F1 | Sainz: "Voglio restare in Ferrari, avremo tutto per vincere"
Nell'intervista esclusiva che Carlos ha concesso a Motorsport.com emerge la volontà dello spagnolo di voler continuare l'avventura a Maranello: "Nell'inverno vorrò fare chiarezza sulla mia posizione, fermo restando che per me l’obiettivo principale è vincere con una Ferrari. Sarà questa la mia priorità invernale, se non sarà possibile sarò costretto a guardare altrove”. "La sfida è comprendere le monoposto di questa generazione e se ci riusciremo la Scuderia ha la capacità per darmi un’auto vincente".
Ventotto anni, centosettanta Gran Premi disputati. Ma non è solo questione di numeri, perché Carlos Sainz trasmette fisicamente la sensazione di essere al cospetto di un professionista padrone dello scenario che lo circonda, uno dalle spalle larghe.
La capacità di analisi spicca per precisione e per la propensione ad andare dritto al punto, senza troppi fronzoli. La sua terza stagione in Ferrari non è iniziata come avrebbe voluto, e tra un presente difficile e le speranze di un girone di ritorno meno problematico, c’è anche il punto interrogativo legato al suo futuro a lungo termine, che Carlos spera possa continuare ad essere in ‘rosso’ a patto, però, che il rinnovo arrivi prima dell’inizio del prossimo campionato. Sainz ha le sue idee su cosa possa aver determinato l’avvio difficile del progetto SF-23, conferma le difficoltà legate al dover guidare una monoposto molto ‘picky’ ma ha anche fiducia in Frederic Vasseur e nel gruppo di lavoro della Scuderia.
Il primo terzo di mondiale è stato un netto passo indietro rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Credi che quanto visto finora sia stato un crescendo dei problemi che avete già avuto nella seconda metà della stagione 2022?
“Nella seconda metà dello scorso anno avevamo una macchina in grado di lottare per le pole position ma in gara veniamo puntualmente battuti dalle Red Bull. A volte è sembrato un problema di gestione, di strategie, ma in molte occasioni non avevamo semplicemente il ritmo di gara, mi vengono in mente Budapest, Austin, o altre occasioni in cui siamo scattati dalla pole. Il sabato eravamo più veloci di un decimo, ma in gara più lenti di due o tre. Quest’anno viviamo la stessa situazione, ma il delta è più ampio”.
Un delta che però cambia a seconda di tipologie di piste e condizioni. È uno scenario che complica le cose?
“È il classico bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto: abbiamo una monoposto veloce, ma dobbiamo assicurarci che lo sia anche in gara. Però dobbiamo anche dire che finora non abbiamo vinto. Stiamo scavando molto in profondità utilizzando i riscontri arrivati dalle piste e ogni fine settimana proviamo qualcosa, dagli ammortizzatori, all’aerodinamica o altro per capire dov'è il problema".
"Vedo un gruppo di lavoro concentrato ed impegnato, sia in fabbrica che in pista, nella mia carriera non ho mai trascorso così tanto tempo vicino a una squadra, passando dal simulatore alle riunioni, sempre provando a dare il mio supporto per arrivare ad una soluzione. Finora in ogni weekend di gara abbiamo sempre provato nuove idee per cercare di migliorare la situazione, non abbiamo ancora la bacchetta magica, ma stiamo sviluppando la monoposto passo dopo passo”.
Carlos Sainz, Ferrari SF-23
Photo by: Jake Grant / Motorsport Images
Quest’anno abbiamo capito il significato della parola ‘picky’…
“Credo che anche la Mercedes abbia avuto a che fare con una monoposto che lavora solo in una finestra piccolissima, ma loro la chiamavano ‘diva’…”
Avere a che fare con una vettura che funziona al suo meglio solo in particolari condizioni può essere visto come lo scenario peggiore per chi è chiamato a venire a capo della situazione.
“Purtroppo si, ed è difficile anche per un pilota. Non è stato un inizio di stagione facile anche per me, io e Charles spingiamo al limite ma in un paio di occasioni abbiamo avuto dei weekend strani, improvvisamente la monoposto si è comportata in modo imprevedibile già in qualifica. E quando non capisci subito cosa è accaduto, non è facile dal punto di vista dei piloti così come per la squadra. A volte la monoposto ti da speranza, in Australia, ad esempio, sono riuscito a disputare una buona gara, ma poi ci sono stati altri casi in cui abbiamo avuto la sensazione di aver fatto due passi indietro, quindi è complicato da gestire. In questi scenari è importante avere una leadership forte e un gruppo unito, stiamo facendo un percorso insieme e non è facile con tutte le critiche ed i dubbi che ci circondano, ma stiamo facendo del nostro meglio”.
La squadra è stata sotto attacco dopo un inizio di stagione al di sotto delle aspettative. In molti si aspettano l’arrivo di nomi di peso per rafforzare il reparto tecnico, credi che questa sia la via da seguire?
“Credo che la Ferrari quando non si vince sia sempre soggetta a critiche, è la Ferrari, ed è qualcosa che hanno provato a spiegarmi mille volte prima di venire in questa squadra, e ho sempre risposto ‘non preoccupatevi, mi abituerò’. Ma devo dire che per capire bisogna essere dentro il team, perché ogni fine settimana c'è una storia, se non vinci c’è sempre qualche polemica che prende forma. Ma devo anche dire che quando vinci, beh, è il posto migliore del mondo".
"Quando le cose non vanno bene le critiche non risparmiano anche noi piloti, ma sono in questo sport da un po' di tempo e sono contento di avere 28 anni, quasi 29, ora so come gestire questi aspetti e alla fine penso sia giusto così, perché è tutto collegato alla passione che c'è in Italia e nel mondo per questa squadra. Questo attaccamento alla Ferrari genera anche la fretta di vincere, ed è per questo che poi quando vinci è così speciale, perché sai che ci sono davvero tante persone felici che condividono con te la gioia per una vittoria, sì, fa tutto parte del vivere in Ferrari”.
Carlos Sainz, Scuderia Ferrari
Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images
A volte abbiamo visto la macchina soffrire molto i cambiamenti delle condizioni della pista, dalla temperatura e del vento. Sono aspetti che contribuiscono ad aumentare la frustrazione?
“È complicato. Se pensiamo ad un pilota che termina una corsa nella quale ha perso posizioni, ritrovarsi davanti ai microfoni subito dopo la gara non è facile, diciamo che è difficile mostrarsi entusiasti. Quest’anno mi è successo diverse volte di ritrovarmi a fine gara in una situazione peggiore rispetto al sabato, ed in questi casi è difficile a caldo trasmettere positività. Ma poi lunedì cambia tutto, mi sveglio e vedo il lato positivo delle cose, reagisco e mi metto a disposizione della squadra. In gara entra in gioco il mio spirito competitivo, e non sono contento del fatto che George, Fernando o Lewis mi passino in pista con facilità, ma credo che nell’arco di una carriera in Formula 1 possa capitare di guidare monoposto che vanno meglio il sabato o la domenica. Quando ero in McLaren ho vissuto la situazione opposta rispetto a quella attuale, la macchina andava meglio in gara. Ricordo che recuperavo sempre posizioni e dicevano di me che ero un grande racer, in grado di fare dei bellissimi sorpassi, così come venivano esaltate le strategie. In realtà per giudicare serve un quadro più ampio, ecco perché il lunedì vedo le cose in modo più chiaro e con una maggiore prospettiva”.
In questa prima parte di stagione ci sono stati momenti in cui dall’esterno la squadra è sembrata avere le idee confuse. Ci sono state delle partenze di peso sul fronte del personale, ma nel tuo lavoro quotidiano, hai avvertito dei cambiamenti nell’approccio ai problemi e nelle metodologie di lavoro?
“Credo che la squadra sia in buone condizioni. Stiamo ancora attraversando un periodo di cambiamenti iniziati con l’arrivo di Fred, ma il modo in cui la fabbrica lavora in combinazione con la squadra corse credo che sia a buon punto. Non sono preoccupato, e non credo ci siano problemi di comunicazione, siamo tutti concentrati sul trovare soluzioni ai problemi che ci hanno condizionato nella prima parte di stagione, ma sono certo che miglioreremo, e quando le cose si sistemeranno tutto sarà più facile”.
Carlos Sainz, Ferrari SF-23, effettua un pit stop
Photo by: Steven Tee / Motorsport Images
Si inizia a sentire nella squadra la mano di Vasseur?
“Penso che tutto stia iniziando a funzionare, certo, è molto difficile sostenerlo dopo un weekend come quello di Barcellona, ma ho piena fiducia in Fred e nel modo in cui sta gestendo le cose così come nel modo in cui sta guidando la squadra. Sono rimasto molto colpito, dalle sue idee e da come vede le cose, e credo che la sua direzione si inizi a vedere”.
Come vedi il tuo futuro nel lungo periodo? Hai un contratto con Ferrari che scadrà al termine della prossima stagione, quando inizierai a parlare di rinnovo con la squadra?
“Non voglio dire bugie, non mi piace iniziare una stagione sapendo che è il mio ultimo anno di contratto, voglio conoscere ciò che mi aspetta nel lungo periodo. Ho avuto esperienze in precedenza con Red Bull e Renault, e so che non conoscere il proprio futuro non è la situazione ideale per un pilota professionista. Per questo una delle priorità nel corso del prossimo inverno sarà fare chiarezza sulla mia posizione, fermo restando che per me l’obiettivo principale è vincere un giorno al volante di una Ferrari, un aspetto che ho messo in chiaro molte volte. Sarà questa la mia priorità invernale, se non sarà possibile sarò costretto a guardare altrove”.
Ti sei chiesto il motivo per cui il tuo nome è stato spesso associato al programma Audi che prenderà il via nel 2026?
“È una bella domanda. Onestamente penso che ci siano settimane in cui c’è poco da raccontare su ciò che accade in Formula 1. Così prendono forma storie, magari in un giornalismo minore, per provare ad avere qualche ‘click’ in più o per guadagnare un po' di notorietà, un aspetto che interessa soprattutto una parte di testate minori. Oggi c’è la caccia a ‘chi lo dice per primo’, c’è un approccio che punta a dire ‘lo abbiamo scritto per primi noi, già tre anni fa!’. Credo sia tutto frutto di questo approccio, anche perché non trovo altri motivi, soprattutto perché so molto bene di non aver parlato con nessun’altra squadra che non sia la Ferrari”.
La stagione 2023 è marchiata a fuoco da un dominio che lascia poco spazio agli avversari. Come si vive in pista una situazione del genere?
“Noi abbiamo i nostri problemi, ma è giusto dire che anche Mercedes, Alpine e Aston Martin non possono fare molto, perché stiamo lottando contro una squadra che ha trovato qualcosa di particolare o che semplicemente sta facendo un lavoro incredibile.
Credi che sia un divario colmabile nel corso di questa stagione?
“Se riusciremo a trovare quello che vogliamo penso di sì, la sfida è comprendere perfettamente come lavorano le monoposto di questa generazione e se ci riusciremo credo al cento per cento che la Ferrari abbia la capacità di mettermi a disposizione un’auto vincente. E questo è ciò per cui stiamo combattendo”.
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