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Formula 1 GP di Singapore

F1 | Red Bull: GP ribaltato e 2° posto d'oro, ma rimangono i limiti

A Singapore Verstappen non cede e conquista un secondo posto d'oro in ottica mondiale. Red Bull ha ribaltato l'assetto e il weekend tra venerdì e sabato rendendo la vettura più estrema: l'olandese ci ha messo del suo, ma si sono palesati alcuni limiti noti della RB20. Il team di Milton Keynes punta ad Austin nalla speranza di ritrovare la forma.

Max Verstappen, Red Bull Racing RB20

Un weekend ribaltato in 24 ore. È il riassunto del fine settimana della Red Bull a Singapore che, dopo un venerdì estremamente difficile, tanto da spingere Helmut Marko a sottolineare come niente funzionasse alla fine della prima giornata di azione in pista, ha saputo ribaltare le sorti del fine settimana, ottenendo un secondo posto d’oro.

Per Max Verstappen e la Red Bull, accontentarsi di una seconda posizione sembra un paradosso, ma in una condizione tecnica di inferiorità, per altro su un tracciato che ma si sposa con certe caratteristiche della RB20, quei 18 punti rappresentano un bottino d’oro. Curiosamente, sulle piste dove Lando Norris ha dominato dal ritorno dopo la pausa estiva, l’olandese è sempre riuscito a centrare la piazza d’onore, mentre in quegli eventi in cui il tre volte iridato ha riscontrato maggiori difficoltà sul piano dei risultati, l’inglese non è riuscito a massimizzare, limitando così la sua rimonta.

Il weekend di Marina Bay, infatti, era partito proprio con l’obiettivo di limitare i danni, perché in casa Red Bull erano consapevoli che Ferrari e McLaren avrebbero potuto avere qualcosa in più a Singapore, pista che avrebbe messo alla prova i punti deboli della RB20 su dossi e cordoli.

Max Verstappen, Red Bull Racing RB20

Max Verstappen, Red Bull Racing RB20

Foto di: Simon Galloway / Motorsport Images

Al termine della prima giornata di prove, è però emerso come il limite della monoposto di Milton Keynes non fosse tanto quello della percorrenza sui cordoli, bensì del grip generale, date le difficoltà nel riuscire a far funzionare le gomme nella corretta finestra operativa. Al di là del cronico sottosterzo, a pesare era anche il surriscaldamento degli pneumatici durante il giro, causando un’ulteriore carenza di aderenza.

Sia Verstappen che Perez non erano soddisfatti della maneggevolezza della vettura e c'era il rischio concreto di rimanere bloccati nel gruppo di centro classifica, specie considerando che vi erano almeno tre o quattro team racchiusi nello spazio di pochissimi decimi. Al termine delle libere, lo stesso Helmut Marko, consulente Red Bull, aveva sottolineato come sulla RB20 niente sembrasse funzionare, per cui era chiaro che servisse un cambio radicale.

In nottata si è svolto il classico lavoro di messa a punto, anche grazie all’operato al simulatore, il che ha permesso di ribaltare la vettura, andando maggiormente al limite dal punto di vista delle performance, mettendo da parte quell’approccio conservativo con cui era arrivata a inizio weekend. Dato che vi era una concreta preoccupazione che si potessero ripetere i problemi del 2023 sui cordoli e sulle asperità dell’asfalto, in maniera simile anche a quanto già sperimentato in altri appuntamenti quest’anno, si era puntato su un setup più conservativo a livello meccanico. Chiaramente, però, ciò ha influito in maniera negativa anche sul fronte aerodinamico.

A giocare a favore è stato anche il fatto che buona parte della pista è stata riasfaltata rispetto alla scorsa stagione e, seppur chiaramente non abbia eliminato tutte le asperità, in alcuni tratti ha aiutato diverse vetture sul fronte dell’assetto e dell’altezza da terra. Per il sabato, la Red Bull ha scelto di sacrificare alcuni concetti pensati per rendere la vettura potenzialmente più guidabile, concentrandosi invece sulle prestazioni pure, il che, seppur abbia reso la monoposto più al limite, ha aiutato sul fronte del risultato, con Verstappen che ci ha messo del suo in qualifica.

Max Verstappen, Red Bull Racing RB20

Max Verstappen, Red Bull Racing RB20

Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images

"Credo che volessimo evitare di ripetere l'anno scorso e forse abbiamo esagerato nel provare a compensare alcuni aspetti” - ha detto Christian Horner dopo la gara -. "Credo che il modo in cui il team ha reagito, l'impegno profuso in quella reazione, ci ha permesso di dare a Max una macchina migliore sabato. E ovviamente in gara non siamo riusciti a competere con Lando [Norris], ma abbiamo battuto il resto della griglia".

Sin dalle prime battute di gara, infatti, si è notato come Norris avesse il passo per scappare e, nel momento in cui McLaren gli ha chiesto di spingere per aumentare il vantaggio, la differenza di ritmo è emersa in maniera ancor più evidente. Sul passo dell'olandese hanno pesato anche altri due fattori: da una parte l'eccessivo consumo sulla gomma media, che non si è ripresentato in maniera così marcata sulla dura, dove Verstappen ha mantenuto un ritmo estremamente costante, mentre dall'altra rimane la cronica difficoltà sui cordoli. Con la scelta di tornare a un assetto più rigido, per il tre volte iridato è diventato estremamente difficile aggredire i cordoli, tanto da doverli spesso aggirare, mentre McLaren, che è riuscita a trovare un ottimo equilibrio sul fronte meccanico, si può permettere di affrontarli con maggior semplicità.

Nella seconda parte di gara, inoltre, è evidente come Norris abbia scelto di gestire in maniera molto più oculata il passo, andando ad effettuare un costante “lift and coast” alla fine dei rettilinei, ovvero quella tecnica che spinge ad alzare l’acceleratore nella parte conclusiva degli allunghi. Questo, unito comunque al passo linerare mantenuto dall'olandese, spiega perché il pilota della McLaren non sia riuscito a estendere il vantaggio come nella prima parte di gara, a cui si aggiunge, chiaramente, il tema dei doppiati.

Ora la speranza di Red Bull è quella che gli aggiornamenti ad Austin possano fare la differenza, perché saranno il crocevia di questo mondiale: tante squadre, incluse Ferrari e McLaren, si presenteranno negli Stati Uniti con novità tecniche e c'è la consapevolezza che a Singapore, con una Rossa più efficace in qualifica, il secondo posto sarebbe stato difficile da difendere. "Penso che abbiamo una vena di sviluppo e penso che abbiamo capito alcuni dei problemi della vettura. Penso che stiamo iniziando a risolverli", ha detto Horner.

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