F1 | Newey: "La RB19 ha superato le nostre aspettative"
Le cinque vittorie conquistate in questo avvio di campionato rappresentano un'immagine chiara del potenziale della RB19, una vettura che, secondo Adrian Newey, ha superato anche le aspettative del team. L'ingegnere britannico ha spiegato il processo dietro alla creazione dell'ultima monoposto di Milton Keynes, così come l'importanza dell'aver individuato un buon concept all'alba dei nuovi regolamenti.
Cinque vittorie su cinque appuntamenti, impreziosite da quattro doppiette. Il bottino della Red Bull in questo avvio di stagione, così come le superiorità mostrata in pista, è di quelli che potenzialmente potrebbero inserire la RB19 nell’albo d’oro delle vetture più vincenti della storia della Formula 1 al termine del campionato.
Indubbiamente la strada per arrivare ad Abu Dhabi è ancora lunga, ma è chiaro che l’inizio strabiliante della Red Bull ha lasciato tutti gli avversari sorpresi, tanto che anche George Russell non aveva nascosto il timore che la squadra di Milton Keynes potesse vincere ogni Gran Premio del 2023.
La RB19 trova le sue radici nella RB18, vettura che ha vinto entrambi i titoli nella passata stagione, garantendo anche a Max Verstappen la possibilità di conquistare il suo secondo alloro iridato. Se già a fine 2022 la vettura della squadra anglo-austriaca aveva dimostrato di avere una marcia in più rispetto ai rivali, quest’anno il gap si è ulteriormente allargato, tanto che in gara a tratti la RB19 ha potuto contare su un vantaggio di un secondo al giro sugli avversari più diretti.
Un vantaggio che, in parte, è sicuramente dovuto anche al fatto che Ferrari e Mercedes hanno modificato i loro rispettivi progetti nella pausa invernale, andando incontro a problemi e dubbi che stanno ancora tentando di risolvere. Al contrario, Red Bull è partita da una base solida e su quella è riuscita a costruire una vettura che ora si presenta al top in ogni area.
La superiorità della RB19 ha sorpreso anche la stessa squadra di Milton Keynes, superando le aspettative più rosee: “Sì e no. All’inizio della stagione, le prime tre gare, sì, sicuramente. Ma bisogna essere pragmatici perché ci sono ancora venti gare da completare, gli altri spingeranno e le cose possono cambiare velocemente in Formula 1. Dobbiamo solo continuare a spingere e vedere dove saremo alla fine dell’anno”, ha spiegato Adrian Newey in un’intervista rilasciata dalla Red Bull alla vigilia del Gran Premio di Monaco.
La RB18 si è dimostrata una base solida su cui progettare la monoposto per la stagione successiva. Non è un caso che molte scuderie rivali abbiano poi ripreso alcuni concetti aerodinamici della Red Bull 2022 per riproporli sulle proprie vetture 2023. Secondo Newey, l’aver individuato il concept che presenta un buon margine di sviluppo è stato uno degli elementi chiave per il successo della scuderia anglo-austriaca.
La RB18, la vettura che ha portato la Red Bull alla conquista di entrambi i titoli nel 2022
Photo by: Erik Junius
“Quello del 2022 è stato un cambio di regolamenti davvero importante, il più grande dal 1983. Dal punto di vista del telaio e dell’aerodinamica, è stato un cambiamento immenso. Devo ammettere che inizialmente ero rimasto un po’ deluso, ma poi i regolamenti sono stati rivisitati sotto la spinta dei team e più siamo andati nel dettaglio più abbiamo capito che c’era più libertà di quello che avevamo pensato”, ha raccontato Newey, uno degli ingegneri più vincenti e rispettati della storia della Formula 1.
“Ciò si è tramutato nel fatto che all’inizio dello scorso anno le vetture erano piuttosto differenti tra loro, il che è sempre un bene per i fan che possono identificare le vetture non solo dalla livrea ma anche dalle forme. In particolare direi che noi avevamo un concept, Ferrari aveva un concept leggermente differente ma anche, a grandi linee, simile [al nostro], Mercedes aveva un concept completamente differente chiamato zero sidepod. Quando inizi lo sviluppo, a un certo punto devi prendere una decisione su quale direzione prenderai. Noi abbiamo deciso la nostra, gli altri la loro. Non sei mai sicuro quale sia quello con il maggior potenziale”.
“Hai una visione su cosa stai sviluppando grazie alla gallerai del vento e il CFD. Si prova a unire queste vari elementi insieme e speri di aver realizzato il pacchetto più veloce. Quando sei su quella strada, a meno che non abbia chiari problemi, provi a mantenerla e, fino ad ora, il concept sembra buono”.
Un confronto tra Red Bull, Ferrari e Mercedes
Photo by: Uncredited
La RB19 condivide molti punti in comune con la vettura dello scorso campionato, ma è stata rivista in tanti piccoli aspetti, in modo da “smussare” quegli elementi che avevano limitato la RB18, dal peso alla gestione dell’avantreno: “La RB19 rispetto alla RB18 dello scorso anno è una evoluzione dettagliata, abbiamo migliorato quelle aree di cui non eravamo contenti. La vettura era ancora sovrappeso e anche a livello di handling c’erano degli aspetti di cui non eravamo soddisfatti. La vettura di quest’anno chiaramente ha molti aspetti in comune con quella dell’anno passato, ma è migliorata in tanti dettagli”.
Quando si parla del successo Red Bull, spesso non si fa riferimento solo ad Adrian Newey, ma anche a un gruppo tecnico di spicco, tanto che diverse squadre hanno tentato in più occasioni di portare tra le proprie fila gli ingegneri della squadra di Milton Keynes. Secondo il britannico, uno dei punti di forza di questa scuderia è anche la sua cultura e il suo approccio, con una struttura orizzontale che permette la circolazione di idee.
Adrian Newey, Chief Technology Officer di Red Bull Racing, in griglia di partenza
Photo by: Alexander Trienitz / Motorsport Images
“Proviamo a mantenere una struttura orizzontale. Chiaramente, come ogni organizzazione dobbiamo avere anche un organigramma, una struttura piramidale, ma nei reparti tecnici cerchiamo di incoraggiare ad avere una struttura orizzontale dove gli ingegneri possono comunicare tra di loro. Cerchiamo di minimizzare il numero di meeting, alle volte sono una perdita di tempo. Incoraggiamo anche le persone a parlarsi tra loro, non solo mandarsi e-mail, magari anche per un caffè”.
“L’importante è che tutti si mantengano informati il più possibile, continuare a dialogare. Anche perché è qui che vengono generate tante idee. Devi avere una cultura in cui le persone si sentono sicuri nel proporre un’idea, nel seguirla. Se ad un certo punto non funzionano e non rendono la vettura più veloce, chiaramente devi accantonarle, ma se funzionano, fantastico”.
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