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MotoGP | Domenicali: "Marquez in Ducati è un rischio controllato"

L'amministratore delegato della Ducati, Claudio Domenicali, ammette che l'arrivo di Marc Marquez nell'orbita dell'azienda bolognese è stato inaspettato e comporta dei rischi, ma "controllati".

Marc Marquez, Repsol Honda Team

La battaglia per il Mondiale MotoGP sarà "una lotta fratricida", ha detto Gigi Dall'Igna dopo aver visto Pecco Bagnaia e Jorge Martin scambiarsi la leadership del campionato in 24 ore, a sole cinque gare dalla fine.

I festeggiamenti esagerati del team di Borgo Panigale nei box di Mandalika hanno immediatamente sollevato una domanda scomoda: la Ducati chi preferirebbe che vincesse il titolo, Pecco o Jorge?

Claudio Domenicali, l'unico uomo che è al di sopra di Dall'Igna nelle decisioni e che lo dimostra sempre ogni volta che ne ha l'occasione, risponde alla domanda: "È un bellissimo finale di stagione, credo che se avessimo chiesto ad uno sceneggiatore, non l'avrebbe scritto meglio. Siamo professionisti, ma emotivamente coinvolti. Mi sento il primo tifoso", ha detto Domenicali in un'ampia intervista concessa alla Gazzetta dello Sport.

"È vero che solo uno di loro veste di rosso, ma sono sulla stessa moto. Che vinca il migliore!", ha detto l'uomo che, contro le idee di Dall'Igna, ha deciso di non rinnovare Jorge Lorenzo nel 2018 e di rompere la promessa con Martin di portarlo nel team ufficiale lo scorso anno.

Claudio Domenicali, CEO de Ducati

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Claudio Domenicali, CEO de Ducati

"Quando dico il migliore, intendo colui che saprà gestire al meglio le difficoltà di questo finale di stagione, la pressione. Sono entrambi piloti ufficiali, e sono felice di dire che Marco Bezzecchi non sarà fuori da questa lotta, perché ha fatto cose straordinarie con una moto con una specifica diversa, anche se la differenza è minima", ha detto.

Quando si tratta di gestire la battaglia tra due piloti entrambi a libro paga, è difficile capire se la rivalità debba essere coltivata o limitata. "È una filosofia condivisa con Dall'Igna, non abbiamo un pilota forte e uno medio, per capirci. Il talento aiuta tutti".

Nell'intervista fanno notare a Domenicali che Martin lo 'punisce' ogni volta che può ricordandogli che non lo ha scelto per la squadra ufficiale. "Abbiamo solo due moto rosse. Al momento della decisione, Enea aveva appena vinto quattro gare. Ma insisto, le moto ufficiali sono quattro", ha detto, sottolineando il valore di quelle affidate al Prima Pramac Racing.

A parte gli infortuni, Bagnaia è in testa al campionato e potrebbe bissare il titolo, ma nella classifica generale dei team sia Pramac che Mooney VR46, quest'ultima con moto inferiori, sono davanti al team ufficiale Ducati.

Jorge Martín, Pramac Racing, Francesco Bagnaia, Equipo Ducati

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Jorge Martín, Pramac Racing, Francesco Bagnaia, Equipo Ducati

"Pramac ha la nostra stessa moto e, come ho detto, la differenza tra la moto di quest'anno e quella dell'anno scorso è minima", ha insistito. "Fondamentalmente l'assetto di partenza e non molto altro".

Recentemente, lo stesso Dall'Igna ha rivelato di aver avuto colloqui privati con Alberto Puig, con l'obiettivo di passare alla Honda, cosa che l'ingegnere veneto ha escluso per il momento.


"Tutto è possibile", ha detto a proposito di un'eventuale partenza del grande capo del reparto corse. "Al momento siamo in una situazione molto ipotetica. Non è impossibile, ma è improbabile".

Marquez, un "rischio controllato"

Non avrebbe potuto essere diversamente, ma l'intervista approfondisce anche l'arrivo di un pilota del calibro di Marc Marquez nell'orbita Ducati, nella squadra satellite della famiglia Gresini.

"Genererà molto interesse nel campionato. E sarà molto interessante anche per noi. È arrivato un po' a sorpresa, ma la scelta dei piloti è nelle mani delle nostre squadre. Spero che sia subito competitivo", ha spiegato Domenicali.

L'amministratore delegato della Casa italiana non ignora la possibilità concreta che l'arrivo di Marquez possa sconvolgere l'equilibrio che è riuscito a mantenere finora tra i suoi piloti.

"Sì, certo. Fa parte della filosofia del rischio controllato di cui abbiamo parlato. Certamente, il suo arrivo farà lavorare tutti gli altri piloti ancora più duramente, e lo faranno a partire dall'inverno. Sarà più difficile per le altre squadre, perché i nostri piloti si prepareranno come non mai", avverte.

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