F1 | Hamilton: la soft al via non ha pagato, ma non era un azzardo
Hamilton ha chiuso solamente al quinto posto il GP di Singapore dopo essere partito dalla seconda fila. Sulla sua gara pesa la scelta di partire con la soft che, in realtà, poteva avere un senso logico con una gara di gruppo, come si attendeva Mercedes. Uno scenario che, però, non si è verificato, condannando l'inglese a una corsa in difesa.
Dopo un venerdì difficile, dati i problemi di sottosterzo in curva e, allo stesso tempo, di scarsa trazione, Mercedes è riuscita a ribaltare la situazione al sabato in qualifica, centrando un’ottima seconda fila che gli ha permesso di scattare davanti alla più competitiva McLaren di Oscar Piastri, autore di un errore in Q3 nel momento decisivo.
In gara sono emersi in maniera più netta i valori in campo, con l’australiano che è riuscito a riguadagnare la posizione sopravanzando le due W15, con George Russell e Lewis Hamilton che hanno chiuso quarto e sesto. Se la corsa di Russell è stata piuttosto lineare, con una bella difesa negli ultimi giri dalla rimonta di Charles Leclerc, ben più interessante è movimentata è stata quella di Lewis Hamilton.
Vedere il sette volte iridato prendere il via della corsa con la soft è stata per molti una sorpresa, ma di per sé non era un azzardo privo di ragionamento. Per come si è evoluta la gara, chiaramente questa scelta condivisa tra pilota e scuderia non ha pagato ma, in realtà, si trattava di una mossa con un suo senso logico, tenendo a mente sia alcuni aspetti storici che delle previsioni su alcuni possibili scenari.
Lewis Hamilton, Mercedes F1 W15
Foto di: Simon Galloway / Motorsport Images
Spesso il Gran Premio di Singapore, così come quello di Monaco, ha riservato gare quasi di gruppo, con distacchi ravvicinati tra i vari piloti. Mercedes aveva ragionato proprio con questo scenario in mente, in ottica anche di una possibile gara di gestione da parte di Lando Norris, che avrebbe potuto mantenere il gruppo compatto in modo da tenere Max Verstappen sempre sotto scacco da parte dei rivali. Di fatto, si sarebbe trasformata in una gara molto simile a quella dell’anno passato, il che avrebbe permesso non solo alle Mercedes, ma anche ad Oscar Piastri, di essere della partita per il secondo posto.
La mossa Mercedes va letta proprio in quest’ottica perché, con un passo controllato nel primo stint, la scelta della gomma soft avrebbe potuto rivelarsi azzeccata, garantendo anche più grip alla partenza, il momento migliore in cui si può tentare un attacco, in maniera simile a quanto fece Leclerc su Russel dodici mesi fa. Indubbiamente il degrado sarebbe risultato più marcato rispetto alla media ma, nel caso il Gran Premio si fosse evoluta come nelle speranze degli strateghi Mercedes, questo tema non avrebbe rappresentato un grande problema.
Tuttavia, Norris ha scelto sin dall’inizio di disputare una gara all’attacco, con un ritmo sostenuto sin dai primi giri, motivo per il quale il piano è naufragato rapidamente. Non è un caso che Mercedes sia subito intervenuta via radio per raccomandare a Hamilton di gestire il passo e le gomme, senza pensare troppo ai due rivali davanti che, nel frattempo, stavano già prendendo il largo. Di fatto, per l’inglese, quella che avrebbe dovuto essere una gara all’attacco si è trasformata in una corsa in difesa.
Lando Norris, McLaren MCL38, Max Verstappen, Red Bull Racing RB20, Lewis Hamilton, Mercedes F1 W15, George Russell, Mercedes F1 W15, Sergio Perez, Red Bull Racing RB20
Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images
“Credo che abbiamo letto male la gara. Abbiamo preso una decisione basata sulle gare precedenti qui a Singapore, dove si tratta sostanzialmente di una processione, come a Monaco, e che la gomma morbida ci avrebbe dato un'opportunità alla partenza”, ha spiegato Toto Wolff alla fine del Gran Premio, prima di sottolineare come fosse la miglior chance di mischiare le carte in tavola.
“Quella era praticamente l'unica opportunità di sorpasso. È stata una decisione sbagliata che abbiamo preso tutti insieme”, ha aggiunto il Team Principal della Mercedes.
Hamilton è infatti stato uno dei primi a fermarsi, in un momento in cui in realtà non vi era nemmeno una grande necessità di anticipare la sosta, perché i tempi erano relativamente buoni e il rischio, dato che il gruppo alle spalle di Hamilton era comunque compatto, sarebbe stato quello di uscire nel traffico. Una scelta che Wolff collega al degrado delle gomme posteriori, tema su cui la W15 ha faticato per tutto il fine settimana, e che in realtà è in linea con quelle che potevano essere le indicazioni Pirelli prima della gara; tuttavia, data l’evoluzione del GP, la sosta così anticipata ha costretto il sette volte iridato a dover gestire la gomma hard per un lungo secondo stint, dando poche chance di cambiare volto al suo GP.
Esteban Ocon, Alpine A524, Lewis Hamilton, Mercedes F1 W15
Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images
Certo, vi era il remoto rischio che Piastri potesse anticipare la sosta, ma si sarebbe esposto fin troppo al rischio che una Safety Car compromettesse la sua gara e, infatti, si è rivelata una mossa fatta solo da chi non aveva nulla da perdere, come Sainz. Non è un caso che Russell, rimanendo in pista, sia riuscito anche a completare l’overcut potendo girare in aria pulita, mentre Hamilton si è dovuto districare nel traffico, finendo per avere gomme più vecchie di 10 giri rispetto al compagno di squadra.
“Sembrava poterci dare un buon offset, ma con il degrado delle gomme posteriori che avevamo, siamo andati all’indietro. Quindi, c'era una logica dietro, ma ovviamente era contraria a ciò che avremmo dovuto decidere, ma non nasconde il fatto che la macchina è troppo lenta”, ha aggiunto Wolff.
Quello della soft, alla fine, non era un vero azzardo, bensì più una scommessa con un suo senso logico ma per una gara che, tuttavia, non è mai esistita.
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