Sainz: "La SF-23 soffre? E' nata quando ancora eravamo vincenti"
Il madrileno spiega che "...quando sono state poste le basi della macchina attuale eravamo ancora molto competitivi. Non avevamo ancora avuto i problemi emersi nella seconda parte del campionato, quindi non sapevamo che la monoposto avrebbe faticato sul ritmo di gara. Questo ha portato a fidarci del concetto base della vettura: paradossalmente se i problemi fossero emersi nella prima metà della scorsa stagione forse oggi non saremmo in questa situazione. Ma ora ne usciremo".
Carlos Sainz non è mai banale: ogni volta che decide di parlare esprime concetti chiari e ben pensati utili a riflettere sull'andamento di questa Ferrari che cerca di uscire dalle secche di un inizio di stagione difficile, certo meno soddisfacente delle previsioni.
Il madrileno nella lunga chiacchierata con Motorsport.com non ha parlato solo del futuro che si augura resti ferrarista, ma ha fatto delle interessanti considerazioni anche sulla SF-23, monoposto che, almeno finora, non gli ha regalato grandi soddisfazioni.
Carlos Sainz, Ferrari SF-23 a Fiorano
Photo by: Davide Cavazza
Credi che in qualche modo possa aver creato problemi il passaggio di ruolo di Mattia Binotto e Fred Vasseur avvenuto lo scorso inverno in una fase in cui i programmi sono già avviati?
“Non lo so, e probabilmente non lo sapremo mai. Personalmente credo che i cambiamenti siano sempre mirati a migliorare la situazione. Sono convinto che presto vedremo i progressi legati al lavoro fatto, stiamo provando tante cose e conoscendo sempre di più la monoposto, e vedrete che ci sarà un momento in cui le cose andranno nel verso giusto”.
Le risposte che state cercando oggi sulla SF-23 credi che siano importanti anche per il lavoro iniziato sulla monoposto del prossimo anno?
“È un aspetto interessante, perché se guardiamo indietro alla scorsa stagione, quando sono state poste le basi della macchina attuale eravamo ancora molto competitivi. Non avevamo ancora avuto a che fare con i problemi che si sono poi manifestati nella seconda parte del campionato, quindi non sapevamo che la monoposto avrebbe faticato sul ritmo di gara. Questo ha portato a fidarci del concetto di base della vettura, paradossalmente se i problemi fossero emersi nella prima metà della scorsa stagione forse oggi non saremmo in questa situazione. Poi la si può vedere in tanti modi, la Formula 1 come sappiamo è molto complicata, ed è facile criticare osservandola dall’esterno. Ci sono momenti in cui non resta che farsene una ragione e continuare a lavorare”.
Al di là della performance della monoposto, credi di aver avuto in termini di guida un inizio di stagione migliore rispetto al 2022?
“Molto onestamente, il mio feeling con la macchina non è ancora eccezionale. Non riesco a guidarla al limite perché è una monoposto difficile, che può coglierti di sorpresa, e credo che si possa vedere anche osservando dall’esterno. Ma almeno capisco più o meno come devo impostarla e come guidarla, e questi due aspetti mi permettono di poter lavorare bene e portare la monoposto più o meno dove deve essere. C’è stata un’eccezione, ovvero il weekend di Baku, un fine settimana che ancora non capisco e probabilmente non capirò mai, ma sono abbastanza sicuro che ci sia stato qualcosa che non andava. Per il resto credo di aver portato la macchina dove doveva essere, e in questo senso io sono orgoglioso di quanto sto facendo. Allo stesso tempo non sono contento perché vorrei divertirmi di più, vorrei spingere e non perdere posizioni in gara, spero presto di poter correre guardando avanti senza passare molto tempo a controllare gli specchietti”.
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