MotoGP | Espargaro: "L'IRTA protegge troppo i team sui contratti"
Aleix Espargaro ritiene che nel paddock della MotoGP si debba fare di più per migliorare il rispetto che i team hanno per i contratti dei piloti.
Da quando Marc Marquez e la Honda hanno deciso di separarsi consensualmente, con ancora un anno di contratto, in modo da permettere al campione di Cervera di passare sulla Ducati del Gresini Racing, i contratti sono diventati uno dei principali argomenti di discussione nel paddock della MotoGP.
L'Aprilia ha passato le ultime due settimane ad insistere sul fatto che tutti i suoi piloti, compreso Miguel Oliveira, che viene indicato come il favorito per prendere il posto di Marquez alla Honda, hanno dei contratti di ferro per il 2024 e che non possono essere interrotti.
Giovedì, nella giornata inaugurale del Gran Premio d'Australia, ad Aleix Espargaro è stato chiesto se la situazione della Honda lo interessasse, e lui ha risposto: "No, quello che dico è che non si sa mai in questo mondo".
"Io sono il primo a voler rispettare i contratti e in questo paddock dobbiamo migliorare molto sotto questo aspetto. Ma non si sa mai cosa può succedere".
"Le cose cambiano molto rapidamente. E alla fine ci possono essere dei contratti in cui entrambe le parti sono d'accordo. Ma davvero, può succedere di tutto in questo mondo".
"Dunque, l'unica cosa che cerco di dire è che nella mia lunga carriera ho imparato molte cose. E una di queste è che non si può mai dire mai in questo mondo".
Quando Motorsport.com gli ha chiesto di approfondire ulteriormente il concetto, ha aggiunto: "I contratti vengono rotti da parte delle squadre, mai da parte dei piloti".
"Quando un contratto viene rotto da un pilota, significa che entrambe le parti hanno raggiunto un accordo. Se entrambe le parti sono d'accordo, come nel caso di Marc e della Honda, per me è una cosa bella. Fa parte di una relazione: a volte un amore può arrivare alla fine, altre volte c'è bisogno di più motivazioni".
Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images
Jorge Martin, Pramac Racing
"Se entrambe le parti capiscono e sono d'accordo, non vedo alcun problema. Ma quando i team, moltre volte in Moto2 e in Moto3, dicono: 'Ah, non sta migliorando, l'infortunio non è ancora guarito, bla bla bla', sono i team a rompere il contratto".
"E non è bello, perché quando un pilota vince le gare, non viene a chiederti più soldi di quanto pattuito. Quindi non è giusto".
In effetti, in Moto2 ed in Moto3 sono stati diversi i casi in cui un pilota si è visto appiedare prima del termine della stagione. Lo scorso anno, per esempio, Romano Fenati è stato "tagliato" dalla Speed Up dopo appena sei gare, perché la squadra non era soddisfatta dei suoi risultati.
Quest'anno, Sean Dylan Kelly ha perso il posto all'American Racing in Moto2 a metà stagione, dopo un periodo di stop per recuperare da un problema di "arm pump". Ma anche in Moto3 l'avventura di Tatsuki Suzuki con il Leopard Racing si è interrotta prematuramente.
A questo punto, Motorsport.com lo ha incalzato su cosa possa evitare questo fenomeno e Aleix ha risposto: "Credo che l'IRTA protegga troppo le squadre e non i piloti. Quindi, sì, credo di aver risposto alla tua domanda".
La scorsa settimana, Motorsport.com ha rivelato che i piloti della MotoGP stanno portando avanti il progetto di formare un'associazione simile alla GPDA (Grand Prix Drivers' Association) della Formula 1, che sarà guidata dall'ex campione del mondo Superbike Sylvain Guintoli.
La F1 ha anche una commissione per il riconoscimento dei contratti, che è governata dalla FIA, mentre in MotoGP attualmente non esiste nulla di questo tipo.
Espargaro pensa che sarebbe positivo invece che ce ne fosse una, ma ritiene semplicemente che la MotoGP dovrebbe proteggere di più i piloti ed i loro contratti.
"Sì, ma non è una cosa che riguarda solo la Formula 1. E' così in molti altri sport", ha aggiunto. "Ma credo che l'esistenza di questa associazione sia positiva. Ma non è necessario averla. E' il campionato che dovrebbe proteggere i contratti".
"Se hai un contratto, devi rispettarlo. Nei miei 15 anni qui, non mi è mai capitato di vedere che una squadra dicesse: 'Ah si, nella seconda parte del campionato gli daremo un 25% di stipendio in più perché ha vinto sei gare'".
"Per esempio, Raul Fernandez ha vinto 10 gare in Moto2 ed il suo stipendio era bassissimo. Però non ha ricevuto più soldi nella seconda parte del campionato. Quindi ci vuole equilibrio".
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