di reggere il ritmo nel settore centrale, dove la MCL60 ha mostrato le sue doti in termini di percorrenza delle curve a media e alta velocità, mentre ha patito sugli allunghi, con velocità di punta inferiore anche di oltre 15 km/h, come sulla fine del rettilineo del Kemmel.

Osservando i dati telemetrici del confronto tra i migliori giri di Verstappen e Leclerc, emerge come nel primo settore i due contendenti siano sostanzialmente in linea sia dal punto di vista cronometrico che delle velocità di punta, nonostante emergano comunque delle piccole discrepanze. Ferrari tende a mostrare i propri punti di forza nella prima parte dell’accelerazione in uscita da curva uno, date anche le differenti modalità di impiego dell’ERS, mentre la superiorità Red Bull emerge nell’ultima parte del rettilineo del Kemmel.

Il settore centrale si apre con il tratto di Les Combes, con l’olandese capace di fare la differenza già in fase di staccata, portando maggior velocità in ingresso con una frenata posticipata. La fiducia nel mezzo, così come una miglior percorrenza, gli hanno consentito uscire dal tratto con una velocità superiore, tanto da arrivare alla staccata di curva otto con un vantaggio di circa 7 km/h.

Altrettanto interessante è proprio la Bruxelles, dove si evidenziano due differenti interpretazioni: mentre Leclerc ha tentato di mantenere una linea più morbida e tonda, che ha pagato in termini di velocità di percorrenza, Verstappen ha seguito una traiettoria più aggressiva, la quale gli ha permesso di uscire ancora una volta con un delta prestazionale significativo, poi mantenuto anche in curva nove e nel tratto successivo. Non è un caso che lo stesso portacolori della Red Bull abbia poi parlato di rischi alla fine della qualifica: “A dire il vero, ho tagliato il traguardo e... È piuttosto frenetico là fuori, in alcuni punti c'è ancora solo una linea asciutta. Avevo fiducia. Ma onestamente, non sapevo dove mi trovavo finché non ho guardato gli schermi. Ma sì, la Q3, l'ultimo giro, credo sia stata molto buona. Ho solo rischiato un po' di più rispetto a tutti gli altri giri.”

Confronto Leclerc - Verstappen Qualifica Belgio

Confronto Leclerc - Verstappen Qualifica Belgio

Photo by: Gianluca D'Alessandro

Un tratto complesso, come confermato anche dallo stesso Leclerc nelle interviste, in cui ha menzionato come curva 8 e curva 9 presentassero condizioni di misto di difficile interpretazione: “È stato molto difficile, soprattutto la 8 la 9 erano orribili. Arrivavi in curva e non sapevi mai quanta aderenza avresti avuto e dovevi solo sperare che la macchina tornasse ad avere aderenza”.

Se nel cambio di direzione non si sono viste differenze considerevoli sul piano cronometrico, con il monegasco leggermente più rapido, lo stesso non si può dire per curva quattordici, l’ultima prima della conclusione del secondo settore. In questo caso a pesare per il ferrarista è il ritardo con cui è tornato a gas completamente spalancato in uscita, il che ha influito anche sulla prima parte dell’accelerazione immediatamente successiva, costringendo la SF-23 a spendere tanta energia per annullare il gap accumulato.

La pioggia ha indubbiamente modificato il corso delle qualifiche, mettendo in evidenza differenti punti di forza, così come le varie debolezze di ogni singola vettura. L’aspetto fondamentale è stato quelli di mettere insieme tutti i pezzi del puzzle, settore dopo settore, arte in cui Verstappen è stato maestro in qualifica. Con il possibile ritorno della pioggia per la sprint, la quale potrebbe regolare una giornata densa di episodi.

 

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