F1 | McLaren domina quando serve carico: "La MCL38 è la più efficiente"
Su una pista dove serve tanto carico aerodinamico, la McLaren è tornata a imporre il proprio dominio, soprattutto nelle mani di Lando Norris. Una prestazione che non sorprende del tutto il team, perché sa di avere una vettura molto efficiente con questa configurazione, ma Singapore dimostra anche la versatilità della MCL38.
I venti secondi di vantaggio su Max Verstappen sotto la bandiera a scacchi raccontano solamente una parte della superiorità McLaren a Singapore, in parte perché, prima di incontrare i doppiati, quel margine sfiorava il mezzo minuto, in parte perché l’olandese non era il rivale più temibile in pista. Con un Charles Leclerc partito nelle prime file, potenzialmente la gara avrebbe potuto avere un racconto differente ma, nel complesso, sempre con un Lando Norris vincitore.
Andando a ripercorrere la stagione, emerge in modo evidente come i margini di vittoria più ampi per la McLaren siano arrivati soprattutto su tracciati ad alto carico, come Ungheria e Olanda, con Ferrari molto vicina proprio sui tracciati cittadini e i circuiti a basso carico, come Azerbaijan e Monza, dove è arrivata una splendida vittoria, anche grazie a una strategia perfetta.
Sin da quanto è stato intrapreso questo percorso di sviluppo nella passata stagione, McLaren ha senza dubbio investito in maniera importante proprio sul fronte del pacchetto ad alto carico, dove evidenziava le carenze più importanti non solo in termini di deportanza pura, ma anche di resistenza sui rettilinei. Il lavoro ha dato i propri frutti, perché la MCL38 nel frattempo è diventata la monoposto di riferimento, sia proprio su questo fronte che sul piano della versatilità, perché nel 2023 la MCL60 aveva effettivamente mostrato i suoi limiti sui tracciati a basso carico e dove emergevano i problemi di graining.
L'auto di Lando Norris, McLaren MCL38, 1° posizione, in Parc Ferme
Foto di: Steven Tee / Motorsport Images
È proprio questa versatilità che ha reso la McLaren una monoposto così efficace su un’ampia gamma di tracciati. Una combinazione sia dal punto di vista meccanico, perché sono riusciti a trovare un buon equilibrio tra rigidità e morbidezza a livello sospensivo per avere sia un assetto stabile nei tratti veloci che un buon comportamento e una buona trazione nelle curve lente, che sul piano aerodinamico. Tanto lavoro è stato fatto anche per far funzionare al meglio l’anteriore che lo scorso anno, nelle curve molto lente o a media-bassa velocità dove serviva fare affidamento sull’avantreno, mostra qualche sofferenza. Inoltre, un passo in avanti è stato fatto anche sulla percorrenza dei cordoli, aspetto cruciale a Singapore, a dimostrazione del buon compromesso trovato sul piano meccanico, mentre Verstappen è spesso stato costretto ad aggirarli.
“Con questo livello elevato di carico, sembriamo essere molto competitivi. Faccio sempre gli esempi dell'Ungheria e di Zandvoort: anche l'Ungheria è stata una vittoria relativamente dominante, come Zandvoort e come Singapore”, ha detto Andrea Stella, Team Principal della McLaren.
“Quindi penso che al momento, più che la vettura in questa configurazione abbia la migliore efficienza aerodinamica di tutta la griglia. Mentre a bassa carico, credo che l'efficienza della Ferrari e della Red Bull sia molto più paragonabile a quella della nostra vettura. Di certo sappiamo che abbiamo investito molto di più sull’alto carico rispetto a quello che abbiamo fatto con un carico inferiore anche se, come visto a Spa e Monza, abbiamo fatto un passo in avanti anche su quel fronte”, ha aggiunto l’italiano.
Lando Norris, McLaren MCL38
Foto di: Alastair Staley / Motorsport Images
Tutti aspetti che sono emersi in maniera chiara nel weekend di Singapore dove, nonostante una Ferrari estremamente rapida al venerdì e alla domenica, McLaren è riuscita a mostrare la sua superiorità non solo in termini di passo puro, ma anche di adattabilità alle varie condizioni del tracciato, denotando performance più costanti nell'arco del fine settimana. Un tema che si è visto soprattutto con Norris, perfetto interprete a Singapore della sua MCL38, mentre Piastri ha mostrato qualche difficoltà in più nell’estrarre il potenziale.
L’aspetto più interessante è che questa superiorità mostrata dal duo Norris-McLaren, al di là degli errori di distrazione capitati nel Gran Premio, in realtà ha permesso anche di gestire con calma la situazione, senza forzare troppo la mano. Il momento in cui si è visto effettivamente il potenziale della MCL38 nella sua massima efficacia è stato solo tra il decimo e il ventesimo giro, quando McLaren ha chiesto al pilota di spingere sull’acceleratore per creare un gap di sicurezza su Verstappen che lo mettesse al riparo da ogni possibile problema. Anche nelle tornate successive il vantaggio è cresciuto, ma legato anche alle difficoltà dell’olandese con le gomme.
Nella seconda parte di gara, invece, è evidente come Norris abbia scelto di gestire in maniera molto più oculata il passo, andando ad effettuare un costante “lift and coast” alla fine dei rettilinei, ovvero quella tecnica che spinge ad alzare l’acceleratore nella parte conclusiva degli allunghi. Un comportamento che si è riproposto per gran parte del secondo stint, chiaramente influendo sul passo, ma è interessante segnalare come, ad esempio, il distacco su Verstappen non sia nato in una parte specifica del tracciato, bensì sia cresciuto in maniera costante durante il giro, sinonimo come la MCL38 riuscisse a interpretare bene tutte le varie sfide del circuito.
Oscar Piastri, McLaren MCL38, Nico Hulkenberg, Haas VF-24
Foto di: Lionel Ng / Motorsport Images
Indubbiamente, con Charles Leclerc alle sue spalle, estremamente rapido venerdì e domenica, Norris avrebbe avuto più pressione e non avrebbe potuto gestire con questa tranquillità, ma lo scenario della pista ha permesso al britannico di amministrare con una certa serenità. Come spiegato anche da Andrea Stella, nella seconda metà di gara l’obiettivo è stato più quello di evitare errori e gestire il traffico dei doppiati, dove Norris, in effetti, ha perso tanti secondi.
“A dire il vero, nella seconda parte del secondo stint, la nostra attenzione è stata attirata dal fatto che, non appena si arrivava dietro i doppiati, la macchina iniziava a essere difficile”, ha spiegato Stella.
“Quindi, era necessario non avere problemi, non commettere errori, non arrivare a un bloccaggio. Avevamo già visto nelle prove libere che non appena ci si trova dietro a una vettura lenta, sembra che ci sia qualcosa che non va nella macchina: è solo l'effetto dell'aria sporca. L'obiettivo era quello di portare a casa la macchina”.
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